giorgio hogan per bergamo

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GiorgioHogan3

dopo la campagna per la mobilità SUVstenibile (per una Bergamo a misura d’audi) ecco il nuovo format Giorgio Hogan X Bergamo via XX (concept CalepioPress):

l’idea nasce dalla lettura del rapporto Caritas 2014 (in povertà assoluta il 10% della popolazione, aumento record persone che perdono reddito o casa o entrambi, boom di padri separati ridotti a barboni)

e dalla consapevolezza che è proprio quando si deve vivere come barboni, girovagando tutto il giorno, che le scarpe diventano importantissime,

perciò considerando che nelle scarpiere dei bergamaschi bene  esistono migliaia di Hogan seminuove, portate due volte,

Giorgio Hogan ha scelto di lanciare a Bergamo, prima città in Italia, il nuovo format di free-shoe-sharing:

da oggi chiunque può donare le proprie Hogan (portabili) al negozio Hogan di via XX, sede del comitato Giorgio Hogan X Bergamo, dove chiunque ne abbia bisogno, potrà riceverle in omaggio.

L’evento clou della campagna è fissato per il sabato prima delle elezioni, quando Giorgio Hogan tra due ali di folla risalirà sulle sue Hogan via porta dipinta da casa sua fino all’antica piazza Mercato delle Scarpe (tornata alla sua funzione)  dove le donerà a un artista povero nel corso di un grande shoe sharing collettivo upper class & pauper class.

(nota: per avere un paio di Hogan usate in omaggio è sufficiente presentare copia della propria tessera elettorale. Come da antica tradizione italiana, la scarpa sinistra sarà consegnata subito, mentre la destra potrà essere ritirata dopo le operazioni di voto)

Photo CalepioPress: il negozio Giorgio Hogan x Bergamo di via XX

il brivido

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GRemuzziBrivido2

agli antipodi della pubblicità, case history sperimentale: la cover story  di un’impresa marmi e graniti (Remuzzi) metaforizzata nella genesi di un’opera marmorea e sintetizzata come stringa-divertissment linguistico in 60 pietre scagliate come fossero parole “a dimostrazione che le pietre parlano” (60 vocaboli su 75 sono denominazioni tecniche dotate di senso specifico per addetti ai lavori settore marmi, graniti, onici, pietre dure, etc):

Estate 1940, lido di Venezia

in posa serena e basaltina sull’arenaria

il corpo arabescato dal sole e perlato d’un velo di sudore

sorseggiando un jaspè all’arancio di jerusalem

la modella osserva il maestro tutto serizzo e statuario

nel rigato grigio spazzolato d’alta levigatura

con quel contegno repen sived da nembro accademico.

Uno zandobbio l’assale: che l’uomo sia porfido, porfiroide?

O è in penice d’amor e d’umor nero?

Qualcosa le va di travertino nella trachite, nella calacatta,

forse un cipollino marinace o un peperino cardoso,

il viso si fa rosa, rosso, multicolor, la beola fiammata,

e un attacco di quarzite, fors’anche di sienite!

Lui le offre prima un’aurisina con un teakwood freddo al fior di pesco,

poi miele e asiago con un botticino di vino verde del portogallo.

Fatta breccia, pomiciata, tutta gaia e piasentina,

e lui in levanto come un empreador del gran violè,

scalpellatura a spacco e bocciardatura senza macchia,

e alla prima luserna dell’aurora, ecco il brivido:

santa fiora, è fantastico!

(testo by Leonidas Calepinus, titolo originale “sexaginta saxa pro brivido uno”,

Imago: Il brivido, opera di Gianni Remuzzi, marmo, particolare, esposta alla XXII Biennale di Venezia, 1940. La modella dell’opera divenne in seguito la moglie dello scultore.)

bergamo SUVstenibile

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suv

con gori sindaco bergamo sarà la prima città italiana ad adottare la mobilità SUVstenibile integrale audi.

Un progetto di comarketing tra il PD e  “audi-italia the land of 4”: con la formula “audi-pass” con l’acquisto o il leasing di un SUV audi è compreso il pass per tutte le isole pedonali, i centri storici e le zone naturali protette di Italia, Spagna, Grecia e Portogallo.

Il lancio della campagna è avvenuto su facebook, grazie al comitato gori per bergamo che ha postato le foto del suv da gara di gori in giro per bergamo in total free pass & wild park,

fino alla foto clou di gori col guru e il suv in area disabili,

con quell’espressione da maschio molto audi e poco audace.

Una campagna che apparentemente può sembrare autolesionista,

ma che nasce da strategie attentamente calcolate:

infatti, dopo aver in un primo momento investito sui social network,

con la moltiplicazione x 10  dei follower twitter da 7000 a 70.000 in pochissimo tempo,

(per questo esistono call center a basso costo nel terzo mondo dove migliaia di operatori cliccano ogni giorno su migliaia di clienti)

ci si è resi conto che in effetti  70.000 follower nel mondo non servono a niente, se i voti da prendere sono quelli dei bergamaschi,

questo si è visto chiaramente in occasione delle primarie, quando gori ha racimolato poco più di 1000 voti reali,

a quel punto gli analisti, dopo una proiezione di voto svolta utilizzando i dati bonaldi, si sono resi conto che a bergamo ci sono più possessori di suv audi che elettori di gori,

ne è scaturita come scelta logica quella di rivolgersi a questo target strategico, con una campagna ad hoc sulla mobilità SUVstenibile integrale, per una Bergamo a misura d’audi.

