adv controspot 2013

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baci580

L’ho conosciuta per caso, in giro, ed è stato subito feeling, poi dopo qualche giorno sempre per caso la rivedo e allora le dico: «ti vedo deperita mangi poco, andiamo a mangiare una pizza in città alta in un posto che so io, micetta?»

come fai a dire di no? e infatti mi monta in macchina, e dopo dieci minuti siamo sulla corsarola mano nella mano come due piccioncini

vado da mimmo, chiuso, vado da franco, chiuso,

alla fine vado al sole, che è in eclissi da anni,

appena entri ti dà questa bella idea di duty free shop albanese in bulgaria, anche con il corner montenegro, i muri scrostati, il cameriere unto, la lampadina osram che tira gli ultimi, e la pizza che fa schifo, e il prosecco sgasato e tiepido, non un bell’inizio,

usciamo, le faccio fare la scansione portabene delle tre palle del Colleoni sulla inferriata dell’omonima cappella, dal lato sn a ds, poi scendiamo da porta s.giacomo e al primo approccio, primo bacio, non ci stacchiamo più,

«dormiamo insieme?» «…si!»  

non mi sembrava vero

nell’agitazione prendo la macchina, nell’uscire dallo stop faccio una svolta vietata, mi trovo un tipo nella fiancata che vuol fare la constatazione amichevole, va bene,

mi dirigo verso nh hotel 4 stelle, non pensando che non avevo soldi, quando c’è l’amore non pensi più ai soldi,  avevo in tasca 140, costava 180,

«pago io» dice lei,

in camera mentre lei va in bagno io sono già senza mutande in grande aspettativa sul lettone immacolato poi mi giro sul fianco e vedo un virgolone marrone che sembra proprio  quel che sembra, una sgommata,

in quel momento lei esce dal bagno e vede il virgolone, e la mia chiappa sporca, allora vado in paranoia e in imbarazzo, un imbarazzo merdoso che fa irrigidire tutto tranne il membro esterno, che in caso di merda si mette giustamente in sciopero,

faccio la figura di quello che si caga addosso, e penso che mi mandi a cagare, e invece no, la micetta sta con me anche nella merda, questo è importante, strappa il lenzuolo e lo butta in un angolo,  e passiamo la notte in bianco, vicini vicini, sul materasso,

all’alba infilando i jeans si svela il mistero del virgolone:  

pensavo fosse merda, era un bacio,

un merdoso bacio perugina che mi ero dimenticato in tasca nei jeans dove si era anche un po’ sciolto e poi nell’entusiasmo dello sbragarmi lanciando i jeans per aria era finito spatarrato sul lenzuolo proprio sotto le mie chiappe

le leggo il bigliettino: un bacio è una magia che tinge di rosa anche la notte più nera,

certo, ma a volte  colora di merda anche il lenzuolo più bianco:

alla perugina gli va bene che mi stanno sui Colleoni gli avvocati

ma un trauma così non c’è psicologa che me lo possa rimuovere

ormai mi basta vedere il blu e argento dei baci perugina per sentire l’alone del virgolone che sale  dalla mutanda.

Storyboard presentato  da Massimo Forlini, detto Lini (già sceneggiatore del fumetto “Il paninaro”, agente del pittore Stefano Caglioni e dello scrittore Max Rebelòt. ) al concorso AdvZero “controspot 2013”, idee per pubblicità al contrario (requisiti: lo spot deve essere 1) una storia vera 2) denigratoria verso il prodotto).

lini

 Nella foto: Lini gaudente  con amiche.

 

100 anni senza una risata

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Potafiga2013

storia surreale, e vera, di giovani e vecchi, in 3 atti:

antefatto, scandalo, paradosso;

antefatto: in occasione dei suoi primi 100 anni una gloriosa squadra di calcio della valle seriana promuove una mostra collettiva d’arte contemporanea dal titolo “Gioco d’artista” e invita pittori, fotografi, scultori e performer a creare un’opera ad hoc e a condividere il nobile intento di donare il ricavato alla casa di riposo.

scandalo: ricevuto l’invito, vado a dare un’occhiata al sito web,

e tra uno sponsor e l’altro, trovo questo gesto, questo sberleffo nella foto ufficiale della squadra juniores, dove uno dei ragazzi si esibisce in un gestaccio,

subito lo mostro ad Athos Mazzoleni, dicendo: “eccolo qui il gesto artistico, la bravata del giovane calciatore che con un segno indecente e atavico reclama il massimo bene, la massima autenticità,

il goal, la figa, i sogni, la gloria, e giocare in squadre di un certo rango, come il Benfica e il Botafogo, ecco lo spirito del Potafiga Fubal Club!”  A questo punto occorrerebbe un gesto grafico, un intervento per significare questa autenticità originaria del calcio pota-figa-goal, lontano anni luce dal calcio-business “recitato” in tv da calciatori, addetti stampa e sponsor.

