madalina è stata uccisa 2 volte

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madalina2

madalina palade, in foto, la ragazza rumena assassinata a Cene (Bg) è stata uccisa 2 volte:

la prima, domenica 9 marzo, a bottigliate in faccia da un violento recidivo  legalmente in libertà, nativo e residente in valle

la seconda dopo 7 giorni, domenica 16 marzo, a pugnalate nel cuore da tutta la valle

e con il contributo decisivo del quotidiano cittadino, L’Eco di Bergamo, che in apertura a tutta pagina titolava: SICUREZZA, LA VAL SERIANA SI MOBILITA,

e tu pensi si riferisca all’assassinio di Madalina, ma leggendo l’articolo scopri che solo e soltanto di furti nelle case si parla, di Madalina non si fa parola, tutta la valle si è mobilitata per i furti nelle case, migliaia di firme, lettere al ministro perchè mandi più poliziotti,

ma a Maddalena hanno rubato la vita, non ha a che fare questo con la sicurezza?

mettetevi nei panni di un rumeno che legge l’eco di bergamo.

non c’è da vergognarsi, valseriana, eco di bergamo?

vedi bergamo e poi muori

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BGmuori

circa due settimane fa mi è arrivata per Postini questa photo:  in copertina “vivi la città”, in retrocopertina “onoranze funebri”,

se sia una scelta volontaria, non si sa, certo è genio allo stato puro,  e ho subito risposto a Postini il sottotitolo adeguato: vedi bergamo e poi muori, e Postini l’ha pubblicato da qualche parte.

(Postini è un vecchio editore del cetaceo-cartaceo, esperto cacciatore di immagini e titoli)

Ieri alla PWS una laureata in lingue mi confessa di non averla capita.

Le dico: fa il verso a “vedi napoli e poi muori”.

Mi dice: non ho mai capito neanche questa.

Le spiego: dopo napoli, c’è un paese che si chiama “muori”, da cui il gioco di parole.

Ho capito, mi dice.

Mezz’ora dopo la rivedo mezza ubriaca. Ridendo, mi dice: vedi bergamo e poi mozzo.

easy writer

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EasyWriterFb

Il vero senso dello scrivere è scrivere d’altro, fuori da sé, lungi dal creativo, ma umanamente e onestamente traspositivo, da chiunque a chiunque, a presente diletto e futura memoria,

a recuperare, in epoca di social network e comunicazione world wide web, il gesto matrice di ogni cultura, l’incontro di due esseri umani, il mondo che si fa parola, la parola che si fa segno: raccontami una storia, ascolta la mia storia, non dimenticarmi, io rivivo nella mia storia rivissuta da chi verrà dopo o altrove,

attività ancestrale, rupestre, cavernicola, di testimonianza,  un lavoro facile, easy, alla portata anche di due carabinieri, uno parla, l’altro prende nota, perché la storia che oggi tu mi racconti possa essere ascoltata da altri,

come un film è una trasposizione di un testo, un testo è la trasposizione di un vissuto,

Easy Writer è la seconda PUB WRITING SESSION organizzata da Calepio Press con CTRL magazine e Birrifico Elav,  nel corso del Bergamo Film Meeting marzo 2014, dentro e fuori le bolle-bar in piazza della Libertà a Down Berghem.

Pub Writing Session è la performance live della scrittura fatta da genti (come dicono al CTRL) che raccontano una storia (Story Teller) davanti a una birra e  genti che la ascoltano e la tra-scrivono in presa diretta (Pub Writer):

Dunque PWS non è per gente che legge, e non è per gente che scrive di sé, ma sono storie raccontate da gente che non scrive, per far leggere gente che non legge.

Il tema della PWS Easy Writer è la magia del grande schermo, il cartellone delle storie da raccontare è questo:

1 UN FILM VISSUTO (d’amore/ d’orrore/d’avventura/da ridere) è una scena, una vicenda, una storia della tua vita che si è svolta o hai vissuto come in un film, da protagonista, comparsa, spettatore o regista.

2 UN FILM  VESSATO (in sala/ nella mia testa/nella mia cineteca/nella storia del cinema) è un film che ha sofferto e patito in vari modi, disturbato in sala, sparito dalla tua cineteca, o rifiutato dalla tua psiche, o dalla critica e dal pubblico.

