via le slot

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viaslot

Via le slot dai locali mettiamole in chiesa negli ospizi negli ospedali a finanziare le opere pie direttamente in circolo dal vizioso al virtuoso.

Via le slot dai locali pubblici, dai bar, dai ristoranti, dalle edicole, dal momento che le società concessionarie sono per la maggior parte multinazionali con sede in Lussemburgo e lo stato incassa solo una minima parte del lucro è interesse della collettività far rifluire il fiume di denaro slot (il gioco d’azzardo nel suo complesso è ormai prima azienda italiana per fatturato) in settori di pubblica utilità

e dunque oltre ogni ipocrisia mettiamo le slot in chiesa, santa slot (sicché le chiese tornerebbero a riempirsi, e con animo più lieto il giocatore perderebbe denari a favore delle attività parrocchiali, mensa dei poveri, etc) e negli ospizi, dove i giocatori e gli anziani si potrebbero dare reciproco conforto e sollazzo, o negli ospedali, e in generale in tutti quei luoghi e strutture onlus, no profit, dediti al sociale, alla tutela ambientale, etc.

così se vuoi giocare se vuoi bruciarti cervello nervi e stipendio ci vai a testa alta con l’animo in pace tu metti il tuo vizio al servizio di chi ha bisogno tu vai a fare del bene e quando ti capita di vincere, in chiesa, quel risuonar di monete prenderà il senso del miracolo: e vincerai con le tre Madonne, e sbancherai con la Trinità Divina (Pater, Filius, Spiritus S.)

Via le slot dai locali di consumo, dagli spazi laici, si alle slot negli spazi religiosi, solidali, il gioco è una forma di preghiera, richiede luoghi sacri, e finalità adeguate, dunque basta regalare il sangue alle elites finanziarie, si alla redenzione km0, si al gioco solidale, si alle slot a sostegno del terzo settore, carità pubblica, mense popolari, dormitori pubblici,  volontariato, tutela patrimonio artistico e beni ambientali: e chi più ne ha, ne metta!

A quel punto la cura della ludopatia è immediata, i costi sociali si tramutano in risorse, l’apatico che riversa il suo capitale emotivo in una slot, un benefattore, un filantropo, uno che disperde e dilapida pro bono, ecco il vero altruismo, il gioco del dare, l’economia del dono.

Ecco cosa significa il miracolo dei pani e dei pesci, ecco il miracolo fatto quel giorno da ns. Signore Gesù Cristo: una lotteria di beneficenza, la pesca di beneficenza, ecco l’appiglio, il precedente, ecco la vera via cattolica per affrontare il peccato della slot: non allontanarla dalla comunità, ma riportarla dentro la chiesa.

(editoriale de L’Osservatore Elaviano n.3, foglio di contro-sub cultura luppolacea del Birrificio Indipendente Elav. Una nota avverte: questo editoriale è stato selezionato da 7 elaborati prodotti sul tema da 7 autori di diversa estrazione culturale dopo aver bevuto diverse 7 birre)

the gori job

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S/W Ver: 99.21.08R

carte, gori, maratona, scopa, ora sappiamo cosa faceva Gori in quella veranda:

svelato the gori job, the gori revolution: trascinare il paese fuori dal debito-depression della ludopatia, dalla tristezza senza fine del gioco d’azzardo, con un’operazione di sano neo-realitysmo: no Lottomatica, no Sisal, no slot, no poker on line, si Masenghini, si Dal Negro, si briscola, si scopa!