E così Athos prende il mouse, e crea un cartellone “spazio libero” sul soggetto in questione, a contrasto con i cartelloni degli sponsor. L’opera “Spazio libero” può dirsi nata. Genere: poster d’artista.

Poi, considerando la richiesta di donare eventuali ricavati alla casa di riposo, decidiamo di stamparne in quantità, opera multipla,

perchè tutti, giovani e meno giovani, possano avere con €5 il poster del Potafiga Fubal Club, da appendere  insieme alla   squadra del cuore, appena più in basso, e contribuire così all’iniziativa benefica.

Con grande entusiasmo, prima di andare in stampa, contattiamo la società per concertare l’operazione, che è un’operazione “ironia-beneficenza”, e magari trovare un appoggio tra i tanti sponsor della società. Invece: scandalo! La “provocazione è troppo pesante”.

Sia il fotografo, che ha scattato l’immagine, che il web master, che l’ha inserita nel sito, in tutti questi mesi non avevano notato il gesto, e tantomeno i dirigenti della società.

Ci viene chiesto di “fare qualcos’altro”. Cioè: un presidente di una squadra di calcio di paese  chiede a un artista che ha esposto alla Biennale (Athos Mazzoleni) di “fare qualcos’altro di meno offensivo”.

Paradosso: realizzare a scopo benefico un’opera giocosa ad hoc, per una mostra dal titolo “gioco d’artista”, e riuscire a farsi censurare dalla società stessa che ha organizzato la mostra e ti ha invitato a partecipare,

se sei un artista hai licenza di prendere in giro chi vuoi, anche violentemente, Berlusconi, il Pd, il Papa: ma non ti permettere di toccare il calcio, nemmeno con affetto, tantomeno con ironia, stiamo scherzando?

Ad ogni modo, abbiamo eliminato il titolo “Potafiga Fubal Club” e rinunciato all’edizione multipla (denunce ne abbiamo già abbastanza). Al momento non sappiamo ancora se l’opera sarà esposta.

L’inaugurazione della mostra “Gioco d’artista” sarà domani sera,

venerdì 24 maggio 2013 alle h20.30 al Centro Cultura di Nembro,

è previsto un ricco buffet di alto livello, e anche artisti di un certo nome (Ugo Riva, Claudio Granaroli, Paolo Facchinetti)

dunque accorrete numerosi, ma niente sorrisini, mi raccomando,

il calcio è una cosa seria, ufficiale, come la cultura e l’arte!

(Imago: Athos Mazzoleni e Leone Belotti “Potafiga Fubal Club 2013” )

2013-05-24_A3FR_GiocoDArtista_web

un’impresa da Nullo

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NulloChe

Quando le autorità intercettano le lettere, è l’ora di posare la penna, e impugnare le armi.

Non serve Wikipedia, non basta Facebook per scoprire il padre, l’idolo di tutti i rivoluzionari moderni – Lenin, Mao e Che Guevara compresi – l’inventore dell’armata rossa, “il più bello dei mille”, il più incosciente, il più garibaldino: Francesco Nullo.

Per accedere al profilo Nullo, occorre qualche megabyte di follia, e la connessione lenta, occhi chiusi, capacità di regredire, e  risvegliare “lo spirto guerrier ch’entro mi rugge” per tornare a quei giorni, quell’anno diventato un programma, il 48.

Avere vent’anni e il futuro davanti, l’azienda di famiglia, e mollare tutto, a Milano al galoppo, sulle barricate delle cinque giornate: se la vostra coscienza vi dice di andare, andate! Si tengano i loro titoli, noi mostreremo quello che siamo!

