il cane che correva sull’acqua

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UpperDogNuota

Mi chiamo Bea Lee e sono nata in Manciuria.

Fin dalla nascita mi hanno addestrata a correre sull’acqua.

Per tutta l’età dello sviluppo le mie zampe sono state fasciate molto strette tra due tavolette di legno.

Lo scopo era quello di costringere le mie zampe a diventare simili a quelle delle anatre. Con me c’erano altri cani di ogni razza.

La selezione è stata durissima. Dopo tre anni di esercizi quotidiani riuscivo a fare più di cinquanta metri di corsa sull’acqua.

Il mio maestro lanciava un bastoncino nel lago io correvo a prenderlo e glielo riportavo.

La difficoltà più grande è nel momento dell’inversione di marcia.

E’ lì che rischi di andare a fondo.

Un bel giorno è arrivato un uomo d’affari italiano.

Dopo aver visto quello che sapevo fare mi ha comprata.

Mi ha portata a casa sua, a Sarnico.

Il sabato mattina ci siamo recati sul molo.

Il mio nuovo padrone ha lanciato un bastoncino nel lago e io sono andata a prenderlo di corsa.

Un vecchietto dell’associazione marinai di Sarnico era sul molo a guardare e scuoteva la testa.

Allora il mio padrone ha lanciato di nuovo il bastoncino e io di nuovo sono corsa a prenderlo e a riportarlo. Ma il vecchietto scuoteva ancora la testa.

Per la terza volta ho dovuto correre sulle acque del lago.

Quando sono arrivata sul molo, il vecchietto, scuotendo la testa ha detto:

“Quel cane lì non impara più a nuotare”.

tratto da “Upper Dog – Le avventure di Otto e Bea”  Calepio Press 2008

disegno di http://www.jennifergandossi.it/home.html

Attenti all’uomo

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2013-03-13 11.30.13

quando Jeck Vom Noricum

dal suo castello in posizione dominante sull’alto corso del Danubio

vide arrivare la sua promessa sposa Tina di Val di Tiglio

lanciò il famoso latrato della stirpe dei conquistatori

– lo stesso col quale i nostri avi terrorizzarono l’impero romano all’epoca della calata dei Marcomanni devastatori –

e tutti dalla Carinzia alla Pannonia, uomini, animali, greggi,

capirono che il regno fondato da Aslan Vom Neuerkopf avrebbe avuto una successione

fu così che nacque mio nonno Jam Von Haus Hetok

il pluridecorato campione di categoria

che avebbe sposato Beba degli Azzoni

e creato la progenie cui apparteniamo sia io, Mellina, che il mio partner, Momi:

quello che i nostri avi mai avrebbero immaginato

è che due pastori tedeschi di purissima razza come noi

con tutti gli attestati genealogici internazionali

si ritrovassero un giorno su un sito di poveri bastardi

a elemosinare un nuovo padrone e un nuovo domicilio,

dal momento che il nostro padrone deve lasciare la nostra casa sui colli di Cenate nei dintorni di Bergamo,per trasferirsi a Milano, in mini appartamento,

dove ovviamente noi non possiamo (e nemmeno vogliamo) andare.

Dunque, chi volesse venire a vederci e adottarci,

avendo magari una grande proprietà da sorvegliare,

non deve far altro che scrivere a chiara.romano@muuv.it

o telefonare o sms a Omar 335.341900 e chiedere di noi,

Momi e Mellina, cani maturi, 15 anni in due,

capaci di dissolvere ogni paura nel raggio di 2km.

Pensaci, bipede! Scegli la doppia trazione a quattro zampe Momi e Mellina,

carattere fedele, grande capacità di lavoro nel settore security,

grande autonomia, prestazioni superiori, eccellenza bestiale.

Sul cancello scrivi pure “attenti al cane”,

noi in realtà siamo “attenti all’uomo”.

un cane non sceglie il suo padrone

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UpperDog2

Va bene, mi hai provocato, ti racconto la mia vera storia, poi ci penserai due volte prima di darmi del povero bastardo cagasotto.

Mi chiamo Otto e sono un lupetto bastardo.

