mensa te che storia!

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ci sono cose che succedono per caso, o forse grazie a una buona stella.

Oggi, al Lazzaretto, alla tavolata mensa te!, è successo questo:

due persone che non si erano mai viste prima, chiacchierando tra un bicchere di vino e una scodella di pasta zucca e fagioli, si sono “scambiate” le rispettive storie che ipso facto sono diventate storie a lieto fine:

storia 1, donna 40 anni: vivo da sola in una casa su due piani, con una camera vuota, ho problemi di salute e bisogno di una mano in alcune circostanze. A volte penso che se trovassi qualcuno che non ha un posto dove stare… potrei offrire vitto e alloggio

storia 2, uomo, 30 anni: allora ti dico com’è veramente la mia situazione: ho perso la casa e non ho un posto dove stare, cerco ospitalità in cambio di piccoli lavori…

A me, e agli altri mensatori presenti, questo incontro è sembrato una specie di miracolo.

Trovarsi fianco a fianco, condividere il pasto, e ritrovarsi negli sguardi del prossimo al punto da decidere, dopo mezz’ora, di condividere bisogni e risorse…

per queste cose i social network non bastano, a volte una persona in carne e ossa con la quale mangi ti dà più fiducia e certezze di un ectoplasma col quale chatti da anni…

Siamo usciti dal Lazzaretto con una marcia in più. Mensa te! sarà sicuramente un’idea  assurda (morti di fame in proprio che vivono di idee in comune) ma… funziona!

(photo: lo stendardo Mensa te! cucito a mano con pezze di scarto)

fagioli in zucca! mensa te!

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MensaTe!menu1

fagioli superbio in ammollo e zucca piena km0 + scodelle vintage anni 80 è + cucchiai Sheffield inglesi anni30,

è la prima dotazione arrivata in Calepio Press per il Mensa te! di domani al Lazzaretto, happening dei creativi spiantati-appestati, + 10Lt vino ex televendita televisiva notturna,

l’assurda idea di 4 morti di fame (mangiamo insieme) sta diventando realtà,

domani h12.30 al Lazzaretto 1 pasto x 1 idea, chiunque si presenti con 1 idea (scritta, disegnata, fotografata) la consegnerà alla cassa come fosse un buono-pasta e riceverà una ciotola di pasta zucca e fagioli + un 25cc di vino,

nasce la prima mensa popolare/fabbrica delle idee,

per il primo appuntamento prepareremo 50 pasti, e ci aspettiamo 50 idee,

le idee saranno pubblicate e condivise sul sito mensa te!

http://mensate.wordpress.com/2014/05/05/diario-di-un-idea1/

de Accademia Carrara aeris et veritatis ore

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AccCarrAllest

Un comunicato stampa del Movimento 5 Stelle di Bergamo, firmato dall’architetto Attilio Pizzigoni, informa che i lavori di ristrutturazione e allestimento dell’Accademia Carrara, preventivati in 8 mesi e 5mln euro, sono arrivati già a 5 anni e 12mln euro

(“in questo modo hanno alimentato e foraggiato amicizie e clientele, e soprattutto incompetenze e incarichi dati senza concorsi, e cattive gestioni dei soldi dei cittadini”)

ma soprattutto rivela la vera causa dell’intoppo-ritardo dell’ultimo anno, il vero motivo per cui l’allestimento virtuale in foto non potrà diventare reale a breve:

in mezzo alle pareti dove saranno appese le opere della pinacoteca ci sono i bocchettoni dell’aria condizionata

chi lo scrive, l’arch. Pizzigoni, non è l’ultimo arrivato, insegna al Politecnico e presiede abitualmente commissioni tecniche di collaudo delle opere di architettura/ingegneria,

la notizia ha qualcosa di grottesco e agghiacciante, nemmeno uno sceneggiatore di serie b riesce a immaginare una cosa del genere,

si pregano i responsabili della comunicazione di uno dei 3000 enti interessati (comune, cobe, etc) di smentire, e fornire al contempo una spiegazione plausibile.

 

cercasi egoisti per attività solidale

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CarloDalLago

Carlo Dal Lago il grande maestro-filosofo, come capita ai migliori, se ne è andato – oggi h16 cimitero di Bergamo ultimo saluto.