Ferito, arrestato, liberato, eccolo tornare all’azienda, renderla florida, poi di nuovo a combattere, con i Cacciatori delle Alpi, cioè a “inventare” la moderna guerriglia partigiana,

quindi leader dei Mille, promotore dell’impresa e creatore delle camicie rosse divenute la divisa di tutti  i rivoluzionari (tinte a Gandino, con il rosso scarlatto usato per i paramenti sacri, e confezionate in S.Orsola, dalla fidanzata Celestina Belotti).

Più di 300 dei Mille erano bergamaschi, arruolati da Nullo in città alta, al Caffè del Tasso, ma il cuore dell’impresa è la Compagnia di Ferro, ottanta ragazzi, tutti studenti o artigiani, età media 22 anni.

Quel giorno a Calatafimi  la battaglia è ormai persa, la spedizione un fallimento, ma Nullo non ci sta, esce dalla trincea, e urla: Bergamasch, tocc inturen a me!,

e con una carica alla morte, ecco la Compagnia di Ferro fare breccia, e ribaltare la storia.

Poi, fatta l’Italia, fatto l’inciucio, Nullo poteva fare il ministro, l’eroe, il notabile, e invece no, disgustato dai Savoia, dalla politica, eccolo partire per un’altra guerra, proprio come farà Che Guevara,

contro i cosacchi, alla guida dei Legionari di Polonia, e morire così com’è vissuto, lanciando una carica impossibile, al grido libertà o morte!

Lo spirito Nullo è tutto in queste due scelte:  mollare tutto per amore della libertà, e non mollare quando non ti resta nient’altro che quella.

Quando il governo vedrà che volete, non oserà più insultarvi e schernirvi. Non ristate muti giovani italiani, alzatevi con voce potente!

FRANCESCO NULLO, 1826-1863,

(testo Leone Belotti/Calepio Press – imago: studio Temp per CTRL)

poscritto/retroscena “un’impresa da Nullo”:

far incontrare, o scontrare,  cultura alta, accademica, vetusta, e cultura underground, pop, giovanile è il vero lavoro degli operatori culturali:

l’idea di presentare e raccontare Nullo come icona ribelle-giovanile

è stata condivisa dapprima dai miei amici-collaboratori Calepio-Press e quindi dai miei vicini di redazione del magazine cartaceo CTRL,

piccola testata freepress indipendente di grande diffusione nel target teenager-ventenni,

che pubblica questo stesso testo come cover story del n. di Maggio.

A suo tempo, mesi orsono, sia Calepio Press che CTRL, separatamente e senza conoscersi, hanno presentato al Comune progetti di comunicazione vera, senza muffa, per tradurre i grandi personaggi storici bergamaschi nel linguaggio contemporaneo,

cioè nel web, sui social, nei luoghi di ritrovo, dove si fa musica, arte, grafica, design, immagine,

parliamo di progetti di nuova concezione, non pensati semplicemente per spendere soldi pubblici con iniziative ingessate (il libro accademico, la conferenza accademica, le celebrazioni ufficiali) ma vere e proprie start-up, in grado di coinvolgere gruppi, comunità, aziende, locali, attivando blog, producendo t-shirt, organizzando serate, concerti, happening,

il Comune non ha degnato di alcuna attenzione o risposta seria né Calepio Press, né CTRL, e tantomeno i progetti presentati,

liquidati come “bellissimi progetti, purtroppo non ci sono soldi”.

Strana risposta per idee che chiedevano in primo luogo spazi,  collaborazioni, opportunità.

Poi accade che in puro spirito inciucio la giunta di centrodestra sovvenziona (ma non avevan detto che non c’erano soldi?) una “parrocchia” culturale di sinistra, come l’Isrec (centro studi sulla Resistenza)

che in modo piuttosto opinabile (e sciatto) mette in piedi la sua propaganda di Nullo come antifascista ante-litteram, corredata da opera-performance (non realizzata) dell’artista di nome (Longaretti, il nipote) e polemica finale, con tanto di interpellanza dell’antifascista di nome (Bruni, il figlio) contro la Giunta, rea di averli… sovvenzionati

(testualmente, dal comunicato stampa Isrec: “Isrec si è trovato nell’assurda situazione di essere stato incaricato di gestire progetti sovvenzionati dal Comune che, però, durante le celebrazioni effettivamente compiute, non hanno avuto nessuna attenzione, seppure in programma”).

Da ridere, e anche da incazzarsi, se pensi che usano i soldi pubblici per lamentarsi delle cose che non hanno saputo fare (con i soldi pubblici).