Il mio primo ricordo è una mano umana che mi  prende dalla cesta e mi infila in un sacco di juta insieme ai miei sette fratelli

per poi tirarci fuori dopo una mezz’ora in un campo gelato per ammazzarci a bastonate

prima uno poi l’altro poi il terzo poi il quarto il quinto il sesto e il settimo mentre io per pura fortuna mi infilavo nel buco di una talpa.

Fuori nel mondo crudele sentivo questa voce di uomo che gridava: erano otto, ne ho ammazzati sette, dove sei numero Otto? Dove sei scappato, Otto?

Questo è stato il mio battesimo.

Nel buco della talpa sono rimasto per sette giorni, mangiando i ranocchietti e le lumachine che la vecchia talpa padrona di casa mi metteva davanti al muso. Le erano morti recentemente i suoi due talpini.

All’età di due mesi, mentre facevo le mie prime piccole escursioni fuori dal mio bozzolo di cane-talpa, sono stato preso e portato via da due tipi, il tipo e la tipa, i quali tra di loro si chiamavano proprio così: ehi tipo, scusa tipa.

Sono stato con loro un paio d’anni in una mansarda in un vecchio quartiere. Poi loro si sono lasciati. Lui l’ha mollata. Non ti reggo più, tipa. Io sono rimasto con lei.

Le prime sere non faceva che tenermi abbracciato, piangere, e dire: bastardo.

Poi c’è stato un periodo in cui si è messa a bere. Da ubriaca, mi prendeva a calci e mi diceva: bastardo.

Effettivamente lei non mi ha mai voluto bene. E’ con lui che io mi divertivo. E’ con lui che mi capivo.

Ma un cane non si sceglie il suo padrone.

Un povero bastardo deve prendere quel che viene.

tratto da “upper dog – le avventure di Otto e Bea – Calepio Press 2008 – disegno di http://www.jennifergandossi.it/home.html

quel bastardo di mio fratello

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bio-bau_upper_dog_048

quel bastardo di mio fratello Otto,

cagasotto senza limiti, che si squaglia dalla fifa appena vede la Rita, che è una gattina mignon, e mezza scema, che va a tre zampe e ha un occhio solo;

leccapiedi a tempo pieno, capace di far le feste a qualsiasi pirla che puzzi di pancetta,

mangiamerda senza ritegno, sempre pronto a sbavare per un culo sporco di merda e a leccar su la merda molle di suo nonno Socrate,

un figlio di cagna che si venderebbe sua madre per una crosta di formaggio:

onestamente, si può volere del bene a una merda di cane del genere?

tranquilli, quelli  che finiscono al canile sono gli upperdog fieri e impavidi, i cani merdosi come il bastardo di mio fratello con l’occhio impostato al sentimento se la sfangano sempre,

e infatti il bastardo ha una padrona che lo ama come e più di un figlio, gli prepara sbobbe fantastiche e calibrate due volte al giorno e fa venire i migliori veterinari per sturargli le orecchie,

ha la cuccia estiva in legno, la cesta per l’autunno, e lo sportello diretto in casa per sbivaccarsi dove vuole, estate e inverno, tappeti, divani, poltrone;

e poi: solo cibi bio e shampoo naturale prodotto in Danimarca, e due volte la settimana passeggiate in centro a socializzare, e altrettante nei boschi a fare fitness e sniffing nel sottobosco,

quando la sua padrona deve cambiare la macchina, è il suo parere che conta,

quel gran bastardo di mio fratello Otto, guardatelo, sembra sempre in posa per la pubblicità della protezione animali,

il peggior cane che conosco, trattato come un principe, amato da tutti, anche da me: se ci penso mi fa una rabbia, da staccargli un orecchio con un morso!

Upper Dog

 

 

 

tempo da cani

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tempo da cani, tempi duri per i cani che lavorano all’aperto,

ma anche per tutti quei cani che ormai di fatto svolgono come professione principale

l’operatore di sostegno psicologico a 4 zampe del padrone.

Con le nuove tecnologie, molti di noi si sono ritrovati con le zampe incrociate,

sostituiti da una telecamera, una faccenda piuttosto deprimente.

