sai cosa mangi?

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“Quando vennero fuori i cibi umidi, immaginammo che dovessero avere conservanti molto forti  dato che non necessitavano di refrigerazione.

Molti di essi hanno un conservante molto forte, la formalina (utilizzato anche per conservare i cadaveri, NdA).

La formalina è un conservante talmente buono che gli imprenditori ne usano tanta.”

Thomas A.Chew Newland, veterinario, USA

“Sapete cosa è contenuto nella farina di carne, il principale costituente del cibo secco per cani? ….

Urina, materia fecale, capelli, pus, carne di animali malati di cancro e tubercolosi, ecc.”

Wendell O. Belfield. Veterinario USA

tratto da: Inchiesta Dossier “Allarme mangime per cani e gatti” di Stefano Apuzzo.

adv no slot

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campagna_no_slot

Nulla é più contrario alla educazione civile di un popolo, che la credenza di poter migliorare la propria sorte con altri mezzi che il lavoro e l’economia, e di poter fare assegnamento sopra giuochi di fortuna.  Regio Decreto 1865.

Per spiegare a un extraterrestre cosa sia l’Italia, la patria del diritto, basti dire che oggi in Italia in quegli stessi locali pubblici dove è vietato giocare a carte, in quanto gioco d’azzardo, abbiamo quasi mezzo milione di slot machines, una ogni 150 abitanti.

Facile gettare la croce addosso al barista. In realtà il barista è l’ultima ruota del carro.

Il primo responsabile di questa rovina è lo Stato, i Monopoli di Stato, e le 10 società che hanno in gestione il business, delle quali soltanto due hanno sede in Italia,  Lottomatica e Snai, mentre la maggior parte ha sede in Lussemburgo.

Al barista fanno questo discorso: ti garantiamo 500 euro a settimana, cioè le spese, l’affitto, etc. In pratica lo Stato, o chi per lui, da un lato ti mette condizioni fiscali capestro, per cui un piccolo bar è costretto a chiudere, dall’altro ti offre pelosamente questa fune di salvataggio, che ti permette di stare a galla. In più ti regalano l’abbonamento Sky, il nuovo I.phone, il nuov i.pad, etc.

Una volta firmato il contratto, il barista è fottuto, diventa il primo ad avere la dipendenza dalle slot, anche se non ci gioca. Se spegne le slot, o chiude il bar per lutto familiare, penali salatissime. Poi entra in gioca la mafia, la camorra, etc che ti propone di diventare usuraio, cioè prestare soldi ai tuoi clienti per giocare. E sei nel tunnel. E arriviamo al dato più inquietante.

Nel 2004 gli italiani hanno speso 24 mld euro in lotterie, scommesse e slot, e l’erario su questa gigantesca torta ha incassato 7,3 mld.

Nel 2012 la spesa è stata di 70 mld euro, cioè 1200€ pro capite, neonati compresi, ma a fronte di un fatturato triplicato, la cifra effettivamente incassato dall’erario è quasi la stessa (7,9 mld euro): e qui si capisce che il vero guadagno, più che lo Stato, ce l’ha la filiera (opaca) che dal bar sotto casa conduce in Lussemburgo.

Allora, la questione è semplice: in Ungheria pochi mesi fa una mattina è arrivata in Parlamento una proposta di legge per vietare le slot. Alla sera era approvata. Da un giorno all’altro, dunque, in Ungheria hanno eliminato le slot per motivi di salute pubblica.

Non è questo che dovrebbe fare un Stato, un Parlamento, un Governo?