In una seconda fase, la campagna (realizzata in licenza common creative by FFE + CP) sarà rafforzata da uno slogan dedicato cosicché l’elettore bergamo bene si possa riconoscere totalmente in gori:

Audi, la tua unica materia grigia

 

cene con delitto

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MtBò

luogo del delitto: monte bò, sopra cene, valseriana

vittima: la giovane e bellissima prima ballerina del vecchio night club di vertova

assassino: l’ex calciatore violento pregiudicato recidivo in libertà condiz.

il suo avvocato: l’ex sindaco di Bergamo

a cene in queste sere nelle case in famiglia a tavola non si parla d’altro, anche stando zitti,

sono tutto cene con delitto, nelle case di cene, e non sono divertenti.

 

Italy Euro Lands 5

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ITALY5

Inedito, il concept Calepio Press-Food for Eyes sul passato/ futuro d’Italia, realizzato prima delle recenti posizioni di Grillo, e in prospettiva futura di rinascita sostenibile del made in italy, sintetizzato dal motto “condivide et impera”:

5 lands storici in sinergItaly: ospitalità e qualità della vita sono i cardini comuni dell’Italia 5 stelle, con specializzazioni e legislazioni ad hoc

1)   ALPITALY è l’Italia alpina, economia montana, legno, allevamento, caseario  + turismo/escursionismo/sport invernali, qualità di vita.

2)   MADITALY è l’Italia della creatività artigiana, ricerca e sviluppo, design, moda, comunicazione, laboratori, qualità del lavoro.

3)   FOODITALY è ltalia agro-food, colture bio + pasta italiana + insaccati, qualità alimentare.

4)   ARTITALY è l’Italia d’arte, archeo-medievale-rinascimentale-barocca, borghi storici + città d’arte Firenze-Roma-Napoli, qualità culturale.

5)   BEACHITALY è l’Italia sole e mare, turismo e ospitalità special terza età, la Florida d’Europa, qualità relax-enjoy.

Enclaves: sono isole extraterritoriali, città stato e territori autonomi confederati al distretto di riferimento.

(imago: l’Italia 5 stelle, Calepio Press + Food for Eyes, novembre 2013)

a pensar male

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9skyline

sul Corriere – Bergamo di oggi la notizia che la Procura ha riaperto l’indagine sul piano integrato di via autostrada (già ecomostro taglia skyline):  si legga il post “neosituazionista” da me pubblicato a suo tempo sul blog bamboostudio (e quindi rimosso) dove mi immaginavo un editoriale scritto da Giulio Andreotti sul tema:

Se la città più bella del mondo(definizione di Le Corbusier) decide di cancellare il suo biglietto da visita, lo splendido profilo di città alta (o skyline come si dice oggi) che da 500 anni accoglie chiunque con lo stupore della bellezza, per mettere al suo posto un casermone di nuova edificazione, con hotel e supermercato – ovvero la banalità della bruttezza – questo significa sic et simpliciter che tutti i soggetti coinvolti in questa scelta, costruttori, architetti, amministratori, mezzi d’informazione, si qualificano come culturalmente e politicamente indegni dei propri avi, che per secoli hanno conservato e curato la città come un gioiello d’arte e architettura.

E dopo essermi documentato, dico che non solo sono indegni, ma sono in malafede, o ancora peggioincoscienti e intendo dimostrarlo. A pensare male, con internet, si fa bene e presto: ai miei tempi per ottenere certe informazioni e avere un quadro d’una vicenda, dovevo impiegare mesi e mobilitare i servizi segreti; oggi, in poche ore, ho ricostruito il quadro di riferimento che ora illustrerò.

Per cominciare, i mezzi d’informazione, e L’Eco di Bergamo su tutti: scatenando solo ora, a cose fatte, lo scandalo, vengono meno alla missione del giornalismo, che è quella di indagare e scoprire le malefatte in anteprima e non già a cose fatte.

Inoltre, leggendo tutto quanto pubblicato, mi viene da pensare (male) che c’è qualcosa di strano, giornalisticamente, nel montare un attacco a un’iniziativa immobiliare, senza nulla dire né indagare sull’identità di questo costruttore d’ecomostri:

è vero che hanno pubblicato il nome dell’impresa e dell’imprenditore, bergamasco, ma non hanno aggiunto una virgola, e giacché questa ditta, Bruman’s, nessuno la conosce o riconosce, come sarebbe con Percassi, Ferretti o Gabetti, e visto che questo imprenditore, Bruno Scarpellini, non è Caltagirone, non è Ligresti, e non è nemmeno Ricucci, era primo dovere dei media svolgere ricerche e informare:

che cos’è la Bruman’s, chi è Bruno Scarpellini, qual è la sua storia d’impresa: dal momento che il soprintendente arch. Napoleone sulle colonne de l’Eco dichiara che l’unica speranza a questo punto è un gesto nobile del costruttore, mi sembra il minimo andare a verificare se questo Scarpellini non sia magari un nuovo mecenate come il conte Giacomo Carrara, o addirittura come mi auguro un uomo di Chiesa credente e osservante, o anche un imprenditore illuminato alla maniera di Adriano Olivetti…