Morale della favola: le iniziative sovvenzionate dalla giunta e realizzate dall’opposizione si sono risolte in beghe di potere interne al palazzo, e hanno avuto risonanza pubblica zero, partecipazione zero e capacità zero di fare “vedere” Nullo alle giovani generazioni;

la cover story CTRL-Calepio Press, considerata zero e sovvenzionata zero dal Comune, ha raccolto migliaia di consensi on line, e non solo:

il prestigioso Post, il più grande sito d’opinione in Italia, l’ha inserita tra le 10 migliori copertine in edicola in Europa (le altre: Wired, Time, The Economist, Vogue, Paris Match, Le Nouvelle Observateur, Vanity Fair, The New York Time Magazine)

che sarebbe come prendere la stella Michelin per una piccola trattoria di quartiere aperta da quattro amici in due stanze:

ignorati nella piccola città, si coprono di gloria a livello internazionale! un’impresa da Nullo!

davvero un peccato non poter vantare su questo trofeo il patrocinio del Comune di Bergamo o del comitato Bergamo2019…

e pensare che saremmo stati onorati di poterlo utilizzare anche senza alcuna sovvenzione…

per la prima volta nella mia vita mi sarebbe piaciuto poter scrivere parole come “un ringraziamento particolare all’assessore alla cultura, a quello delle politiche giovanili, a quello del turismo, al presidente dei commercianti, degli artigiani, al vescovo”

invece dico grazie ragazzi a Athos, Federico e Paolo Massimo e a Matteo, Nicola e Francesca di CTRL, e va bene così.  Leone 

biblica erotica – exodus

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teresa

pascendo oves ad interiora deserta venit ad montem

et Angelus Domini apparuit in flamma ignìs de medio rubi

et videbat quod rubus arderet et non combureretur (Exodus, 3)

pascolando il gregge nel deserto interno giunse al monte

e l’Angelo del Signore apparve come fiamma di fuoco in mezzo a un cespuglio 

e vedeva che il cespuglio bruciava e non si consumava

led the flock to the backside of the desert, and came to the mountain

and the Angel of the Lord appeared in a flame of fire out of the middle of a bush:

and looked, and, behold, the bush burned with fire, and the bush was not consumed.

imago est Sanctae Teresae Avilensae ex-stasis

quam Ioannes Laurentius Berninis fecit anno MDCXLVI

adv autolesionista banca etica

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bancaEtica

un bambino grasso che gioca a Shangai in un orfanatrofio delle suore a Napoli

è l’immagine che Banca Etica mette in vetrina, e così facendo si spoglia nuda,

e rivela tutta la propria cattiva coscienza, sia semiotica che cristiana:

dal punto di vista semiotico:

1) il bambino grasso è il cliente

2) i bastoncini shangai sono i piccoli risparmi da spostare senza rompere gli equilibri

3) Banca Etica resta ferma alla propria infelice natura di ossimoro senza uscita

(l’etica non si risparmia, e non si presta);

dal punto di vista cristiano:

devi avere proprio fatto dei peccati mortali per entrare in Banca Etica!

Nemmeno la chiesa cattolica nei suoi momenti peggiori arrivava a tanta tristezza:

questa è la più triste, autolesionista e scacciaclienti immagine pubblicitaria dell’anno!

se Banca Etica credesse veramente nella propria mission (un mondo migliore)

dovrebbe rivolgersi a gente illuminata, che vuol cambiare il mondo,

cioè il mood woodstock di Conto Arancio, o il target smart di Che Banca!,

non si capisce proprio questo deficit di creatività, di entusiasmo, di fiducia,

al di là del sarcasmo sul nomen/omen del direttore generale (Mario Crosta)

crediamo che con l’input giusto, anche senza ricorrere alla grande agenzia,

non sarebbero mancate idee e immagini più persuasive, funzionali e attraenti.

Perchè devi mortificare il tuo cliente, se quella che proponi è una scelta giusta?

Se l’etica è una “bella cosa” perchè dotarla di una brutta estetica?

Con l’immagine del bambino obeso (forse down?) di fatto Banca Etica

più che contrapporsi all’etica… protestante delle grandi banche “immorali” come MorganStanley

fa concorrenza, e porta via clienti, ai frati Comboniani&Monfortani!