Si è mai vista una telecamera capace di abbaiare e mettere in fuga i malintenzionati?

E così ci siamo dovuti inventare questa nuova professione, il tutor psicologico del padrone.

Sapere che dai miei bisogni fisiologici possono scaturire occasioni per il padrone

di instaurare nuove relazioni sociali non è particolarmente gratificante.

Sempre le stesse manfrine, le stesse domande cretine: è maschio?

Mai sentito qualcuno chiedere: è femmina?

Quanti anni ha? Come si chiama?

Tutta una sceneggiata capace di durare settimane, mesi, litri di piscio, chili di stronzi

raccolti a mano, fino al fatidico scambio di numero telefonico.

Non potrebbero dirsi direttamente “ciao bella umana, che gioia mi dà il vederti,

ti cavalcherei volentieri, fatti annusare tutta!”

No, preferiscono fare i guardoni, e commentare i nostri momenti di privacy.

Piuttosto snervante.

Noi preferiremmo non avere intorno i padroni quando abbiamo esigenze fisiologiche,

e tornare a fare lavori onesti, magari all’aperto,  o socialmente utili:

c’è un mio amico Husky che voleva mettere su una cooperativa

di cani da carrozzina, per trainare i disabili sulle piste ciclabili,

ma il suo progetto è stato duramente condannato dagli animalisti,

e anche dalle associazioni disabili, niente da fare, anche con i disabili

l’unica cosa che vi vogliono far fare è la pet-terapy.

Ma fatevi la human-terapy, dio uomo!

Prendi un essere umano, e gli vuoi bene: cosa ci vorrà mai?

Mettilo a 4 zampe, se proprio ti sembra poco amabile così sui 2 piedi.

Upper Dog

photo by 

http://web.stagram.com/n/bzonca/

 

io sui totem ci piscio

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BelTramìOK

stamattina stavo pisciando su un totem di arredo-marketing urbano

quando la pedata è arrivata puntuale, dio uomo!, cai cai,

mi ero dimenticato che  sul totem della memoria non si piscia

(uno strano totem-pedana dedicato ad anna frank sdraiata,

il padrone aveva detto: non sono riusciti i nazisti a sdraiarla,

ci volevano i creativi del comune, tu comunque su anna frank non ci pisci)

così balzellon balzelloni ho arato due aiuole e ho finito di pisciare

sul totem 2019 Bergamo capitale della cultura

poi ho pisciato anche sul totem del Museo della Curia

quindi una sbroffatina sul totem della Gamec

e per finire, anche se non mi scappava più, vedendo un  nuovo totem

dedicato a un certo Costantino Beltrami a grandezza reale,

sono andato alla fontanella a bere per poi innaffiarlo,

e a quel punto mi sono preso una seconda pedata dal padrone,

e ho perso le staffe, e digrignato i denti, e allora il padrone ha detto:

pisciare sul Beltrami è come pisciare su un cane randagio!

Io non capivo bene il nesso, e tutto sommato non ero così interessato,

ormai la pedata avendola presa, invece il padrone “takes himself down”

(si e preso giù, lo so taduco da cani),

si è seduto sulla panchina, e ha iniziato a pontificare:

non devi pisciare sul Beltrami, uno che qui nella sua città

i preti l’hanno perseguitato e arrestato 

per le sue idee di uomo libero,

finché a 40 anni s’è rotto le scatole di questa città di bigotti,

ha attraversato l’oceano, ha preso una canoa, un ombrello,

e ha scoperto un nuovo mondo, e un’antica civiltà!

Io lo guardavo orecchie basse, occhio spento: Beltrami chi?

Ma lui, alzando la voce, aveva attirato l’attenzione

dl un vecchiaccio avvinazzato, di due studentelli di passaggio

e di una badante boliviana con tanto di cliente (carrozzina + alzheimer).