 

diventare poveri

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Cibo

prima avevi uno stipendio le ferie l’assicurazione per le spese odontoiatriche

ti davano l’aumento viaggiavi cambiavi la macchina la tele il divano l’Apple

poi ti hanno proposto di fare carriera cioè diventare un vero professionista e con il lavoro garantito guadagnare il doppio con l’I-phone pagato e l’auto aziendale

compravi il giornale tutti i giorni, il sabato ne prendevi anche due o tre, e un paio di magazine

l’aperitivo nel bar chic era la norma

andavi al ristorante in enoteca ai concerti alle mostre ai vernissage

avevi l’Audi il telepass la scooterone trendy la city bike Bianchi

a far la spesa andavi all’Esselunga, non guardavi nemmeno i prezzi, tanto meno le offerte,

poi il lavoro è diminuito e per continuare a prendere gli stessi soldi in pratica ti sei indebitato con il tuo datore di lavoro

allora hai cominciato a guardare i prezzi e hai preso la tessera fedeltà Esselunga e poco dopo l’hai tradita per il più economico Carrefour,

poi il lavoro è diventato saltuario e pagare l’Inps è diventata un’impresa

dal Carrefour sei passato  all’Auchan, quindi al Liddle, adesso all’Eurospin

prima spendevi cinquanta euro per roba che sembrava di alta qualità, genuina, italiana, bio, kmo, equosolidale: e queste tipologie d’acquisto ti davano gratificazione

adesso spendi meno della metà per roba di cui ti vergogni, che sembra di bassa qualità, industriale, proveniente da ogni dove, legalmente commestibile,

in pochi anni sei passato dal target a+, benestante-istruito, al target np, nuovi poveri,

prima avevi l’abbonamento Sky, e pagavi anche il canone Rai

adesso hai la partita Iva e le cartelle di Equitalia

d’inverno nel fine settimana andavi a sciare, adesso hai freddo in casa

ma non ti abbattere, diventare poveri è probabilmente l’unico futuro, l’unico destino della generazione nata col boom economico

da bambini i nonni ci raccontavano la fame e i disagi in tempo di guerra,

ai nostri figli e nipoti noi potremo raccontare quanto siamo stati ricchi e viziati durante la nostra infanzia e giovinezza, nel secolo scorso

come eravamo

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testa

eravamo giovani, poveri, ribelli, andavamo in piazza

e facevamo casino armati di volantini ciclostilati in proprio,

il nostro leader era Chicco Testa, la nostra battaglia era contro il nucleare,

quel 10 maggio 1986, dopo il disastro di Chernobyl, eravamo in 200.000  a Roma,

con Lega Ambiente e WWF abbiamo raccolto un milione di firme per il referendum,

e poi l’abbiamo vinto, basta nucleare in Italia, è volontà popolare,

in seguito Chicco Testa, nato dal movimento ecologista, ha fatto una carriera esemplare,

prima nel partito, poi come grande manager di Stato, arrivando a presiedere l’Enel,

ed essere consigliere o presidente di multinazionali come Allianz, Riello, Rotschild, Telit,

adesso, con la saggezza della vecchiaia, Chicco ha messo la Testa a posto,

definisce chiacchiere le energie rinnovabili e spinge per fare subito le centrali a carbone, cioè la soluzione più nociva all’uomo e all’ambiente, e più comoda e lucrosa per la mafia finanza-politica di cui è il servo esemplare, e molto ben remunerato;

per completare la parabola si è messo a capo della lobby per il ritorno del nucleare;

sarebbe interessante sapere come ha vissuto la storica sentenza di ieri:

il Tribunale di Milano ha dato ragione a Greenpeace nella causa contro Enel

che intendeva affossare gli ambientalisti (e la libertà di critica)

colpevoli di usare il logo Enel sui volantini contro le centrali a carbone.

I giudici hanno rigettato le richieste dell’Enel stabilendo un principio importante:

le associazioni no-profit impegnate in campagne di sensibilizzazione che hanno per oggetto interessi collettivi “di rango costituzionale”, come la salute pubblica,

non possono essere “silenziate”  per l’uso improprio di un marchio commerciale.

Evviva! Ma una condanna, per Greepeace avrebbe significato sparire,

e in agenda ci sono altre nove cause promosse da Enel contro Greenpeace.

In Italia muore una persona al giorno a causa delle centrali a carbone.