Col cuore a pezzi (dispiace vedere in tanta malora comunicazionale un marchio “etico”,

avremmo preferito dare questo riconoscimento a un marchio “profit”)

non possiamo esimerci dall’assegnare a Banca Etica il premio AdvZero2013

per l’immagine meno pubblicitaria e più autolesionista dell’anno.

carnivori cristiani

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camunibianconero-300

L’essenza dello spirito carnivoro

è nel lacerare, divorare e ingoiare

brandelli di carne del nemico appena ucciso,

e in seguito, non sazi, farne a pezzi la carcassa,

scottarla, bruciarla, e mangiarla.

Rispettare l’animale uccidendolo

assumendo insieme lo spirito e la carne

è questa l’origine e la spiegazione del rito della comunione

che infatti è comunione con il corpo e il sangue di Cristo,

dove Cristo è l’animale, il nemico, la creatura che si sacrifica per noi,

che entra in noi, rivive in noi.

Oggi il 99% dei cosiddetti carnivori, come il 99% dei cosiddetti cristiani, ha perso lo spirito della comunione della carne,

appartiene a questa nuova specie invasiva di carnivoro degenerato e incosciente

che mangia carne senza prima aver ucciso l’animale

e fa la comunione continuando a chiedersi cosa mai voglia dire

il corpo e il sangue di Cristo.

quel cane del Canetti

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essendo cagnetti, uno che si chiama Canetti, è già nostro amico,

se poi ha scritto una frase che suona così:

“non ci si può immaginare come sarà pericoloso il mondo senza animali”

allora è il nostro idolo! Meditate, bipedi!

Elias Canetti è l’autore di “Massa e potere”;

dove si spiega il comportamento dell’uomo in quanto animale da branco

photo by http://web.stagram.com/n/bzonca/

 

memorie di un vetero patentato 3

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19

prima o poi succede, e ti senti un idiota,

e ti viene l’ansia, e non capisci più niente, non ti ricordi le strade,

sbagli tutto, ti confondi, e intanto preghi, e speri, e finalmente la vedi,

e allora capisci anche quella canzonetta sentita per anni,

la felicità che danno le insegne illuminate, quando siamo in cerca di benzina;

20

le grandi arterie stradali pompano il fluxus dell’uomo-merce,

nastri trasportatori, ribbon development, che modificano il paesaggio,

innescano il ciclo delle architetture effimere, prefabbricate,

capannoni, aziende, centri commerciali, stazioni ecologiche,

se guardi bene, e registri tutto, in due chilometri qualsiasi riesci a leggere

vent’anni di continui cambiamenti, per lo più inutili, spesso dannosi;

21

nutrite di cemento sintetico da mandrie di autobetoniere transumanti,

le nuove unità d’abitazione spuntano come funghi nella giungla urbana,

le fondamenta affondate nelle fogne, le gronde protese a catturare lo smog,

e i prezzi alle stelle: perchè hanno la certificazione energetica, e doppi box;

22

le piazze dei paesi, con la chiesa, il comune, e il monumento ai caduti,

sono rimaste senz’anima, senza vita, con l’arredo urbano immacolato,

qualche negozio in agonia, e le ultime nonne che vanno ai vespri,

e intanto alla rotonda, tra l’out-let, il discount e la kebab house, pulsa la vita,

senza alcun monumento ai caduti che la civiltà dell’automobile esige,

le vittime della strada, che si sono sacrificate per noi,

perchè avremmo potuto esserci noi, al loro posto;

23

il traffico, mi spiegava l’ingegnere con cui viaggiavo, è come il colesterolo,

intasa le arterie, ti rallenta, causa tamponamenti fisiologici, come fossero ictus:

quello che l’ingegnere non poteva immaginare, mentre eravamo fermi in coda,

è che più avanti c’era stato un incidente, causato da un furgone,

il cui conducente, mentre era alla guida, era  stato colpito da un ictus;

24

megascreen luminosi a caratteri cubitali sospesi sulla carreggiata,

“se sei stanco fermati a riposare”  e tu pensi: perchè non ho mai visto

un cartello del genere in fabbrica, in linea di montaggio?

Poco dopo: “se hai bevuto, lascia guidare il tuo amico”

e tu pensi: che razza di amico era, se ti ha lasciato bere da solo?