Ormai, avendo un pubblico, si era levato come un oratore:

Colombo avrà anche scoperto l’America, ma l’America del Nord

l’ha scoperta Beltrami, uno di Bergamo alta!

questo gli Americani lo sanno bene, a differenza dei bergamaschi, 

gli hanno intitolato le montagne da cui nasce il Mississipi, in America,

non un viottolo,  come hanno fatto qui, i suoi concittadini ingrati!

A quel punto come sempre si era radunata una piccola folla,

e il padrone è salito in piedi sulla panchina.

Con 200 anni di ritardo mettono il totem per far conoscere il Beltrami!

E non sanno nemmeno che il totem l’ha fatto conoscere il Beltrami!

Beltrami è stato il primo indiano metropolitano della storia!

A quel punto i due ragazzini che stavano ascoltando il padrone blaterare

gli hanno chiesto di scrivere la storia del Beltrami per il loro giornalino CTRL.

Finalmente il padrone si è calmato, è sceso dalla panchina, ha detto:

ma certo, mi sembra proprio una bella idea, ve la scrivo stanotte,

e domani ve la mando, la vera storia di un grande incompreso!

Ma lo sapete voi che il Beltrami è il vero autore de “l’ultimo dei mohicani”

che sarebbe l’Eneide degli Americani?  Altro che Bill Gates e Steve Jobs!

Costantino Beltrami!

Nel frattempo io per sbaglio stavo di nuovo pisciando sull’anna frank sdraiata,

e quasi ci rimetto la zampa, perché un pischello lanciato su MBX

l’ha presa per un trampolino, dio bambino!

                                                                                       Upper Dog 

NB: la vera storia del Beltrami, domani su BaDante e CTRL magazine

> imago: copertina n39 di CTRL magazine

http://issuu.com/ctrl/docs/ctrl-number39

http://www.facebook.com/CTRLmagazine

festa della donna per cani bastonati

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cagnaPadrona

oggi ho scoperto che anche il mio padrone ha una padrona,

che però l’ha abbandonato come un cane, in autostrada, di notte,

cosa questa che l’ha mandato in un super-down sub-human

dopo anni di grande amore e vita e avventure sempre in due sempre insieme

si è ritrovato giornate, settimane, mesi sempre solo, in casa, a letto, a non dormire

un abisso che solo ora (dopo un anno!) sta cominciando a risalire

dopo aver provato terapie e psicoterapie e psico-sostanze di ogni tipo:

io stesso, il suo cane, ho scoperto, non sono altro che una terapia (pet-terapy)

e tutto questo amore che lui prova per me è di seconda mano,

lui si occupa di me, mi fa gli occhi dolci, ma è tutta scena,

riconosco un cane bastonato, ho visto come si accuccia nel letto,

come si aggira nei bar a occhi bassi e coda tra le gambe

non vedendo l’ora di rientrare a cuccia e accendere il computer.

Per un anno il bipede ha tenuto un diario confessione dal titolo “riduzione uomo”

dicono sia il manifesto del nuovo maschio, quello che conosce la crisi,

che non rinnega la sua parte debole, e può sfidare qualsiasi mostro si presenti,

dopo aver affrontato i suoi mostri interiori, una specie di nuovo maschio-antico

con in più la sensibilità del maschio debole….

a me, a sentire certi discorsi, viene voglia di farne una ciotola mista,

con cervello, cuore, fegato, rognone, la ciotola “interiora design”…

spero che il bipede si decida a mangiarsi certa roba invece di mandarla in stampa

evitando sprechi di carta: meglio ingoiare un manoscritto oggi,

che duemila libri invenduti tra 24 mesi!

adesso ne hanno tratto un video, e ti pareva, dedicato a tutte le donne,

si sono messi in tre per condensare in tre minuti il pathos del maschio abbandonato

il risultato è stucchevole, patetico, roba da umani, frasi ridicole, immagini banali,

una specie di “cioè” per quarantenni ritardati dalla lacrima facile,

giusto la musica si salva, date un’occhiata, e ditemi se ho ragione.