In Calabria una società straniera (svizzera!) costruirà la centrale a carbone più grande e inquinante del Mediterraneo, proprio di fronte al Teatro greco di Taormina, che dopo 2000 anni di sole diventerà completamente nero.

Una catastrofe ambientale e sociale (i magistrati hanno già dimostrato il ruolo della ’ndrangheta nel colossale business da 1mld euro) in corso d’opera, con il placet del ministro dell’ambiente (del governo “tecnico”!) e il silenzio totale di giornali e televisioni,

che invece danno grande spazio all’ultima uscita del nostro:

“In Italia c’è un’ipocrisia pazzesca, nessuno ha il coraggio di dirlo in pubblico:

è ora di legalizzare le droghe leggere, io stesso ogni tanto mi faccio ancora le canne”. Bravo. Coraggioso. Geniale.

Potevi anche aggiungere: abbiamo fatto un patto a tre:

stato italiano, ’ndrangheta, e multinazionale svizzera.

Lo stato italiano legalizza la coltivazione della marijuana (attualmente praticata a livello industriale in Calabria, e in mano alla ’ndrangheta, mentre da noi arrestano i ragazzini che hanno due piantine in bagno)

la n’drangheta in cambio riceve il business del carbone,

e gli svizzeri passano in lavatrice il cash nero.

Uomini come Chicco Testa rappresentano il peggio di una generazione,

che ha totalmente riconvertito l’impegno civile in arrivismo di regime.

Bisognerebbe denunciarlo, per questa uscita sulla marijuana, dargli ancora il brivido giovanile di sfidare il potere,

e poi vedere che faccia farà quando leggerà le motivazioni dell’assoluzione:

“…considerate le proprietà terapeutiche nel trattamento della demenza senile…”

 

 

destra femminista vs sinistra gay

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MadonnaMarineLePen

La turbo-compagna Swea Engels interviene al III congresso dell’Int. Turbo Com.  sull’intricata e invisibile questione dei gay di destra (e delle femministe fasciste): 

Perché un gay dovrebbe votare a destra?

Non è sempre stata la sinistra a farsi paladina delle minoranze di qualunque tipo?

Sì. Ma fra queste minoranze di qualunque tipo non sempre scorre buon sangue.

È parte della cattiva coscienza moralista della sinistra dipingere la minoranza come buona, indifesa, che tende grate braccia al salvatore armato di falce e martello e maglietta di Che Guevara.

I negretti tanto buoni, i gay tanto gentili, le donne tanto fedeli. Stronzate.

Le minoranze di qualunque tipo non sono composte da minus habens, ma da gente occasionalmente stronza, razzista e fascista. La sinistra se ne ricorda solo quando bisogna firmare la petizione online per salvare una ragazza musulmana di 16 anni dalla lapidazione decisa da un patriarcato opprimente e liberticida, poi però fa marcia indietro e “non sono tutti così”, “sono una religione di pace” e via giustificando.

Alla sinistra interessa una cosa sola: giustificare (nel senso etimologico di “rendere giusto”) i martiri che hanno salvato, gli orfani che hanno adottato, le anime che hanno convertito. Di qualunque tipo.

Ma queste categorie di qualunque tipo non sempre si integrano. In certi casi è del tutto impossibile integrarle – e qui arrivo al discorso degli omosessuali, che sintetizzo e generalizzo così:

Le etnie del sud del mondo sono tendenzialmente omofobe e misogine. La sinistra sponsorizza l’immigrazione di queste etnie per ragioni di tolleranza. Ma queste etnie non sono tolleranti per niente.

A farne le spese sono altre categorie teoricamente sponsorizzate dalla sinistra sempre per ragioni di tolleranza: gay e donne. La sinistra sceglie di sacrificare la sicurezza di queste due categorie all’altare delle altre categorie, perché diciamolo chiaro: anche la sinistra è omofoba e misogina dietro la patina scintillante del progressismo.