L’avevo conosciuto esattamente 20 anni fa, io allora operatore di sostegno in una comunità disabili. L’avevo accolto con queste parole: e tu cosa sei, un paziente, o un dirigente? Mi aveva risposto: un dirigente paziente.

Recentemente l’avevo ritrovato nei social, i suoi commenti erano sempre i primi nei post più difficili, e dal vivo al Bergamo Film Meeting, dove era venuto ad “osservare” l’operazione Pub Writing Session.  Non ci vedevamo da 20 anni. Ti ricordavo più vecchio, gli avevo detto, e lui: invece io ti ricordavo più giovane.

Qui sotto un estratto di un suo articolo su l’Equo di Bergamo dal titolo “Cercasi egoisti”:

… noi alla Bottega Solidale non ci sentiamo altruisti. 
Magari siamo un po’ degli illusi che credono che praticando un commercio equo e solidale si migliori il mondo,
che riconoscendo un giusto prezzo ai prodotti del lavoro dei contadini o degli operai tessili del sud del mondo questo mondo finisca per migliorare. 
Insomma, bisogna che lo confessiamo, vogliamo migliorare il mondo perché siamo egoisti.


Crediamo che un mondo dove il riconoscimento del valore del lavoro viene prima dei valori in borsa sia più corrispondente ai nostri interessi.
 Non siamo contrari alle guerre perché siamo pacifisti.
 Siamo contrari alle guerre perché dalle guerre non ci ricaviamo niente. 
Non siamo fabbricanti di armi.
 Per di più pensiamo che le spese militari potrebbero essere meglio spese per le pensioni o per gli ospedali e le scuole.


Siccome non siamo ricchi vediamo il mondo da un altro punto di vista. 
Non sono i ricchi che ci danno il lavoro, siamo noi che gli diamo ricchezza con il nostro lavoro.
 Siccome non siamo ricchi sappiamo che la crisi non è determinata dal fatto che lavoriamo poco ma dal fatto che a qualcuno il profitto non basta mai.

Il profitto sarebbe una droga su cui fare compagne di disintossicazione più incisive di quelle contro l’alcol, il fumo e la cocaina.
 Siccome non siamo ricchi vogliamo migliorare il mondo di tutti perché nei tutti ci siamo anche noi.
(…)

Cerchiamo egoisti che abbiano un po’ di tempo da passare in bottega.
 Il lavoro non è pesante ed intanto che si lavora si fanno due chiacchiere con gli amici e con i clienti.
 Con i clienti ci si trova bene. 
Sono egoisti anche loro.

tratto da

http://www.equodibergamo.it/?p=1081

se gli italiani fischiano l’inno nazionale

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La partita forse più significativa dell’anno, la finale di coppa Italia in eurovisione tra napoli e fiorentina, preceduta da 45 minuti di puro melodramma collettivo, secondo la migliore tradizione operistica italiana, ha dato un’immagine chiarissima dello stato di salute del calcio italiano, e del sistema spettacolo-politica, in procinto di “saltare”;

i fatti: prima della partita, nel corso di un non meglio precisato scontro tra tifosi, si registrano tre feriti da arma da fuoco, di cui uno gravissimo,

per quasi un’ora, con lo stadio gremito e tutte le tv in diretta, abbiamo assistito alla rappresentazione live del melodramma su due linee (cosa fa il potere, come reagisce la massa) in presenza di un evento (o notizia) destabilizzante;

abbiamo visto un capo ultras (nella foto, Genny La Carogna, leader degli ultras del Napoli) con tanto di t-shirt “Speziale libero” (il ragazzo condannato per l’omicidio di un ispettore di polizia avvenuto qualche anno fa negli scontri a margine del derby catania-palermo) che di fatto “riceveva” le delegazioni delle forze dell’ordine per decidere se la partita si poteva giocare o se, come pareva in un primo momento, dovesse essere sospesa;

mentre in tribuna i presidenti di napoli e fiorentina (de laurentis e della valle) si riunivano come ministri attorno a renzi, dalla sua postazione sulla cancellata Genny La Carogna, dopo aver ascoltato il rapporto della digos (il ragazzo ferito era fuori pericolo, e inoltre non era stato ferito da ultras della fiorentina, ma un un ultras della roma) dava il suo consenso allo svolgimento della partita;