* * *

E dunque, trovando del tutto insufficienti le informazioni a mezzo stampa, inizio la mia indagine on line, vado su Google, e a nome Bruman’s non si trova niente, né un sito, né una mail, una società fantasma, almeno sul web: dunque riparto dall’indirizzo di questa Bruman’s, una via di Pedrengo, e lo incrocio con una ricerca su Bruno Scarpellini, che risulta titolare di un’impresa di produzione e distribuzione liquori, Dilmoor o DLM, con sede a Pedrengo, allo stesso indirizzo della Bruman’s costruzioni:

e in questo modo ho la prima notizia, il costruttore dell’ecomostro è un produttore e distributore di distillati e liquori: e fin qui niente di male.

Ma dopo una visita al sito della Dilmoor, con tanto di catologo prodotti on line,  resto profondamente sconcertato, poiché questa Dilmoor produce un whisky di nome Macaulay, spaventosamente simile, all’aspetto, al noto Macallan; e un Rum Jamaican con l’etichetta col bollo rosso su fondo scuro, che pare proprio il noto Rum Havana; e un Golden Barry Gin con etichetta gialla e rossa simil Gordon’s Dry Gin; e una crema Whisky di nome Beautiful che riporta in etichetta il disegno di una valle verde che ricorda fin troppo la nota etichetta Bailey’s; e un Amaretto con bottiglia ed etichetta pseudo Saronno; e una Sambuca perfino con la grande capital letter rossa come la nota Molinari; e potrei continuare, non manca nulla, la grappa, la vodka, la tequila, il bitter tipo Campari…

certamente si tratterà di prodotti conformi alla normativa sul copyright, probabilmente in maniera cavillosa, per questioni di millimetri e pixel, d’altra parte l’azienda ha (ovvero: esibisce, ma così fan tutti) tutte le certificazioni di qualità, e immagino che lo Scotch Whisky sia distillato in Scozia come la legge impone (per quanto i nomi delle distillerie William Macfarland e Frank Mcnaoughty sembrino di fantasia, e in rete non vi sia traccia della loro esistenza) ma resta il fatto che, a pensar male, tutti questi distillati, che per nome, carattere, grafica e colori dell’etichetta si spacciano per i ben più noti prodotti autentici, sembrano volutamente ideati per trarre in inganno il consumatore sprovveduto, e dunque sono prodotti in astuta malafede per essere venduti a consumatori incoscienti….

ecco dunque una seconda e semplice verità-informazione: il costruttore del turpe edificio che deturpa l’immagine di Bergamo non è un produttore virtuoso di liquori autentici del proprio territorio, non ha valorizzato la vera grappa bergamasca o l’ottimo amaro che producono certi frati nelle valli, no, è uno spacciatore industriale di liquori-imitazione di tutti i continenti, dalla Scozia al Messico, e in questo somiglia a quei furbetti che in Russia o in America producono porcherie come il formaggio Grand Paddan o il Chianty italian red wine. Per persone come me, che agiscono in base a criteri morali (ridete pure) questo imprenditore mi pare che agisca in modo immorale.

Questo fatto,  questa notizia, a pensare male è certamente nota ai giornalisti de L’Eco di Bergamo, eppure non pubblicano due righe sul genere d’impresa e d’imprenditore da cui nasce l’ecomostro, come sarebbe doveroso quando si fa una campagna d’opinione.

Dunque il costruttore, il sig Bruno Scarpellini, ha fatto fortuna con distillati-liquori che nonostante le certificazioni legali noi certifichiamo senza dubbio come moralmente scorretti, e pertanto, sempre ragionando da vecchio cattolico bigotto, sono portato a pensare male del suddetto, e tanto per togliermi lo sfizio, faccio una ricerca giudiziaria on line a suo nome, qualcosa che chiunque può fare, e in breve scopro che il nostro non è del tutto nuovo a quegli ambienti immobiliari e finanziari-immobiliari che non sempre agiscono con specchiata moralità: a titolo d’esempio, riporto tre notizie dal web, scelte in siti affidabili e istituzionali (non da Blog sovversivi e faziosi come quello per cui sto scrivendo ora…):

1) dall’archivio di Repubblica.it: Il mutuo era facile ma con tassi da usura I titoli di credito venivano girati poi a Bruno Scarpellini (pure lui imputato) che provvedeva all’incasso sui suoi conti.

2) Comando Provinciale di Milano CC, indagine Infinito, deposizione di Fabio Lonati, vittima di usura:

ho iniziato a rivolgermi ad alcuni imprenditori per ottenere denaro in prestito. Tra questi vi è stato BRUNO SCARPELLINI che ha una impresa che si chiama DILMOOR DOMANDA: Lei puo’ indicarci le persone che le hanno prestato i soldi? RISPOSTA: SCARPELLINI Bruno, NOVELLA Alessio, PONZONE Antonio, MANCUSO Luigi, FILIPPELLI Nicodemo, ZOCCHI Fabio BELOTTI Giuseppe”.