Il maschio di sinistra preferisce allearsi con gente dalla sua stessa sessualità ma di diversa etnia, piuttosto che allearsi con gente dalla diversa sessualità ma della sua stessa etnia.

Il maschio di sinistra rivela il suo vero volto patriarcale, machista, e così facendo tradisce le donne e tradisce gli omosessuali.

Non è una novità che donne e omosessuali abbiano vita più facile, più ricca di diritti e considerazione al nord che al sud. Facile essere gay in Danimarca, prova a essere gay in Jamaica dove i profeti rastafarian, fra una canna e un rum, predicano di bruciarli tutti vivi i culattoni di merda.

Sì, anche Bob Marley la pensava così. Sì, il compagno Bob Marley. Get up, stand up, ma solo se sei un maschio etero. Per questa ragione, personalmente ammiro i gay neri, che devono faticare molto di più per farsi accettare.

Qualche tempo fa su Repubblica c’era un articolo firmato da una delle loro giornaliste-bandiera.  Descriveva con orrore e incredulità il sorgere di movimenti di estrema destra in nord Europa capitanati da belle donne bionde.

La giornalista non capiva (o fingeva di non capire, e non so cosa sia peggio) cosa potessero avere le belle scandinave da temere nell’avanzata di immigrati musulmani e africani. Ecco la vittoria del patriarcato della sinistra: è riuscito a far accettare alle proprie donne il loro nemico.

Questo è lavaggio del cervello collettivo. Questo è una forma di fascismo.

Quindi certi gay si ribellano a tutto ciò e si lanciano a destra per ripristinare un mondo esteticamente impeccabile fatto di ragazzi bellissimi, vestiti in uniforme, che si amano e si spompinano liberamente senza che nessuno protesti.

Il loro mondo comprende anche le donne, siano esse omo o etero, anch’esse libere di usare il proprio corpo senza freni sociali.

La loro visione è chiaramente utopica e irrealizzabile, difatti tendenzialmente non si riconoscono in nessun partito od organizzazione sociale. Sono perciò invisibili.

Essendo tendenzialmente non violenti e  terribilmente ingenui, non fanno nulla per uscire dal loro cono d’ombra.

Sono la cattiva coscienza del postmoderno.

panem et circenses

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Colosseopiranesi-1024x738

panem et circenses republica romana gratis dabat plebi quiescenti

sed in arena pacem ludicam turba plebea in seditione subvertit

ita ut Nero christianos ad leones iussit  inter quos Petrus et Paolus nostri

postea christiani imperium subverterunt ex romano in christiano

pars occidens iconiis devota et pars oriens iconiis claustra

hodie catholici in medio occidente adhuc servi spectaculorum sunt

et islamici in medio oriente seditionem perpetuam propugnant

ergo unica pax futura est minus circensis et plus panis

et in oriente et in occidente

EGO VOS SUM

imago: Colosseum, Piranesi fecit

quel cagnetto del gay di destra

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quel cagnetto del gay di destra,

come il suo padrone, è in crisi d’identità,

non ha il coraggio di fare il coming out, è un cagasotto,

non sa nemmeno lui cosa suona peggio, se essere gay, o di destra,

e la cosa paradossale, al di là del singolo caso, è questa:

in base a un pregiudizio totalmente errato, si crede che il popolo gay

sia un popolo di sinistra, che vota a sinistra, e ha il cuore a sinistra,

niente di più falso, la maggioranza gay magari ha la tessera arci-gay,

ma il culo, e il cuore, segretamente e saldamente a destra!

Purtroppo nessun leader di destra vorrebbe dichiarazioni di voto gay

per paura di perdere l’elettorato maschilista, senza capire che da sempre,

da Socrate al super-uomo, l’utopia maschilista è connessa all’omosessualità,

lo sapeva bene D’Annunzio, quando a Fiume ha realizzato la città dei maschioni!