3 UN FILM DA DIRIGERE (in casa/ a Bergamo/ a Cinecittà/ a Hollywood) è un soggetto o una sceneggiatura che hai nel cassetto, o nella testa, e che vorresti vedere girato e diretto da te, o da un regista scelto da te.

4 UN FILM DA DIGERIRE (una pizza/ un minestrone/ stimolante/ esplosivo) è il film che hai appena visto al Bergamo Film Meeting: parlane con noi, erutta le tue impressioni a tutta birra, ti aiuterà a digerirlo.

per partecipare come Story Teller, porta una storia,

per partecipare come Pub Writer, porta un portatile (ma va bene anche una biro).

napolitano-ucraina film già visto in ungheria

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napolitanoungheria

alla faccia della politica di piazza, notizia del giorno:

napolitano e renzi si sono incontrati nella sede dei servizi segreti!

giorgio ha spiegato a teo alcune cosette per cui all’italia, nonostante un’apparenza pro ucraina libera e filoamericana, convenga virare morbidamente e sostanzialmente in posizione filorussa (e filotedesca):

quando il gioco si fa duro, giorgio torna al suo vecchio amore, i tank dell’armata rossa.

(imago: le dichiarazioni del “pacifista” Napolitano quando l’armata rossa invase l’Ungheria, 1956, stroncando nel sangue la rivolta popolare)

 

cercasi disabili per sollevare palestrati

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tambor-2012-04

a proposito di advertising e diversamente abili (già disabili già portatori d’handicap)

e dell’appello da Sanremo della Littizetto ai big della GDO come Barilla e Nutella perchè inseriscano testimonial disabili o down nei grandi spot tv della “famiglia felice italiana”,

e sulla base del commento del mio amico P (Aiuto! Preferisco stare in comunità!),

e in seguito alla segnalazione fattami su facebook da Carlo Dal Lago, in merito alla voce “tambor” del calepinus bg moderno-it antico, che dà nome alla testata “il tambor”, organo d’informazione di una comunità disabili della val seriana, fatto e scritto da disabili,

mi permetto di avanzare una modesta proposta:

invece di aspettare e subire gli spot e gli zuccheri della Nestlè,

si cominci in ambito PDO-locale negozi imprese locali a fare piccola pubblicità su pubblicazioni come il Tambor, invece che sui superpatinati luxus (a Bergamo abbiamo più mirror-magazine che in interi paesi civili come l’Austria o la Danimarca)

sono convinti che a livello di immagine sia più sensato e redditizio per un negozio, una ditta, un laboratorio, un professionista fare pubblicità sul magazine della locale comunità disabili,

perchè con questo messaggio, siamo tutti disabili, si affronta la crisi, il deficit, e si impara a conviverci,

oggi abbiamo più da imparare dai margini sociali che non dalle elites,

non ci interessano più storie di successo, soldi, lusso, eterna giovinezza,

vogliamo imparare come poter vivere bene anche in tempi disgraziati.

Su “il tambor” si leggono articoli-recensioni come:

Albino è una grande città. C’è l’oratorio ma non ci sono mai andato. Non ci posso andare perché non è il mio oratorio. Ad albino c’è la discarica dove portiamo la  carta. Dove c’è il Pellicano io conosco una ragazza gentile e bella.  Jhony Rota

Di bello c’è la pista ciclabile, si cammina da Albino. Si va a piedi o anche in bicicletta fino a Cene dove c’è il parco giochi e i giardini pubblici. C’è la funivia che va a Selvino. Sono andato ancora con la funivia con gli operatori. Avevo la tessera per non pagare. Mi è piaciuto tanto, si vedevano i paesaggi giù a basso.

Al mercoledì c’è il mercato grande. Noi in comunità andiamo al mercato a fare la spesa. C’è il laboratorio del Pasquale: ci vanno i disabili a lavorare il legno. Mi piace di più la chiesa di San Giuliano, patrono di Albino. E’ la chiesa parrocchiale. Tutti gli anni vado alla messa di natale alla vigilia con Luca e qualche ragazzo della comunità Deinos. L’anno scorso siamo andati alla chiesa di San Rocco. I custodi ci hanno offerto da bere e sono molto bravi.  Danilo Paris

Ad Albino di bello c’è il bar e la biblioteca e qualche bancarella e c’è anche il mercato. Di brutto c’è la chiesa e c’è la palestra e poi ci sono le scuole che sono brutte perché si scrive e si colora e uno si annoia e si stanca e suda quando scrive. 