Mentre i rappresentati delle forze dell’ordine andavano a parlamentare con il capo ultras, le 60.000 persone nello stadio, e i milioni di telespettatori a casa, erano tenuti all’oscuro delle decisioni prese, nessun comunicato, nessun avviso;

così, con 45 minuti di ritardo, e il consenso di Genny, la partita si è giocata secondo il programma, con il cerimoniale  d’apertura, l’inno di mameli cantato da alessandra amoroso, fischiato in modo assordante (ma forse è i 60.000 dello stadio fischiavano proprio il modo di agire “spettacolare e melodrammatico” delle autorità…)

nemmeno con tutta le opzioni del mixer suono è stato possibile mascherare il fatto: un’intera folla (di napoletani e fiorentini, riunita a roma) che fischia dal vivo l’inno nazionale,

imbarazzo e disagio delle autorità, renzi esce dallo stadio, la povera amoroso riesce a finire l’inno,

risultato: l’europa da oggi è consapevole che uno dei suoi membri fondatori non solo è antieuropeista, ma è anche antiitaliano.

il senso di questo melodramma è risultato chiarissimo: la democrazia italiana è in coma profondo, non esiste autorità istituzionale, non esistono regole, non esiste rispetto per il pubblico, le decisioni sono prese all’ultimo istante, in emergenza, sulla base delle pressioni dei gruppi di potere, seguendo psicodrammi innescati da eventi destabilizzanti, cioè da notizie strumentalizzate, come scene di un brutto reality.

L’unica proposta davvero sensata la fece tempo fa, quand’era primo ministro, il prof. Monti: sospendiamo per due anni il campionato di calcio. Ma forse non si era reso conto di aver fatto la più destabilizzante delle proposte.

Spento il calcio, c’è il rischio che la gente si metta a pensare, e ad agire, e a reagire, anche al di fuori di quei 90 minuti di “spettacolo” sportivo che ad oggi “contiene” un fermento sociale esplosivo.

ciotole mensa te! per quadrumviri

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mensateCiotole

l’idea mensa te! è una mensa popolare/fabbrica delle idee a costo zero (inaugurazione sperimentale: mercoledì 7 maggio h12.30 al Lazzaretto)

diario/report: siamo 4 morenti di fame, viventi d’idee, e ci rivolgiamo ai nostri simili per continuare così.

> athos, già autore del logo, si occupa della postazione-cassa, dove verranno infilate le idee con valore di buono-pasto (stiamo preparando moduli e biro per idee scritte a mano al momento, + postazione pc per scaricare idee-file)

> daniele prepara il blog-wordpress, virginia la pagina facebook,

> leo e teo si occupano del menu e delle stoviglie,

> menu: si decide per una pasta zucca e fagioli, la zucca vuol dire idee in testa, fagioli vuol dire buttare fuori, esprimere, veicolare le idee nell’aria

> stoviglie: scartata l’idea usa e getta (piatti di plastica, bicchieri di carta) si sceglie come stivoviglia unica la scodella, già simbolo dell’iniziativa, e si parte in cerca di scodelle

in spirito mensa te! si cercano scodelle usate, di scarto, a basso costo,

andiamo al mercatopoli, niente scodelle,

al triciclo, la signora ci dice che aveva un bel lotto di 25 vecchie scodelle, ma l’ha appena venduto alla comunità burkina-faso,

al market cinese di via suardi troviamo scodelle a basso costo in plastica o alluminio (in foto) che sottoponiamo al giudizio del collettivo,

quella in plastica costa 69 centesimi, quella in alluminio 90,

il nostro budget è puramente virtuale, rimandiamo la spesa all’ultimo giorno (fagioli, zucca, pasta, damigianina vino rosso, e scodelle) mentre per bicchieri e cucchiaio decidiamo di portare i nostri bicchieri e i nostri cucchiai,

se qualcuno volesse donare o prestare scodelle – la classica vecchia scodella – a mensa te!, le può recapitare oggi o domani al Lazzaretto (cella 69, associaz. “Piedi per terra” > Daniele Lussana tel  393.31006601 mail lussana.daniele@gmail.com  ) oppure a Calepio Press (via calepio 4, p.zza s.anna, > Leone Belotti tel 349.4015089 mail info@calepiopress.it )

stesso discorso e stessi recapiti per eventuali donatori di vino

> per partecipare, conferma tua presenza please all’evento sulla pagina fb:

https://www.facebook.com/mensate

(imago: scodelle alluminio o plastica?)