Chi proprio non ci capisce niente sono i democratici di sinistra e le donne evolute,

che si coccolano l’amico gay credendolo un effeminato, una donnina, un pacifista,

mentre in realtà è un maschione represso, edonista, etero-fobico, che ama la mamma,

le cerimonie, le divise, i muscoli, e sogna l’uomo forte, autoritario, e perciò

è pronto a votare chiunque abbia il coraggio di dire ad alta voce:

si, sono il primo fascio-gay dichiarato, e sono anche catto-gay: votatemi!

I dati parlano chiaro, è ora che si sappia, un leader spudoratamente fascio-gay,

si prenderebbe quella valanga di voti gay che Vendola si può solo sognare,

sono pronto a giurartelo sul culo di un rottweiler!

Parola di Upperdog, presidente dell’associazione animali umanisti

per il sostegno e la cura dei bipedi animalisti

photo by Benedetto Zonca

http://web.stagram.com/n/bzonca/

adv gazprom

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gazprom

A prescindere da chi la vincerà, se il Bayern o il Borussia,

il dato significativo della Uefa Champions League 2013 è questo:

nel cuore di milioni di spettatori è cambiata “la musichetta”,

Tchaikosvsky, detto Cià-i-coski, prende il posto dell’ouverture di J.S. Bach,

“Quando sento la musichetta della Champions League, mi gaso tantissimo”

disse tempo fa Pippo Inzaghi, esprimendo un sentimento condiviso

da un’intera generazione di calciatori e telespettatori calciofili:

una frase che evidentemente ha colpito anche gli strateghi della Gazprom,

che hanno pensato di diventare nuovo main sponsor della Champions League,

e proporre una nuova euro-musichetta in modo da affiancare al canonico e teutonico Bach, attualmente suonato da Ford e Heineken,

il russo e iper-romantico Tchaikosvsky, noto per “Lo schiaccianoci”, “Il lago dei cigni” e la sinfonia n6 detta “La patetica”.

La “musichetta” della Champions League, a livello di comunicazione,

è uno dei più pervasivi fattori di consenso globale del target maschile.

Se Bach portava il maschio a sublimarsi in una dimensione eroico-mitica per via razionale,

Tchaikosvsky ti spacca il cuore e ti trascina a sprigionare la passione repressa,

è questo il senso psico-emotivo all’attacco del concerto per piano n1,

pezzo molto noto, che la maggioranza ha “già sentito” da qualche parte, in qualche film

o in qualche sigla: per il precedente di massa più illustre, occorre tornare indietro 30 anni,

alla cerimonia ufficiale d’inaugurazione delle Olimpiadi di Mosca 80:

dove il tedoforo faceva il suo ingresso nello stadio Lenin su queste stesse note Tchaikosvky n1, allora per la mitologia CCCP,  oggi per Gazprom;

Questo concerto in realtà ebbe una storia curiosa: il committente russo lo rifiutò (“banale, rozzo e mal scritto” oltre che “ineseguibile”) chiedendogli di riscriverlo da capo,

per fortuna  Tchaicovsky offeso non toccò una nota e lo propose negli Usa a Von Bulow che lo eseguì a Boston decretandone il successo.

Tra le esecuzioni più celebri: Horowitz, diretto da Toscanini, e Richter, diretto da Karajan.

Il filmato d’animazione che “accompagna” perfettamente Tchaikovsky

è firmato da Alexander Petrov, già premio oscar per “il vecchio e il mare”

con il clou narrativo al centro esatto dello spot, quando il ritorno della tonica musicale

cade precisamente sull’esplosione di gioia dello spettatore.

Alla fine dello spot, con tutta la cattiva volontà possibile,

fermamente convinti che Gazprom e Uefa siano enti immorali di prima fascia,

non si può che ammettere il livello eccelso dello spot Gazprom Uefa.