e dunque legalizzazione della scopa e della briscola (oggi vietate nei luoghi pubblici) e contagio del pubblico giovanile attraverso tornei televisivi spettacolari,

una grande operazione culturale, politica ed economica, per riscoprire il piacere stupefacente/narcotico dei giochi autoctoni delle carte, soggettivamente più appaganti e socialmente più sostenibili, come sanno bene i nostri nonni:

quarti di vino, porconi, sigarette, battute volgari, risate, nei circoli dopolavoro, nelle case del popolo, nelle acli i nostri nonni non giocavano responsabilmente, ma come pazzi, facendo follie, rischiando insulti e scherni per fare una scopa, e chi perdeva pagava le consumazioni,

il partito comunista e le parrocchie erano i padroni di queste sale gioco, dove di fatto si cementava una comunità,

poi diventando una società moderna abbiamo vietato il gioco delle carte nei locali pubblici, in quanto “gioco d’azzardo”, e successivamente con totale ipocrisia giuridica di stato abbiamo riempito i luoghi pubblici di slot machine, e pubblicità del gioco on line,

e le10 società finanziarie (Sisal, Lottomatica, etc) che hanno in gestione il gioco in Italia (gratta e vinci, lotto, poker on line, slot, scommesse sportive), sono ormai la prima azienda del paese per fatturato: un fatturato che non ha alcun senso economico se non il dilapidare “direttamente dai cittadini alle multinazionali finanziarie” risorse, risparmi, redditi e rendite che altrimenti investite in imprese o semplicemente spese in consumi sarebbero ossigeno per tutto il sistema-paese (parliamo di un 10% del Pil!)

E inoltre: 7 di queste società hanno sede in Lussemburgo. E inoltre: diversi leader di ogni colore politico, compresi molti del partito democratico, come l’attuale primo ministro Renzi, e il suo predecessore Letta, sono membri della Fondazione Vedrò, il “laboratorio politico” finanziato dalle suddette società. E inoltre: i provvedimenti antislot (come i 1000 euro di bonus fiscale all’esercente che toglie una slot) vengono ridicolizzati da “modifiche unilaterali del contratto come previsto dal contratto” (l’esercito che toglierà una slot dovrà pagare 6000 euro di penalità) apportate 24h ore dopo…

C’è qualcosa di arcaico in un popolo che sacrifica ogni suo bene ammassandolo ai piedi di un dio-tiranno fagocitatore, vorace e crudele, segnala la regressione, il ritorno a quello che in un vecchio trattato di’antropologia è definito come il tipo primitivo, cavernicolo, pre homo sapiens, di società superstiziosa, anteriore non solo alla scrittura, ma alla parola stessa, in grado di emettere solo suoni gutturali associati a gesti elementari, indicativi, induttivi, incapace d’intendere e di volere, totalmente soggiogata da stregoni capaci di spacciare semplici fenomeni naturali come pratiche magiche.

Oltre ogni ipocrisia, il ritorno al gioco vero, a km0, associato alla unica vera forma di finanza etica, il risparmio egoistico (nel progetto si prevede questa doppia terapia: da un lato il piacere del gioco puramente ludico, dall’altro l’eccitazione del risparmio, con versamenti quotidiani sul proprio conto delle somme che oggi si bruciano nell’azzardo)

sarà il cardine di comunicazione di un neo-realitysmo virtuoso:

partendo da Bergamo, questo promo-reality, più scopa meno slot, sarà il modello per la diffusione nazionale del gioco sportivo/spettacolare e della nuova finanza ego-etica;

decisiva sarà la campagna pubblicitaria e d’opinione per la liberalizzazione del gioco delle carte nei locali pubblici, sostenuta da marchi storici di produttori di carte come Masenghini-Bergamo e Dal Negro-Treviso.