(tratto da “Memorie di un vetero patentato”, photo-graphic-novel  by Virgilio Fidanza, Claudio Spini, Leone Belotti; next publishing by Calepio Press – Lubrina) 

lex a.D. 1357 contra ludentes ad taxilos

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19 De la Tour - Giocatori di dadi

Item statutum et ordinatum est

quod nulla persona de dicto loco debeat ludere ad taxillos

nec ad ludum ubi vincatur nel perdatur in loco nec teritorio mozanice

sub pena solidorum quinque imperialium

cuilibet contrafacienti et pro qualibet vice.

Item statutum et ordinatum est quod eamdem penam incurat quilibet

qui teneret bisclatiam taxillorum et quilibet superstaret dicto ludo taxillorum

et quilibet qui faceret guardam ludentibus ad taxillos.

Item statutum et ordinatum est quod ius non reddatur

alicui persone de ludo taxilorum nec bisclatia.

Così pure si stabilisce e si ordina

che nessuna persona dl detto luogo possa giocare a dadi,

o altro gioco dove si vince o si perde, sia nell’abitato, sia nel territorio di Mozzanica,

sotto la pena del pagamento di cinque soldi imperiali

per ogni trasgressore e per ogni volta.

Così pure si stabilisce ed ordina che nella medesima pena incorra chi tiene una bisca

per il gioco dei dadi e chiunque controlli il gioco e faccia la guardia ai giocatori.

Così pure si stabilisce ed ordina che non debba essere resa giustizia

alle persone implicate nel gioco dei dadi o d’azzardo.

(tratto da Statuti Rurali di Mozzanica del 1357, edito 2012 da Comune di Mozzanica,

a cura di Adriano Carpani– imago: G. De La Tour, Giocatori di dadi, 1650)

tv invettiva

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depero

l’unica azione sovversiva possibile è la rivolta delle masse televisive

i grandi sindacati dovrebbero aprire gli occhi, e prendere atto della trasformazione dei lavoratori in schiavi-consumatori e tele-dipendenti

finirla di leccare i piedi a padroni e governo e riprendere dignità storica di lotta

la destra ha preso il potere con la dittatura mediatica riducendo cgil-cisl-uil a docili elefanti al servizio dell’erario turbo-capitalista,

è ora che questi pachidermi si scrollino di dosso i parassiti venduti al potere costituito e facciano sentire il barrito della grande anima proletaria con armi adeguate alla rivolta mediatica

si organizzino pertanto comitati di base di spettatori in grado di dare vita a scioperi selvaggi o generali con conseguenti crolli degli ascolti e paralisi del sistema spettacolo-consumo

al fine apparente di ottenere conquiste sindacali minime come l’abolizione del canone, del decoder, dei canali a pagamento, delle trasmissioni criptate

ma soprattutto l’introduzione del reddito minimo televisivo

non solo vogliamo vedere tutto gratis, il calcio, i film, i concerti,

ma vogliamo anche essere pagati per guardare,

ecco la vera pay per view, io ti guardo se mi paghi, o deficiente,

posso guardare gratis le partite di calcio,  ma voglio essere pagato adeguatamente  per guardare il tuo telegiornale di merda e le tue pubblicità oscene

cara cgil-cisl-uil prendi tutti i tuo contabili e il 740 faglielo a Publlitalia, e comincia a ragionare sul fatto che gli spazi pubblicitari sono spazi pubblici e dunque quei redditi vanno redistribuiti al vero soggetto economico protagonista della pubblicità: gli spettatori, il target, il pubblico, senza il quale quelle cifre non girerebbero,

questo deve fare il sindacato per ricomporre l’unità di classe del proletariato e sottoproletariato odierno ridotto alla teledipendenza passiva

battaglie per i diritti, lo statuto e il sussidio dei teleutenti, e degli utenti di telefonia

io uso il tuo telefonino di merda e i tuoi satelliti di merda permettendoti di ascoltarmi e monitorarmi solo se tu mi paghi, stronzo,

altrimenti io i miei amici li vedo al bar, o dove voglio, e ci parlo quanto voglio, e tu non saprai mai cosa ci diciamo, o deficiente, e non vedrai più un euro, da me.

(Invettiva anti-tivù e anti-telefonia lanciata dal turbo-compagno Spartaco Depero al III congresso dell’Internaz. Turbo Com., tenutosi il Primo Maggio 2013 a Locarno)