E poi è brutta la Valle del Lujo, è brutto il sentiero perché ci sono le vipere e le bisce e poi si inciampa e si cade e si rischia di prendere la storta alla caviglia. E poi di brutto c’è il fiume perché c’è la corrente e poi di brutto c’è il campanile perché è alto e suonano le campane e dà fastidio.

Di bello ci sono quelle commesse del Punto Scarpe perché ci danno 5 euro e c’è anche il caffè e ci fanno fare le cose facilissime. Qualche volta ci danno il cioccolatino e anche le caramelle e ci sono anche persone gentili.  Juri Bonadei

(imago: il Tambor n157 aprile 2012, da cui sono tratti i testi citati)

Unione Artigiani Bg fuori dal mondo

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artigianBG

Le imprese artigiane sono decimate dalla crisi, il numero delle imprese chiuse non è mai stato così alto, il numero degli artigiani o imprenditori che si suicidano non è mai stato così alto,

eppure il periodico dell’Unione Artigiani di Bergamo e Provincia come un qualsiasi magazine tv-gossip esibisce in copertina un paio di tette per rendere più appetibile la quota associativa, come fosse un club privè,

poi propone due articoli di cronaca mondana interna stile antico regime (cena annuale con le Banche, con 18 foto dei membri del cda, collegio sindacale e probiviri di artigianfidi con i rappresentanti delle banche;  la Vice Presidente per la Organizzazione di Confindustria porta il suo saluto al Comitato di Presidenza di Assoartigiani, foto di 9 maschioni incravattati adoranti 1 bella donna in tailleur nero)

poi una bella pubblicità delle banche a pagina intera (vai alla tua banca e chiedi di artigianfidi!)

e dulcis in fundo, tutto il paginone in quarta di copertina dedicato a Convivialità e Formazione, Convegno Dirigenti e Quadri dedicato a tutti i nostri associati nonché ai loro familiari al Veraclub Radisson Blu – Mar Rosso struttura a 5 stelle direttamente sulla spiaggia – attrezzata con lettini e ombrelloni gratuiti – quota di partecipaz. una settimana all inclusive €890, e 7 foto di bungalow, buffet, spiaggia, mare, tramonti.

Se il periodico dell’Unione Artigiani è così kitsch, la questione è molto più che estetica, perchè è kitsch ciò che è diventato molto diverso da quel che pretende di rappresentare.

Cosa deve pensare un artigiano nel ritrovarsi tra le mani questa pubblicazione, che dovrebbe rappresentarlo,

cosa deve pensare l’artigiano in fallimento, in crisi totale, nera, di soldi, lavoro, prospettive, futuro,

l’artigiano che per anni ha pagato tutto quello che c’era da pagare, compresa la quota alla propria associazione, comprese le rate dei mutui e gli interessi sui fidi avuti su consiglio della propria associazione?

Se in un momento come questo, il mio giornale, la mia associazione, invece di darmi forza, armi e iniziative, si limita a chiedermi la quota e per il resto non fa che parlare di sé, di dirigenti, di tette, di cene e di vacanze, allora non c’è più speranza.

com’è brava la ue a scatenare le guerre civili

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ucraina

Percentuale di falsità nei media europei su quello che sta succedendo in ucraina: 97%

Dipingere i manifestanti come idealisti europeisti schiacciati da un governo autoritario, fa comodo alle anime semplici (e ai giocatori professionisti dietro le quinte dell’informazione);

ogni semplificazione è un crimine, ma sarebbe comunque più corretto specificare che “le opposizioni” sono composte da un ex pugile (sostenuto da Rudolph Giuliani, qualcuno se lo ricorda?) + il  partito estrema destra (neonazi e antisemita) + il partito dell’ex premier  “giovanna d’arco” Timoschenko (in carcere, con l’accusa di aver commissionato un duplice omicidio di un leader/concorrente nella corsa al gas russo).