3)  Tribunale di Milano, uff. indagini preliminari, indagine Infinito, ordinanza di applicazione di misura coercitiva, con mandato di cattura:

…… La certezza di Filippelli in ordine al buon esito dell’operazione …… ha organizzato la cena a sostegno della elezione di Valle Leonardo (nato a …… Ha ottenuto denaro altresì da “SCARPELLINI Bruno, PONZONE Antonio, MANCUSO Luigi)

A pensar male, ma anche solo a guardar bene, i nomi che vengono accostati allo Scarpellini sono nomi noti, e non per opere di bene o gesti di beneficenza: sono nomi in questi mesi alla sbarra a Milano al maxi processo alla ndrangheta in Lombardia:

Novella è il figlio del boss ucciso l’anno scorso a Vittore Olone (omicidio Novella). Valle è il giovane rampollo del noto boss don Ciccio, vanta precedenti per estorsione e usura, eppure è stato candidato nella lista di centrosinistra a Cologno Monzese, grazie alla raccomandazione di un uomo di Penati (l’assessore provinciale alla moda!)…

A questo punto, cominciamo a scuotere la testa, e ritorniamo al sito de l’Eco di Bergamo, e inseriamo una ricerca a nome Bruno Scarpellini nell’archivio della cronaca:

lo ritroviamo in un fatto di cronaca nera:

Eco di Bg, maggio 2009: minuti di terrore in una villa nella serata del 7 maggio, dove quattro malviventi con volto coperto e armati di pistola hanno immobilizzato e chiuso in una stanza la famiglia dell’imprenditore Bruno Scarpellini. La banda è riuscita a scappare con un bottino di 250 mila euro complessivi […] più 50 orologi d’oro, collezionati dal padrone di casa. La fuga è avvenuta su due auto rubate nel garage della villa: un’Audi A8 e una Golf.

A pensar male, 50 orologi d’oro sono una tipica collezioni di pegni d’usura…

A pensar male, ma proprio male, considerando la date della rapina, maggio 2009, e la data dell’approvazione definiva dell’ecomostro, giugno 2009, per opera della giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Bruni (che ha fatto la campagna regionale in appoggio a Penati…) e incuriositi dal fatto che l’approvazione è stata firmata giusto il giorno prima di quelle stesse elezioni 2009 che, oggi lo sappiamo, videro il tentativo della ndrangheta di infiltrarsi in Lombardia  …

si potrebbe, pensando davvero malissimo, e del tutto dietrologicamente, ipotizzare un qualche nesso tra la concessione all’ultimo minuto del permesso edilizio, e una eventuale tangente o finanziamento elettorale alla lista Bruni… e magari proprio con quei denari (quegli orologi) rapinati al nostro, che immaginiamo fosse anche assicurato…

E’ chiaro che queste supposizioni sono solo fantasie di un vecchio malpensante, investigatore dilettante e lettore di gialli, che per una volta si diverte a fare con uno sconosciuto quello che milioni di italiani hanno sempre fatto con me (pensar male…) e tuttavia questi scenari somigliano a vicende già viste, e nondimeno i fatti ci so

no, i verbali, i nomi ci sono, e sarebbe stata comunque pertinenza dei mezzi d’informazione puntare i riflettori sul sig. Scarpellini, che anche senza pensar male risulta in odore di usura e finanziamento a malavitosi con legami nell’ambiente del Pd lombardo:

guardacaso, sarà proprio un caso, il cliente finale dell’ecomostro  è la Coop.

Dunque, a pensar male, queste cose che io, un novantenne, scopro in due ore in rete, cose che i cittadini non conoscono, sono verosimilmente fatti noti a tutti coloro che in questa vicenda hanno fatto dichiarazioni di facciata (architetti, costruttori, immobiliaristi, politici) talmente insignificanti da adombrare in me il sospetto della malafede, e spingermi a indagare:

in primis, indagherei a fondo sugli  amministratori pubblici che hanno autorizzato questo scempio in quel famoso ultimo giorno della giunta Bruni, quando vennero dati i permessi, con l’autorizzazione a superare l’altezza prevista dal piano regolatore, in particolare l’assessore ai lavori pubblici, Valter Grossi, che oggi giustifica l’operato dei suoi tecnici spiegando che l’attenzione fu posta soprattutto alle opere di bene, un asilo e una strada, contestuali al progetto, e alle volumetrie, trascurando le altezze (!):  a pensar male, questo assessore, insieme al sindaco e ai tecnici, è in mala fede, o incosciente.

Quindil’ordine degli architetti, che per bocca del suo presidente, Paolo Belloni, oggi coraggiosamente dichiara: “E’ un caso che ha avuto troppa enfasi” e l’Associazione Costruttori, che per bocca del suo presidente, Ottorino Bettineschi, oggi maldestramente dichiara “Quando ci si trova di fronte a casi simili individuare il colpevole è molto difficile, perché la colpa è un po’ di tutti, in questo caso particolare, credo che la causa sia da ricercare nelle lungaggini burocratiche”. Sono dichiarazioni che si qualificano da sé, e qualificano chi le ha rese: a pensar male, gente in malafede o incosciente.