Upper Dog

 

quel cane del vicino

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susyMauro2

Ciao bambina, non piangere, lo so che ti manca il tuo Upper Dog,

ma ti assicuro che non se la passa male, io lo conosco bene Mauro (che nome!),

per anni ci siamo visti per la pisciatina della sera sulle ruote in lega dei Suv in centro,

il tipico bulletto sentimentale, territoriale, molto fisico, molto furbo,

sempre col guinzaglio in bocca, e succube delle donne, a 2 o 4 zampe,

forse tu sei troppo piccola per sapere la sua storia, lascia che te la racconti,

Mauro è nato per sbaglio nel 2000 da una cucciolata di sette,

sua madre Geki è un’amstaff (american staffordshire terrier) di razza col pedigree,

che una sera a Rimini, mentre  il padrone era ubriaco, s’è data alla pazza gioia,

con un cane ignoto, che però deve essere stato un beagle, a giudicare dai risultati,

infatti Mauro sembra un beagle, e per questo è finito a G82 che voleva un beagle,

questo G82 aveva una fidanzata, S85, che aveva una cagna di nome Roca, già Pedra,

femmina bastarda belga-maremmana nera gigantesca, traumatizzata,

la quale col temporale cercava in tutti i modi di infilarsi sotto il letto-futon di S85,

sembrava un cavallo da soma che cercasse di infilarsi sotto una macchina sportiva,

tornando a noi, cioè a Mauro, arrivando l’estate, succede che G82 parte per le ferie,

e si porta Roca, e lascia Mauro, ancora cucciolo, a casa con S85:  e nasce l’amore!

Quell’estate Mauro scopre il piacere della’acqua, si butta in ogni pozzanghera o fontana,

uno spasso, si fa rotolando su e giù i cinque piani per arrivare nella mansarda di S85,

quando G82 torna dalle ferie con Roca la situazione è chiara, scambio di coppia,

cioè G82 e S85 si lasciano, Roca resta con G82 e Mauro con S85,

con S85 Mauro viaggia in Corsica dove impara a tuffarsi dagli scogli,

in montagna, sulle Dolomiti, dove rischia di essere preso dalle aquile,

in val Imagna, dove uno spinone territoriale giovane quasi lo divora,

all’Elba col mare mosso dove la padrona si tuffa e quasi annega per salvarlo,

mentre lui in realtà stava imparando a nuotare in apnea,

e in molti altri posti dove gli capitano avventure di ogni tipo, come a Pitigliano,

dove si fa tutte le tombe etrusche nei boschi, finché cercando la tomba della regina,

trova un recinto aperto, si infila dentro, poi si accorge di non essere solo,

4 enormi cinghiali semiselvatici lo fissano bramosi, e Mauro si spaventa a morte,

oppure quella volta a Roma, quando in una zona di case popolare

Mauro vede una bambina in bici, è una piccola zingarella, Mauro è fascistissimo,

la bambina appena vede il cane si mette a urlare, molla la bici e scappa a piedi,

lui ovviamente, senza guinzaglio, la insegue, con S85 che lo rincorre con i tacchi, urlando,

ed ecco che dall’angolo sbucano 4 tipi veramente brutti, con collane d’oro e  bastoni,

Mauro si blocca, arriva S85, gli zingari dicono: “spostati, cane cattivo noi uccidiamo”,

S85 replica “col cazzo”, il ras dice: “vai via troia”,

al che S85 con guizzo prende Mauro per la collottola e se lo porta via, in salvo,

mentre la bambina ringalluzzita fa “bau bau” per provocarlo, e gli zingari ridono,

Mauro s’è preso un bello spavento, ma è un’esperienza che gli servirà,

perché adesso in casa di S85 è arrivata C56, sua madre, con al seguito i suoi cani,

Theo, un pincher che si crede un leone, e Diego, un mastino malmostoso,

tra di loro non si amano, litigano scenograficamente solo per farsi notare dagli umani,

ma le cose serie se le vedono tra di loro, quando non ci sono bipedi tra i piedi,

e così un giorno tornando a casa S85 e C56 trovano una situazione tragicomica,

Diego attaccato alla gola del Theo, e Mauro al culo, lo stavano ammazzando,

al che, per far mollare i molossi, S85 e C56, che hanno seguito dei corsi professionali,

infilano simultaneamente un dito nel culo ai due molossi, che mollano il povero Pincher:

da quel giorno, Mauro è il capo indiscusso della casa.