La realtà è che il popolo ucraino è diviso in due etnie, ucraina e russa, da sempre in guerra, come nella ex iugoslavia;

la questione del gas è il vero tema su cui si scontrano i due schieramenti: le opposizioni sono filo ue, e cioè filoamericane, mentre l’attuale governo è filorusso;

con la timoschenko al governo gli ucraini si erano trovati a pagare il gas il doppo di quello che lo pagano i tedeschi,

motivo per cui ha perso le elezioni in favore dell’attuale presidente che ha fatto un accordo con Putin economicamente molto più vantaggioso,

questo alla ue cioè agli usa non andava molto bene,

ed ecco gli scontri di piazza, la rivolta, il nobile consenso ue (che in realtà fino ad oggi ha affamato gli ucraini col prezzo del gas) e quindi la minaccia di intervento americano, un film già visto,

l’ue è bravissima nello scatenare guerre, da cui poi si astiene in nome della pace, lasciando il campo all’amico americano

morale della favola “l’opinione pubblica europea”: il gigante russo ha capito che deve investire molto di più e meglio in “comunicazione occidentale”,

uno volta lo faceva tramite il partito comunista che finanziava gli intellettuali della sinistra europea; oggi lo fa sponsorizzando la Champions League con Gazprom

ma i risultati non sono gli stessi.

(“…paradossale il caso europeo: il suo peso finanziario è secondo solo a quello degli stati uniti, sono europei la metà dei membri del G8 e addirittura 20 membri su 23 della NATO, tuttavia il suo peso politico è pari a zero.

La spiegazione è molto semplice: l’europa come soggetto politico non esiste, come direbbe il Metternich è solo “un’espressione geografica che si è data un moneta”.

La ue comprende 27 paesi, l’eurozona, dove vige l’euro, tuttavia ne comprende solo 16 (più 5 che non sono ue)

la moneta è uno strano compromesso emesso da un consorzio di banche centrali che restano ciascuna per proprio conto titolari della rispettiva riserva aurea.

Le rispettive “intelligenze” (si era annunciata una “FBI” europea di cui poi si è saputo ben poco mentre di fatto dopo l’11 settembre si è imposto un coordinamento antiterrorismo a guida americana) restano le roccheforti più inespugnabili della sovranità nazionali.

La ue è più di un’alleanza, ma meno di uno stato.

In queste condizioni non può superare il livello dell low politics e accontentarsi di un ruolo ancillare nei confronti degli usa”

Aldo Giannuli “Come funzionano i servizi segreti” ediz. Ponte alle Grazie)

imago: il più grande paese europeo, l’Ucraina.

sanremo family

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sanremo 2014-scenografia-teatro ariston

la puta erotica, d’oltralpe (l.casta)

la mamma di mezza età, saldamente depressa (a.ruggiero)

la nonna lesbo, ipercinetica (r.carrà)

il nonno dei fiori, guru antirughe (c.stevens)

i padri ingombranti e anticonformisti, morti (jannacci, de andre)

i figli di papà, ligi e devoti (jannacci, de andre)

i conduttori, al servizio dell’undicesimo comandamento (“scherzavo”)

per ambientazione, un palazzo in abbandono,

la sanremo family è come sempre il peggior ritratto possibile del paese.

zenoni chi?

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DavidGoliath

Zenoni è il candidato sindaco dei 5 stelle a Bergamo.

Alle ultime (per loro: prime) elezioni, i 5 stelle a Bergamo sono risultati i più scarsi 5 stelle d’Italia.

Sul web dovrebbero essere i padroni della comunicazione, ma se cerchi zenoni su google  solo dopo 30 schermate trovi  zenoni (candidato dei grillini) che da l’eco di bg dice: “siamo supersfavoriti”.

Scopri che si chiama Marcello e ha un profilo facebook da 2-300 likes dove si dichiara

architetto, negli anni sempre più specializzato nel campo dell’industria petrolifera. Dal 2002 collaboro con società multinazionali per lo sviluppo e la progettazione e l’attività di project management di nuovi impianti di distribuzione carburanti. Inoltre mi sono dedicato alla ricerca immobiliare e sviluppo di insediamenti commerciali.

allora torni su google e digiti esso zenoni, o auchan zenoni, o carrefour zenoni,

e la prima voce che ti esce è: Marcello Zenoni, profilo Linked In.

da Linked In scopri che l’azienda per cui lavora è:

è il punto di riferimento nell’ambito dei progetti multisite e annovera tra i suoi clienti multinazionali quali Esso, Shell, McDonald’s, Morgan Stanley.

A questo punto il credente della democrazia digitale ha lo stesso dilemma che aveva da compagno: è sensato, è lecito per Davide prendere lo stipendio da Golia?