Peggio di loro, i rappresentanti degli immobiliaristi, Gianfederico Belotti e Antonello Pagani, che dichiarano “è vero che l’opera taglia la vista di città alta a chi viene dall’autostrada, ma in compenso ne regala una eccezionale a chi nel nuovo complesso abiterà o alloggerà”. Impresentabili.

Non dimentichiamo i comitati di quartiere, due, in lotta tra loro, sostenuti dalle diverse parti politiche, che oggi dichiarano “ormai è tardi, adesso il quartiere ha bisogno di tranquillità”: a pensar male, sono anch’essi in malafede, o incoscienti (sappiamo bene che in occasione di grandi iniziative immobiliari è previsto un budget per “sedare” i comitati di quartiere).

In posizione d’onore, cito il progettista, Bertasa, che nel 2008 dichiarava pubblicamente “il progetto è attento, grazie alla realizzazione della superficie monopiano centrale, a non precludere la vista sulla Città Alta”: visti i risultati sotto gli occhi di tutti, a pensar male, è anch’egli in malafede, o peggio incosciente.

Infine il soprintendente ai beni architettonici e paesaggisticiarch. Napoleone, che incredibilmente dichiara, dopo aver precisato di non essere stato interpellato, che a questo punto l’unica soluzione possibile è un gesto di generosità da parte del proprietario, che mi dicono bergamasco, e si guadagnerebbe la gratitudine dei suoi concittadini.

Napoleone! Si svegli, porti rispetto quantomeno al suo nome, e prima di supplicare generosità a un immobiliarista, si guardi allo specchio, e si ripeta quale è la sua carica, e il suo compito: tutelare i beni architettonici e paesaggistici!

Il senso dello Stato è precipitato davvero in basso se un sovrintendente chiede un gesto di generosità a un costruttore-distillatore (forse usuraio e forse colluso alla ndrangheta) che con la sua palazzina oscura il biglietto da visita di una città d’arte di primaria rilevanza:

a meno che, pensando di male in peggio, questa richiesta di generosità sia un messaggio in codice allo Scarpellini, ad estendere la sua generosità al soprintendente…

A pensar male, su questa vicenda L’Eco di Bergamo ha fatto molto rumore per nulla: poiché di fatto a fronte di tutto lo sdegno raccolto, il messaggio di rimbalzo è sempre stato questo: non si può fare niente, non è colpa di nessuno…

inspiegabilmente hanno pompato lo sdegno, ma col freno a mano tirato, senza fare nomi né andare in fondo ai sospetti (perché è chiaro che questa vicenda è sospetta!):

e questo atteggiamento mi viene confermato da un’altra piccola scoperta che faccio leggendo le centinaia di commenti dei cittadini su l’Eco di Bergamo, si tratta di un commento piuttosto manzoniano:

Forse è tardi per insorgere, non per alzare la voce. 
Claudio Calzana.

Ora, questo cittadino che invita ad alzare la voce (ma a non insorgere!) non è un cittadino qualsiasi, basta fare una ricerca a suo nome e si scopre che si tratta del direttore marketing editoriale del gruppo Eco di Bergamo, qui camuffato da lettore, che di fatto rivela esattamente l’obiettivo della campagna d’opinione de L’Eco: una dimostrazione di potere della testata, o del gruppo, di forza mediatica e capacità di costruzione del consenso, in grado di pompare l’opinione pubblica (ma anche di sgonfiarla!), dunque un partner ideale, o un attore da considerare, per ogni lobby o forza politica…

Dopo qualche giorno glorioso, infatti, ecco il titolo che conclude l’operazione “alzare la voce”: “Ormai la gente è rassegnata” e la perfetta chiusa del discorso messa in bocca a un anziano residente del quartiere: “Purtroppo quello che è fatto è fatto, chi lo farà demolire adesso? Nessuno”

Improvvisamente mi sembra di essere tornato nella Bergamo contadina di fine Ottocento, tutta accettazione e rassegnazione.

Ma come? Che messaggio d’acquiescenza sociale è mai questo?

E’ per questa via che venne il fascismo, cari amici de L’Eco di Bergamo: ve lo dice un vecchio democristiano. Viviamo ancora in un paese a sovranità popolare!

Tutto può essere cambiato! Il Popolo è sovrano! E i colpevoli vanno perseguiti e puniti!

Se al posto del simpatico Bruni, con quella faccia onesta di uomo intelligente ed affascinante, ci fossi stato io, con il mio aspetto di Belzebù oscuro, avreste già aperto almeno tre inchieste, cari bergamaschi!

I fatti sono semplici, gli amministratori di  Bergamo, a prescindere dal sig Scarpellini e dai suoi liquori (c’è anche l’ipotesi che li abbia fatti bere, da non sottovalutare) sono riusciti in tre anni e in tre mosse a rovinare il patrimonio artistico-architettonico della loro città:

e mi piace ricordarle agli amici de L’Eco, a volte un po’ distratti:

2008: dimenticato il monito di Le Corbusier (“non si deve toccare una pietra, sarebbe un delitto, e assolutamente tenere le auto fuori da città alta) costruzione abortita di un parcheggio mostro sotto la Rocca, con abbattimento degli alberi piantati in memoria dei caduti e distruzione del parco faunistico, ma soprattutto con una ignoranza geologica tale da causare una frana con pericolo di crollo totale della Rocca stessa, che stava lì solidissima dal 1300, costruita dall’imperatore. Colpevoli: nessuno. Ne parla: nessuno.