Considerando che il jingle è grande musica classica russa,

che il regista è un russo che ha vinto l’oscar nel cinema d’animazione,

che l’agenzia è russa e il cliente una multinazionale russa,

possiamo dire che con l’adv gas-football Gazprom Uefa

nasce un nuovo trend adv, iper-romantico, sognante, esplosivo:

la pubblicità russa (e lo spettatore si sveglia).

libertà o morte

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NulloPoster2

il 5 maggio 1863, guidando i Legionari di Polonia a una carica “libertà o morte” contro i Cosacchi, moriva giovane e lontano dalla sua Bergamo, “il più bello dei mille”, Francesco Nullo,

eroe talmente nitido, che chiunque potrebbe appropriarsene, purchè estremo,

di estrema destra, perchè militarista, patriota, guerrafondaio, protofascista,

di estrema sinistra, perchè internazionalista, guerrigliero, insurrezionalista, e soprattutto inventore della divisa poi di tutti i rivoluzionari, la camicia rossa,

di estremo centro, perchè idealista, libertario, radicale, anticlericale, imprenditore sovversivo,

di fatto l’hanno messo in un angolo a fare la figurina del Risorgimento,

perchè Nullo oggi fa paura, uno capace di mollare tutto per la libertà, e non mollare quando  non è rimasta che quella,

uno che distribuiva volantini con scritto “quando le autorità intercettano le lettere, è ora di mollare la penna e impugnare le armi”, e così facendo ha reclutato in città 300 garibaldini su 1000

uno che poteva essere ministro, dopo aver guidato la spedizione dei Mille, e invece, schifato dai Savoia, dall’inciucio, con gli amici reduci garibaldini parte per la Polonia, perchè “dove si combatte per la libertà, là c’è la mia patria”

esattamente come  farà Che Guevara 100 anni dopo andando a farsi ammazzare in Bolivia.

Nell’immagine, poster commemorativo realizzato da Athos Mazzoleni e Leone Belotti,

rifiutato dal Comune di Bergamo, ma è comprensibile,

nel comitato Bergamo2019 la Curia è voce e sponsor principe,

e qui stiamo parlando di uno che intendeva impiccare l’ultimo papa

con le budella dell’ultimo re.

hospice?

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morfinomane

vuoi sapere cos’è l’hospice?

l’hospice è questo: dopo averle provate tutte,

dopo averti fatto fare tutte le guerre possibili,

alla fine, non sei tu che decidi di arrenderti, ma l’ospedale,

l’ospedale ti fa capire di trovarti un altro posto,

cominciano a parlarti dell’hospice, sembra una bella cosa, dici va bene,

allora ti dicono impossibile, tutto pieno, servono raccomandazioni,

anche per andare a morire, in Italia devi conoscere qualcuno,

così trovi le raccomandazioni, e alle 9 di mattina sei all’hospice,

alle 11 il dolore è insopportabile  ti senti morire, chiami l’infermiera,

hai fame d’aria, ma l’infermiera ti dice no, qui non controlliamo i livelli d’ossigeno,

fino a ieri, quando c’era da combattere la malattia,

eri un numero d’ospedale da bombardare di medicinali,

oggi c’è da accettare la morte, allora torni un uomo,

mettono il tuo nome sulla porta, e puoi farti la tisana in camera,

fino a ieri ti monitoravano tutto, ti facevano di tutto, ti davano di tutto,

oggi non hai più un centimetro di pelle da siringare, e allora sei all’hospice,

dove non ti controllano niente, e non ti danno niente,

alla mattina ti dicono che ti portano a fare fisioterapia,

a mezzogiorno hai capito cos’è l’hospice,

ti tolgono l’ossigeno, ti lasciano crepare asfissiato,

allora l’ultima cosa che dici è: datemi qualcosa per dormire,

ti danno la morfina, ti addormenti, muori,

ecco cos’è l’hospice

te lo dice uno che è morto così,

due mesi d’ospedale, e tre ore all’hospice,

giusto il tempo di capire cos’era.

Imago: La morfinomane, Corcos, 1899, collez. privata