Ecco la super-mission di Giorgio Gori, ecco la tv-revolution, il neo-realitysmo etico e autoctono, per scardinare dall’interno la lobby pd-lottomatica e riportare gli italiani a credere in se stessi, godendo del vero spirito del gioco:

“vivi in modo responsabile, gioca liberamente”.

il paese della cuccagna

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Brueghel

per capire in che paese viviamo, si rifletta 3 minuti sulla vicenda della “guerra alle slot machines” in Lombardia, che sembra un racconto scritto a quattro mani da Pirandello e Tomasi di Lampedusa, con un apparente e illusorio lieto fine prima dell’assurdo e asperrimo finale:

in breve, con un’encomiabile erezione d’impegno civile L’Eco di Bergamo decide di dichiarare guerra alle ormai onnipresenti slot machine nei bar,

dopo 6 mesi di consensi  il 6 settembre la campagna d’opinione e sensibilizzazione diventa una mozione di legge nazionale per limitare le slot, e in Regione il 15 ottobre viene approvata una legge regionale promossa da Maroni con l’appoggio del Pd e di altri,

la nuova legge concede un bonus fiscale di €1000  (mille) per i gestori dei bar “pentiti” per ogni slot machine che viene “spenta”;

ed ecco il finale “assurdo”: esattamente 6 ore dopo la mozione di legge  la Sisal, la società pubblico-privata che distribuisce le slot nei bar e ne incassa i profitti, spedisce a tutti i bar d’Italia un “monstrum” giuridico – che pure l’attuale legislazione gli permette – ossia, in pratica, un “adeguamento automatico unilaterale del contratto”, con sua estensione a 9 anni,

e dulcis in fundo una una penale di €6000 (seimila) per ogni slot che viene “spenta”!

Dunque, caro barista, dopo 6 mesi di democrazia lo stato decide di abbonarti 1000 euro  per ogni slot che spegni, e dopo 6 ore la Sisal ti chiede una penale di 6000!

Risultato finale della prima guerra delle slot nei bar in Lombardia:

Sisal vs L’Eco/Maroni/Pd 6-1

L’analisi del bookmaker: la cosa interessante è questa: la Sisal è tra i principali e più munifici sponsor della fondazione Vedrò, il movimento politico trasversale catto-comunista da cui proviene Letta e metà del suo governo…

questo forse potrebbe spiegare la velocità della risposta Sisal:

scommetto che qualcuno, tra il comitato promotori e le commissioni che hanno scritto la legge,  attraverso la fondazione Vedrò, ha tenuto alacremente informato il management Sisal  sul testo di legge  in elaborazione…

secondo me c’è sotto il classico “spiù catolèch”… 

la quotazione che mi sento di proporre è 6 a 1

Il commento del docente di scienze politiche: quello che stupisce è non solo la velocità della risposta Sisal, ma la sua dittatorialità:

Sisal trasforma in carta traccia una legge dello stato, schiaccia come un insetto l’iniziativa di “buona democrazia” partita dal basso, e lo fa in poche ore.

Il messaggio politico lanciato da Sisal è perentorio, assertivo, coattivo, e costituisce de facto una auto-certificazione di potere assoluto,

Siamo nella fase ultima del degrado civile italiano: democrazia di facciata,  dittatura di fatto.

Questa piccola notizia “bonus 1000-malus 6000” è in realtà una spia, un segnale funesto per la democrazia italiana, e dovrebbe aprirci gli occhi su come i grandi monopoli finanziari pubblico-privati esercitano oggi il potere in Italia, facendosi palesemente beffe di leggi, istituzioni, movimenti e volontà dei cittadini.

Per avere più democrazia, in Lombardia, in altre epoche siamo stati capaci di fare il Risorgimento e la Resistenza,

oggi viviamo acquiescenti  nel paese della cuccagna,

un’élite di ottusi privilegiati dediti al lusso seduta su una massa informe di plebei tele-lobotomizzati dediti al gioco, o a qualche dipendenza,

con al suo interno un’esigua minoranza consapevole della realtà, ma sinceramente e irrimediabilmente pacifista,

siamo i sudditi ideali della finanza-parassitaria che si sta divorando interi ecosistemi e popolazioni,

siamo il sogno di ogni regime, la perfetta Sudditanza!

(imago: Il paese di cuccagna, Bruegel il Vecchio,1567, Alte Pinakotek, Monaco)