2009: col pretesto di ammodernare  l’Accademia Carrara (gli impianti, l’allestimento, la bookshop, il bar, un maquillage da sei anni di lavori! Una barzelletta! Se un intervento di ammodernamento dura sei anni, è già vecchio!), edificio solidissimo, dove i preziosi capolavori – raccolti e donati alla città da uomini nobili di nome e di fatto – stavano benissimo da centinaia di anni, ecco l’assurda iniziativa di mandare in tournee nel mondo tavole delicatissime (Il Louvre non sposta la Gioconda per nessun motivo!) col risultato, che si è tentato di tenere nascosto al pubblico, di danni irreversibili a quattro capolavori, tra cui un Bellini e un Tiziano, danni riportati non già nelle traversate oltreoceano, ma nello spostamento dalla Cararra al Palazzo della Ragione, in locali con temperatura e umidità tali che in pochi giorni hanno prodotto il restringimento delle tavole, la fessurazione e il distacco del manto pittorico. Colpevoli: nessuno. Ne parla: nessuno.

2010: al via i lavori dell’ecomostro di via autostrada, e quando lo scheletro arriva al sesto piano ci si rende conto che l’invito, il biglietto da visita della città, il profilo di città alta, è perduto e nascosto dall’obbrobrio.

Ne parlano tutti. E cosa dicono?

Non è colpa di nessuno!Non c’è niente da fare!E’ colpa della burocrazia!

Ma la burocrazia siete voi, proprio voi, cari amministratori e presidenti spocchiosi!

La colpa non è “di nessuno”, bensì, al contrario, di tutti voi! Quantomeno, state zitti.

Maria Antonietta è stata decapitata per molto meno!

Il popolo a un certo punto non sopporta più di essere preso in giro da chi dovrebbe fare il bene pubblico, e si rende invece colpevole di disastri, senza ammetterli nemmeno di fronte all’evidenza!

Intanto, inconsapevole e in buona fede, il Comune di Bergamo sta vagliando in questi giorni l’ipotesi d’introdurre una nuova tassa: «L’importo potrebbe oscillare tra i 2 e i 5 euro e graverebbe sui pernottamenti in albergo e nelle altre strutture d’accoglienza»  ha spiegato l’assessore al bilancio.

E’ la tassa di soggiorno, iniziativa geniale di promozione turistica: deturpata la Rocca, chiusa l’Accademia Carrara e perduto lo skyline, ovvero le tre principali attrazioni artistico-architettoniche, è probabile che verranno da tutto il mondo a vedere che faccia abbiano questi bergamaschi capaci di scelte tanto originali.

L’assessore comunque ha voluto precisare: non graverebbe in alcun modo sui cittadini.

Una precisazione che ha qualcosa di comico, ed è pure imprecisa: può accadere infatti che un cittadino, perfino un assessore o un presidente, si ritrovi nella necessità di rifugiarsi in un albergo della propria città: ad esempio quando si ritrova una folla inferocita che lo aspetta sotto casa.

con simpatia, Giulio Andreotti

prefica digitale

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PIRAMIDE-BOMARZO

la poco nota “piramide etrusca” è uno strano edificio-non edificio disperso nei boschi tra Bomarzo, Orvieto e il Tevere,

in un sito difficilmente localizzabile, fuori dal tempo, a volte ci passi davanti e non la vedi, forma astratta, magica, naturalizzata,

per me rappresenta il culto dei morti, la connessione con l’al di là, la comunicazione “on line – off live”, e cioè il futuro del web, e di tutti noi,

perciò ho utilizzato questa immagine per illustrare il progetto “prefica digitale” pubblicato su CTRL n47 nella rubrica Fantamarketing-nuove imprese, che qui riporto in sunto:

field: nuove professioni, memoria digitale, e.commerce, culto dei morti, necrologie, pompe funebri

idea: portare nel web il business “pagina dei morti” + gestire i profili social net dei defunti

business organization: 1) auto rilasciarsi la concessione per un dato cimitero, 2) digitalizzarlo con mappa tombe, foto, nomi, date, 3)  creare sepolcri virtuali gratuiti, 4) servizi a pagamento

rendimento: servizi a pagamento: 1) necrologia web 2)  invio black mail a lista parenti-amici con info decesso e funerale 3) gestione o chiusura dei profili social, siti, blog 4) dietro lascito diretto o dei parenti, costruzione di memoria digitale del defunto, digitalizzazione video, photo, testi autografi, invio newsletter dall’aldilà 5) ricorrenze, invio mail memory, attivazione forum commemorativi anniversary

partner: pompe funebri, cimiteri, social network

mission: vogliamo estendere la memoria dei morti

frase vincente: se oggi ci sono giornali che stanno in piedi con la pagina dei morti, domani avremo giornali web che staranno in piedi con la pagina web dei morti

expo-kmrosso un contronsenso

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confezionatrici-per-biscotti-3

expo è l’occasione per la riconversione del made in italy in food in italy, che evidentemente non è il fast food, ma lo slow food,