l’architetto extraterrestre

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Ho conosciuto l’architetto extraterrestre Attilio Pizzigoni alla fine di una bottiglia di whisky una notte d’inverno anni fa in un bar del viale con Gigi Lubrina. Si parlava di fare un libro su Guglielmo il Taciturno (un libro che farà rumore…)

Extraterrestre perché è stato l’unico membro della commissione di collaudo del nuovo ospedale capace a suo tempo di dire no, e bocciare.

Lo incontro per caso sul Sentierone, e sapendo che si è candidato al comune di Bergamo, gli chiedo di spararmi sui due piedi un decalogo delle cose da fare per la prossima giunta. E lui spara:

1) La prima cosa è aprire uno sportello per ascoltare i cittadini con l’impegno del sindaco di dare una risposta a tutti (l’aveva fatto in passato anche il sindacoZaccarelli)

2) Quindi “operazione trasparenza”: nominare una commissione di verifica su: a) la gestione degli immobili pubblici b) l’assegnazione degli alloggi alle famiglie bisognose c) il funzionamento delle società partecipate e delle fondazioni

3) tutti gli incarichi, lavori e manutenzioni e altro, affidati in base a concorsi pubblici veri, aperti, pubblicizzati, e in grado di favorire la partecipazione dei cittadini.

4) per questo aprire tavoli di partecipazione nei quartieri e in ogni settore per condividere con la cittadinanza ogni tipo di scelta che deve essere posta sul tavolo prima e non dopo aver assunto una decisione.

5) attivare il processo per “rifiuti zero”, gestione ecologica nettezza urbana.

6) fare tre parchi: uno alla Montelungo, uno a bergamo Sud , e il terzo quello delle Mura Venete, con anello pedonale completo alla base delle mura.

6) promuovere una gestione aperta e intelligente degli spazi per giovani (Polaresco, Edonè, via Pilo, etc) non solo per il tempo libero ma anche di avviamento al lavoro

7)  migliorare da ogni punto di vista ( accessibilità. mense, orari, e ampliamenti) le scuole comunali e soprattutto gli asili nido e le scuole materne.

8) viabilità urbana e suburbana, progetti sostanziali,  dai collegamenti sul sedime ferroviario (seriate-ponte san pietro con fermata al nuovo ospedale) al trasporto Orio-Stazione in tempo  con EXPO alla manutenzione e miglioramento delle piste ciclabili e alla loro interconnessione e inoltre aumentare le navette di trasporto gratuito tra i parcheggi periferici e il centro cittadino e/o l’università e città alta (aumentare le licenze di Taxi, e/o promuovere car sharing)

9) potenziare le istituzioni culturali cittadine mantenendole in stretto rapporto di servizio con la Città ( Biblioteca Maj, Accademia Carrara e Scuola D’arte, Conservatorio Donizetti, etc)

10)  mettere in rete  tutte le delibere comunali in modo accessibile e trasparente, e al contempo attivare un WI-FI libero e gratuito nei borghi,  nelle piazze dei quartieri periferici, nel centro piacentiniano e in piazza vecchia, ma soprattutto nei centri periferici di Redona,  Colognola, Campagnola, Longuelo e Loreto- Piazza Varsavia, Santa Lucia, Ospedali Riuniti e  Hospital Street del Saint John Twenty Three)

e poi ci sarebbero anche altre cose, forse sono troppe cose? o forse è il minimo che non è mai stato fatto?

Ok, architetto, gli rispondo, tutto condivisibile, ma dimmi una cosa, cosa ci fai nei 5 stelle, tu non eri uno di sinistra?

Scusa, ribatte, ti sembra di sinistra Gori?

Hai ragione Attilio, in realtà se ci pensi bene Gori è più un tipo da 5 stelle che un compagno.  Vedrai che al ballottaggio contro la destra vi appoggerà.