Per me, con la mancanza di lavoro che c’è oggi, no.

Oggi io posso accettare e seguire solo un mio simile, oppure un San Francesco, uno che si spoglia.

In quanto a spogliarsi, e presentarsi nudi all’elettore, al momento forse Gori è messo meglio. Lui ha venduto i suoi giocattoli e si è messo per intero nella politica.

Si, è più facile quando te lo puoi permettere, per questo la deriva naturale della democrazia è l’aristocrazia, e per questo in teoria si finanziavano pubblicamente partiti e incarichi politici.

Quindi un imprenditore del pd che ha venduto le sue aziende e prende sia i soldi pubblici che quelli privati tramite fondazioni sorelle, è di fronte all’elettore più pulito di te che rinunci ai soldi pubblici ma come tutti gli schiavi prendi lo stipendio da un padrone-multinazionale che persegue i propri interessi e solo per questo ti paga, al che gli elettori invece di darti fiducia, si insospettiscono, è così che ragiona l’elettore medio.

Questo conflitto d’interesse con il tuo lavoro ce l’hai sia come 5 stelle che come sindaco,

qualcosa devi scegliere, e dirlo adesso, devi dire se stai ancora progettando centri commerciali e pompe di benzina, se lo farai anche da sindaco, o da consigliere, se hai chiesto un’aspettativa, cose così, agli elettori interessano, viste le ultime esperienze.

Evitiamo pure il Tentorio nudo, ce lo immaginiamo, purtroppo. Non è nemmeno tutta colpa sua. Sindaco-commercialista è per natura conflittuale, come lo è stato sindaco-avvocato con Bruni, e come lo sarebbe anche il sindaco-architetto,

qui è tempo di avere un sindaco-sindaco, capace di decidere, e decidere bene,

ci sono troppe cose decisive per la città sulle quale sembra che la città non possa decidere,

parliamo di città, alta, città bassa, mobilità, aree inutilizzate,

accademia carrara, caserma montelungo, ospedali riuniti,

i nodi pubblici della bergamo bassa storica, ridotti a fardelli, mentre sono risorse della città,

queste cose la gente le sa, le pensa, vorrebbe qualcuno che le dicesse, e le facesse,

occorre un leader di razza, un sindaco-guerriero, un colleoni, un francesco nullo,

quindi, zenoni, ti tocca tirare fuori i colleoni,

in realtà è un favore che ti faccio, con questo attacco,

nessuno ti caga, e nessuno ti attacca, perchè in realtà hanno paura di quello che potrebbe dire e fare uno che non è legato ad alcuna lobby politico-economica,

se solo riuscisse a rivolgersi con forza e credibilità agli elettori,

e ti mancano entrambe, ma mancavano anche a Davide.

facebook esiste dal 1929

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fbfriends

noi usiamo facebook e ne vediamo ogni pregio ma dobbiamo anche dire che in realtà facebook è un’idea nata in Italia, 85 anni fa, con il nome di ovra,  per

monitorare opinioni, viaggi e attività sociali dei singoli, cosa pensano, cosa fanno, dove vanno, quando, con chi; e attraverso fotografie, registrazioni e resoconti scritti creare, aggiornare e archiviare i profili dei soggetti.

L’ovra (Organizzazione Vigilianza Repressione Antifascismo) nasce nel 1929 come polizia segreta del regime fascista.

Occupava migliaia di informatori e teneva aggiornate le schede, i profili, di 200.000 italiani.

La stessa funzione oggi svolta gratuitamente da facebook su/da 25 milioni di utenti/informatori, ognuno dei quali è in primis delatore efficientissimo di sé stesso,

si scheda da solo, gratis, e offre i suoi dati a un invisibile server (controllato dalla Cia? dalle multinazionali?)

L’ovra era una polizia segreta, pagata, e rispondeva direttamente al duce, una sorta di emanazione fisica del duce, allo stesso tempo megafono e spione del paese, vocione, orecchione, occhioni,

polizia segreta e mass media nascono infatti col fascismo,  come tecniche di irregimentazione mediatica, per quelle funzioni complementari di consenso globale e controllo massivo che sono oggi svolte da un unico soggetto auto-riferito: i social network.

L’idea ovra di una polizia preventiva che controlla i pensieri, le opinioni, una “polizia del pensiero” è stata poi adottata dalla germania di hitler e dall’urss di stalin, fino a trovare la sua massima applicazione nella DDR della guerra fredda, dove la stasi aveva già realizzato prima di facebook l’ideale di schedare tutti i cittadini.