non la grande industria, non i mercati globali,

ma la qualità autentica, l’economia, l’ecologia, della filiera corta, km zero,

italy sarà ok se diventerà la terra del buon cibo,

e non lo diventerà grazie ai surgelati e ai 4 salti in padella,

ma con un territorio fertile di cascine, persone, animali, colture, laboratori artigiani etc, cioè il contrario della grande industria, della grande distribuzione,

e invece i nostri presentano al km rosso una specie di expo delle macchine per confezionamento cibo, conservazione, congelamento, impacchettatrici, cioè una fiera di freezeer e domopak, cioè il passato,

il comune ha lasciato le lucine di natale in città per far vedere una città da favola ai delegati expo,

e con questo metodo-fiaba vogliono vendere mostri del passato come invenzioni del futuro, sempre complice la scenografia, il km rosso,

spacciato per un centro d’eccellenza, mentre è solo una scenografia, un muro, con spazi in affitto (alle grandi aziende, visti i prezzi, magari bisognose di fare scena)

in realtà le luci di natale a fine febbraio significano esattamente una città che è rimasta indietro,

di mentalità, coraggio, istituzioni,

molti avrebbero visto bene un’expo “terra madre” magari al lazzaretto di prodotti, colture e animali autoctoni, e delle nuove aziende bio che rappresentano il passato e il futuro, la patata di rovetta, il mais bg, i vini, i veri formaggi, i veri salumi, la pecora bergamasca…

per capire il controsenso di esibire macchine all’expo del buon cibo, basta leggere il nome su l’eco di questo nuovo leader confindustria che ha presentato l’idea expo-machine al kmrosso, matteo zanetti, figlio di emilio,

e leggere le cose apparentemente innocue che l’Eco scrive come: “la Zanetti spa, leader dei formaggi di qualità”…

e io che pensavo che i formaggi di qualità fossero quelli fatti nelle malghe in alta valle secondo metodi secolari,

metodi oggi vietati dalle norme ue, che evidentemente sono fatte dagli industriali della plastica, delle impacchetatrici e dei freezer.

sarai mondo se monderai il mondo

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2012 Diario Grafico058

Marcello Zenoni candidato sindaco 5 stelle Bg , in replica al mio post polemico “Zenoni chi?” ha inserito il seguente commento, che mi pare doveroso pubblicare: 

caro Leone, ho aspettato qualche giorno a risponderti, più per lasciar sedimentare tutte le impressioni avute dal nostro breve incontro che dal tuo scritto provocatorio.

La parete di libri con il forte odore di fumo, il pavimento di altri tempi, le luci, tutto mi rimandava alla mia infanzia e ad un caro zio che non c’è più, comunista d’epoca, intellettuale, amante dei fumetti di Jeff Hawke.

Questo per dire che le condizioni per trovare una sintonia tra di noi di sensibilità e intenzioni c’era e c’è, solamente non si è ancora del tutto palesata.

E questo perché hai usato la fosforescente macchina algida e aliena della rete internet (tanto osannata da tutti ma non esente da difetti) e non ti sei lasciato trasportare dalle amate carte, dai fumi delle immagini e delle parole.

Internet è impietoso a volte e asettico sempre, restituisce spesso false immagini come una caverna platonica al rovescio, un proiettore d’immagini sulle nostre idee.

Sinceramente mai avrei pensato di essere un uomo delle multinazionali. Considera che queste aziende sono pervasive della nostra società e in maniera indiretta tutti noi interagiamo con loro continuamente, come clienti diretti o indiretti, come fornitori o semplicemente come consumatori.

Nello specifico lavorativo, io sono un architetto prestato alle società di servizi ergo lavoro su standard grafici, progettuali e procedurali di cantiere per una serie di clienti, alcuni dei quali sono queste famigerate multinazionali.

Ho svolto spesso il ruolo di coordinatore per la sicurezza, che penso sia la parte nobile  di questi lavori, cioè ho gestito ed ho avuto la responsabilità della salute degli operai in cantieri spesso molto pericolosi.

Il lavorare per società, ancorché impegnate nello sviluppo di nuove stazioni di carburante (per esempio), non significa esserne gli sviluppatori tout court.

Quelli sono i ruoli dei commerciali dell’azienda madre, di quelli cioé che trattano  con i proprietari e con le Pubbliche Amministrazioni.

Pertanto ho avuto come principali clienti diverse società di ingegneria, ho diretto anche cantieri per negozi di surgelati se per quello, oppure ho seguito un programma di tutela delle acque di piazzale (pratiche ambientali).

Non sono stato cooptato dalle sette sorelle insomma! Altri clienti aziendali (McD, MS) non sono miei clienti, è la realtà della multinazionale. E proprio la conoscenza diretta delle dinamiche commerciali legate alla trasformazione del territorio che mi ha spinto negli anni a cercare un’alternativa.

Purtroppo ad oggi non esiste un settore retribuito che investa e progetti il non costruire. Eventualmente lo può fare il settore Pubblico (se ci fosse la volontà, ma non c’è).

In una fase di carenza di lavoro, di estrema flessibilità (non ho mai avuto un contratto di assunzione né l’ho mai cercato – nessuna tredicesima né TFR per intenderci, nessun permesso, a fronte di una retribuzione leggermente più alta), sottostando ad un sistema fiscale punitivo verso quei liberi professionisti che lavorano come dipendenti ma devono figurare come un P.IVA, dimmi tu se potrei mai abbandonare una professione come la mia.