(photo ET: l’arch. Attilio Pizzigoni) 

assessorato alla scultura

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parlando con athos mazzoleni (candidato in comune bg nella lista 5 stelle) di cultura e scultura, sulla base dell’argomento del giorno (la statua di san G23 che nessuno vuole o sa dove mettere)

si tocca in realtà un tema apparentemente marginale, ma aperto e irrisolto, e cioè: hanno ancora senso oggi le sculture commemorative, celebrative, figurative?

i “moderni” vorrebbero i luoghi pubblici liberati dalle mummie di marmo, gli “antichi” invece amano questi simulacri dei grandi del passato,

in realtà, un “assessore alla scultura” dotato di cultura potrebbe risolvere il dilemma scultura sì – scultura no con un compromesso virtuoso, antico, ovvio e geniale:

> a Firenze 500 anni nasceva il primo museo del mondo, la Loggia dei Lanzi, in piazza della Signoria, dove le sculture sono raccolte ed esposte sotto un grande loggiato, protette dalle intemperie ma esposte al pubblico,

raccogliere le sculture in spazi dedicati significa sollevare sia le opere che gli spazi urbani dal superato intento retorico della scultura di piazza,

in questo modo accontentiamo tutti, e probabilmente anche le opere, meno esposte alle intemperie, sia meteo che human,  affrancate da compiti politici-didattici, e soprattutto liberate dal peso della solitudine: nessuno pensa mai all’estrema solitudine di una statua, sola al centro di una piazza, in eterno!

d’altra parte, spesso queste figure isolate e dominanti sono piuttosto sinistre e sembrano quasi portare sfiga e tormenti: riunirle sarebbe un modo per restituire loro umanità e socialità positiva,  quasi come una “compagnia” che si ritrova “sotto la Ragione”, in conclamata follia, come simpatici matti in parlatorio,

> l’assessore alla scultura dovrà occuparsi di stilare progetti di riposizionamento, diciamo, identificando uno o più spazi possibilmente protetti ma non chiusi, dove “raccogliere” le statue, che in questo modo potrebbero farsi compagnia, parlarsi, avvicinare la distanza del tempo nella prossimità della materia,

1)   nel Loggiato della Ragione, sotto la Ragione, in piazza Vecchia, troverebbero la loro sistemazione statue e busti di personaggi storici arte/cultura/spirito: con il Tasso che già c’è, metterei il conte Carrara cotonato, attualmente nascosto come un guardone nei giardinetti tra la Carrara e la Gamec (lo metterei ad osservare la linea dell’orologio solare) con papa Giovanni (che nessuno sa dove mettere) e il Ruggeri da Stabello di piazza Pontida, e la Nike del Creberg e l’arlecchino gitano…

2)   alla Rocca: tutti i militari, il Vittorio Emanuele, il Garibaldi (tirato giù dal piedistallo dell’omonima rotonda) il mezzobusto di Locatelli (strappato dalla fontana di via Locatelli) il Francesco Nullo e i fratelli Calvi di piazza Matteotti-Sentierone e naturalmente anche il partigiano impiccato di Manzù.

3)   nell’ex bosco faunistico ai piedi della Rocca, attualmente scavo-voragine, ecco l’occasione per realizzare il “parco degli alpini”, dove piazzare l’Alpino di piazzale degli Alpini, più quello di piazza Risorgimento-Loreto, più tutti gli alpini di paese che volessero aggregarsi nella scalata, così da liberare tutti i paesi della provincia da questi monumenti e restituire loro lo “spirito di corpo”

> L’assessore alla scultura dovrà altresì occuparsi dei lavori di spostamento-assembramento del popolo di pietra, eliminare tutti i segni inutili/effimeri (come i totem, i piedistalli, etc), fare insomma un lavoro di ecologia semiotica dell’arredo urbano, e al contempo pensare a questi nuovi spazi espositivi come nuovi musei o percorsi di scultura.