In realtà un filo rosso-nero collega i regimi totalitari del novecento (nazifascismo e comunismo) e l’attuale società dello spettacolo, post-industriale e post-democratica.

Camuffare, omologare, esibire. Fascismo, facebook.  Ecco il made in Italy.

Il fascismo ha creato (o assecondato) un popolo di coatti, succubi e furbetti

Il made in Italy ha prodotto generazioni di snobisti di massa e fashion-victim,

Facebook ha reso endemica e pandemica la pulsione esibizionista,

e la conseguente psico-dipendenza dal pubblico, dal consenso del pubblico,

nevrosi un tempo riservata a vip, star, attori, cantanti, uomini politici, artisti, scrittori, oggi a portata di chiunque, e devastante.

Quando ogni esperienza viene vissuta all’unico scopo di essere pubblicata, la propria vita reale perde di significato  e autonomia,

ci si riduce di fatto a fare i turisti di sé stessi, sempre stanchi, nauseati, infine svuotati.

Inizialmente esaltante, la propria visibilità col tempo diventa un supplizio, umanamente insostenibile, è questo che rende pazzi i dittatori,

tutta quella massa che potrebbe amarti e invece non ti ama, ti crea una pressione, ti dà una solitudine che è la solitudine del dittatore, o anche dell’attore e dell’artista.

Oggi comprendiamo il finale tragico della profezia di Warhol su un mondo in cui tutti avranno il loro quarto d’ora di celebrità: e il resto della vita vissuto a quello scopo.

Come è successo? I social ci hanno dato la possibilità di pubblicare gratis, e noi gli abbiamo regalato con gioia tutto di noi,

dati, contenuti, pensieri, foto, poesie,

ma alla fine ce ne accorgiamo, lo percepisci, ti sei privato di qualcosa di molto importante che prima avevi e adesso non hai più: la dimensione del privato, che è una dimensione di tipo “sacro”, inviolabile.

La questione vera, filosofica, è: di cosa è privato, il privato, nel momento in cui viene reso pubblico? Di senso, di verità, di autenticità, di valore.

Con arroganza, chiamiamo primitivi e ingenui i popoli convinti che una fotografia possa rubare l’anima. In realtà gli ingenui siamo noi.

Quel che ogni giorno ci capita sui social network dovrebbe aprirci gli occhi.

Se facciamo una gita romantica in barca e appena tornati tu posti foto e sensazioni, in quel momento tra noi è tutto finito (oppure era già tutto falso fin dall’inizio).

Viene al pettine il famoso nodo parmenideo all’origine della filosofia occidentale, e del nostro modo di essere:“noi diciamo le cose come sono, o le cose sono come le diciamo?”

Il mondo non esiste sino a quando c’è qualcuno che “lo” dice: ma nel momento stesso in cui ne fai parola, o immagine, quel mondo, che prima era tuo, diventa di tutti,

e siamo nel tunnel di Aristotele, un mondo dominato da filosofi, profeti, dittatori, pubblicità e opinion leader.

Nei social network, sintesi di mass media e polizia segreta, in realtà ci giochiamo i nostri rapporti umani, i nostri rapporti col potere, e anche i nostri rapporti con noi stessi.

Nella versione ovra, il potere cerca gli oppositori, li identifica, li conta, ne ha bisogno per alimentare la sua ideologia sintetizzata dallo slogan molti nemici, molto onore.

Nella versione 2.0 la dinamica è speculare, sono i sudditi che cercano il potere, lo desiderano, ne hanno bisogno per alimentare il credo molti amici , con quel che ne comporta (molto disonore).

Il consumo della parola amici, amicizia, è forse il vero danno sociale prodotto da facebook in questi dieci anni.

Puoi avere uno, due, tre, dieci amici, o anche nessuno, e sei un essere umano.

Ma se hai mille amici, sei un burattino. L’amicizia non è un click.

tratto da: Sean Blazer, Lo stile italiano, inedito CalepioPress©, precedenti uscite:

https://calepiopress.it/2013/03/25/lo-stile-italiano/

https://calepiopress.it/2013/05/29/un-fantasma-si-aggira-per-leuropa-litalia/

https://calepiopress.it/2013/10/25/union-jack-italy-1861/