Professione che umanamente (per fortuna) mi ha dato tantissimo e che mi ha fatto conoscere persone splendide.

L’altro mio mondo è quello artistico – creativo. Sarebbe riduttivo descrivermi senza questa parte fondamentale del mio essere. Penso che se tu digitassi Marcello Zenoni su google troveresti solamente miei contenuti già alla prima schermata. Non so che versione di motore di ricerca hai utilizzato.

Ma poi, questo quarto d’ora mediatico, questa rincorsa ai like… cui prodest?

A me sinceramente non importa molto, prova ne é che continuo a disegnare il mio diario grafico quotidianamente (esiste già una vignetta su di te, sai?) senza altro fine che nutrire il mio spirito.

L’impegno per il Movimento è un’avventura iniziata quasi due anni fa, per sintonia su molte tematiche. Se questo percorso mi permettesse di lasciare l’attuale lavoro per dedicarmi solamente alla gestione pubblica, pur con le sue difficoltà, non esiterei a fare il salto, lasciando la professione per diventare un sindaco a tempo pieno.

Un ruolo da consigliere di minoranza non permette questa scelta, tuttavia l’anno e la stagione della vita mi impongono di dare un cambio di direzione significativo, a prescindere da questa campagna elettorale.

Stai attento a non fermarti alle apparenze. Un imprenditore come il futuro sindaco in quota PD ha tali e tanti capitali che può permettersi di dichiarare di aver lasciato l’Azienda. Il Capitale nel frattempo lavorerà per lui per qualche generazione a venire.

La differenza di scala è immensa. Sarà interessante nel prossimo futuro, secondo l’ultima normativa in tema di trasparenza, verificare la pubblicazione di tutto il patrimonio mobile e immobile delle cariche pubbliche, compreso quello del coniuge e dei parenti fino al 2° grado di parentela! E’ il risultato del caso Fiorito.

Sarò il tuo campione visionario quindi, …come Zenone il Santone, ne l’Armata Brancaleone! Deus Vult.

(“sarai mondo se monderai il mondo” è una frase del Santo Zenone – interpretato da E.M. Salerno – ne L’armata Brancaleone.

Imago: illustrazione dal diario di Marcello Zenoni, http://zenoplasm.blogspot.it/

 

tempi gori

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GoriMoto

di questi tempi digitando gori su google la prima voce che impenna è il guru giorgio

ma per chi appartiene alla gori generation il gori è il gori arancione 2 tempi,

alternativa all’ancillotti giallo come enduro must per teenager bergamo vip:

quando al sarpi o al lussana parlando di qualcuno ti dicevano “ha il gori”, erano punti pesanti, le cose erano chiare,

da questa parte del cortile avevi i primini con il Si blu, le ragazze con il PX metallizzato, i maschi con il  Laverda da strada, il Fantic e/o SWM da trial, il KTM, Ancillotti e Gori da enduro e i “nonni” maggiorenni con l’RD o il Morini 3 e 1/2 ;

dall’altra parte del cortile c’erano gli sfigati del Vittorio Emanuele, con i Ciao e gli ET3-Polini, i Cagiva-gengiva e i Gilera-spingi e spera,

il Gori lo vedevano da lontano,

oggi invece il gori è il candidato sindaco di Bergamo del centro sinistra,

con reddito dichiarato oltre il milione, una casa-palazzo sulle mura da 17 milioni (per dire, e magari varrà di più) e altri svariati incommensurabili milioni dalla vendita delle sue società di produzioni televisive,

avendo l’uomo fatto soldi e potere importando dall’estero l’imbecillità suprema dei reality televisivi, madre di tutte le forme di inquinamento mentale e sociale dell’ultimo decennio,

giorgio gori, detto “smiling cobra”, è l’uomo giusto per comprendere i problemi e rappresentare gli interessi di gente come Bombassei, Pesenti e Percassi (per dire);

per loro rappresenta forse l’amore della maturità, basato sul fascino intellettuale, come scriveva anni fa Alfonso Signorini su Sorrisi&Canzoni Tv a proposito della presunta e piccante love story del gori con Simona Ventura

(ma occorre anche considerare che poi la Ventura ne è uscita con le ossa rotte)

che cosa possa invece rappresentare per gli altri 130.000 bergamaschi, è difficile capirlo, specie per il popolo della sinistra,

del resto questo paese assomiglia sempre più a disneyland,

con Berlusconi-Paperone e i rampanti della sinistra come il fighetto Gori, il chierichetto Renzi e l’enrichetto Letta nei panni di Qui, Quo e Qua,

simpatici, svegli, ma pur sempre legati alla famiglia,

se è vero che gori ha fatto in soldi con mediaset

renzi è di formazione parrocchiale e andava in visita privata ad arcore già dal 2009,

dove letta è praticamente di casa, essendo nipote dello spin doctor di Silvio.

E tutti e tre sono uomini “vedrò”, la fondazione finanziata dalle multinazionali del gioco d’azzardo. Vedremo.

Quanto al colore della carrozzeria, il gori è sempre stato arancione.