> Infine, non meno importante, l’assessore alla scultura si occuperà delle principali rotonde urbane (come la Rotonda delle Valli, di Longuelo, dell’autostrada, il rondò dei Caniana) nelle quali saranno sistemate tutte le statue minori, appiedate, a significare i poveri pedoni accerchiati dalle auto selvagge,

> ma anche nuove realizzazioni ad hoc, come le sculture dedicate ai caduti della strada, da realizzarsi con vere carcasse di autoveicoli incidentati (rinnovabili) a ricordo dei giovani morti sulla strada, e con funzione di monito alla prudenza, in sostituzione degli insulsi messaggi attualmente affidati ai pannelli luminosi, poco empatici.

Dunque, in un colpo solo, e quasi per magia, come un bravo arredatore, l’assessore alla scultura libera 19 piazze, crea 3 musei e dà senso a 4 rotonde.

Il prossimo assessore alla cultura dovrebbe dirci al più presto che intenzioni ha riguardo alla più pesante, antica e appariscente forma di cultura urbana, la scultura.

Quello che abbiamo avuto in questi anni è riuscito, per magia, a riempire la città di totem, cioè sculture allo stesso tempo invadenti nello spazio ma incapaci di durare nel tempo, dunque soltanto inquinanti.

(imago: la Loggia della Ragione, elaborazione by Athos Mazzoleni-Food for Eyes)

atalanta fugiens ex bergomi centro

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AthenaAtalanta2

ci sono statue che tutti vedono e pochissimi conoscono, come l’Athena vittoriosa che troneggia al centro della Torre dei Caduti in Bergamo Centro, che regge in mano una piccola Nike alata,

opera dello scultore-disegnatore bergamasco Alfredo Faino, uomo che si faceva beffe di tutti, e morì in modo beffardo, a Nizza, nel suo studio,

in breve: nato a Bergamo nel 1885, allievo del Tallone e del Loverini all’accademia Carrara, giovinezza boheme, autore di caricature dei bergamaschi come vecchietti da ospizio, scartato alla leva perchè troppo basso, si arruolò nei volontari della legione garibaldina, e nella prima guerra mondiale combatté nell’inferno delle Argonne al fianco dei francesi,

innamoratosi di una bella crocerossina provenzale, la sposò, e prese residenza a Nizza,

dove divenne artista affermato, tanto che fece il ritratto ufficiale di Poincarè, allora Presidente della Repubblica Francese,

vent’anni dopo, verso la fine del 1944 i partigiani francesi occuparono Nizza, dalla quale si erano ritirate le truppe nazifasciste. Fra di loro alcuni comunisti, armi alla mano, si recarono dai  cittadini di origine italiani per chiedere loro di rinunciare alla nazionalità italiana.

“Mais je suis italien!”, obiettò l’artista. Bastò questa protesta a decidere immediatamente la sua sorte: con una raffica di mitra fu così assassinato nel suo studio l’artista che sulle Argonne da combattente garibaldino aveva sfidato la morte a viso aperto per la libertà della Francia.

Il suo nome non figura tra i caduti cui è dedicato il monumento, la sua storia non compare nel materiale didattico dei vari siti e musei storici o artistici,

e probabilmente nessuno si è accorto che la piccola Nike alata in mano ad Athena, in realtà, non è una Nike, ma un’Atalanta fugiens,

ultimo tocco d’amore per la propria città del piccolo-grande Faino, da 90 anni sotto gli occhi di tutti, e dimenticato da tutti.

(in periodo di celebrazioni-liberazione e di campagna elettorale, segnalo questa risorsa, questa storia agli aspiranti assessori alla… scultura)

se potessi mangiare un’idea

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MTok

Un’idea, un concetto, un’idea finché resta un’idea è soltanto un’astrazione

se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione.

Mensa te! in realtà è un’idea di Giorgio Gaber, pertanto propongo i suddetti versi come pay off dell’iniziativa di condivisione pasti e progetti del neonato gruppo Mensa Te!

1 pasto x 1 idea, è questa l’idea, fare insieme una mensa popolare e una fabbrica delle idee: pagare i pasti con le idee, e pubblicare l’incasso!

nuove idee, vecchie idee, grandi idee, mezze idee, piccole idee, tutto fa brodo,

anche idee abortite, storie di progetti non realizzati (c’è sempre da imparare)

primo appuntamento 7 maggio al Lazzaretto di Bergamo h12-14

contatti e info sulla pagina fb  

https://www.facebook.com/mensate

(imago: logo ufficiale Mensa te!)