Nel 2007 in casa arriva Bianca, labrador-molosso tutta bianca con occhioni giganteschi,

Mauro si innamora, passa notti intere a piangere, finché una notte, soli in casa,

rompendosi un dente Mauro riesce ad aprire la porta, la segue in corridoio,

sfonda altre due porte, e  praticamente la  violenta in camera da letto,

con una cucciolata di 4 bastardoni identici a lui come risultato

(poi un giorno vede una sua figlia in centro, tale a quale a lui, e ci resta male)

nel 2009 Mauro si innamora di Pedra, levriero molto buono e pauroso,

insieme vedono un gattino rannicchiato, vanno lì annusarlo, il gatto si stiracchia,

e loro fanno un salto indietro spaventatissimi, ma da quel giorno lo adottano,

e Matisse diventa il gatto di casa, ogni mattina Mauro gli dà una leccatina,

un giorno rientrando in giardino con Mauro S85 vede il gatto Matisse terrorizzato,

se ne sta su un ramo con i peli da riccio,  Mauro capisce subito,

c’è un’orribile topo-pantegana salito dalle fogne,

e Mauro senza indugio in pochi istanti lo identifica, rincorre,  acchiappa e ammazza,

e Matisse ringrazia sentitamente,  da quel giorno saranno legatissimi,

fino a quella triste mattina del 2011, quando Mauro continua a leccare Matisse

fino a mezzogiorno – di solito Matisse dopo pochi minuti lo allontanava annoiato  –

invece stavolta Matisse non reagisce, e Mauro non capisce, e S85 glielo spiega,

Matisse è morto, andra a correre nei Campi Elisi, ma adesso bisogna seppellirlo.

E arriviamo a ottobre 2012,  nel condominio c’è un nuovo inquilino molto odioso,

ogni giorno litiga con S85 perché Mauro rovina le aiuole, “io te lo avveleno” dice,

e un brutto giorno tornando a casa S85 trova Mauro acciambellato, tutto giallo, itterico,

lo porta in clinica, lo tengono lì, S85 gli dice “se deve morire lasciatemelo portare a casa”

ma loro le dicono “Figurati! Vedrai che si riprende, lascialo qui, ci pensiamo noi”,

ma il giorno dopo a mezzogiorno dalla clinica chiamano S85, le dicono “Mauro è morto”.

Cioè: ha raggiunto il suo amico Matisse, e tutti gli altri, sui Campi Elisi,

dove si può correre liberamente, senza guinzagli, museruole, macchine e veleni.

Ci uniamo al dolore di S85 e di tutti i bipedi che hanno perso l’amore della loro vita.

Nello stesso cortile sono morti altri due Upper Dog avvelenati.

Siamo in Bergamo centro, residenze di pregio, siamo nella Upper Berghem.

Auguriamo al bipede che ha avvelenato Mauro di leggere un giorno questa storia,

e guardarsi un attimo allo specchio.

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quel cane del guru

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Ecco una bella istantanea di mio cugino Vegan Dog, che due anni fa era un Upper Dog della mia stazza, e adesso è dimagrito di 7 chili da quando i suoi padroni, guru vegani, gli hanno tolto la carne.

Però gli sono venuti quegli occhi lì, grandi, verdi, spiritati.

Dice la padrona vegana che così Vegan Dog è più tranquillo. Io ho paura che un giorno si mangi Veganino, il figlio dei  vegani (all’anagrafe Antonio, quindi Antonino, Nino, VegaNino).

Che cosa si può fare? A me sembra da bestie impedire alla bestia di mangiare da bestia.

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DOG1

ho dimenticato il costume

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Temperatura esterna -2, temperatura dell’acqua +2.

E io mi sento bene! Sono un labrador! Ho tutto il pelo che serve per qualsiasi temperatura!

Questa mia posa è un sit-in per protestare contro l’orribile usanza contro natura di farci indossare ridicoli abitini per cani appena la temperatura scende di qualche grado. Terrificante. Quando vado in centro ormai sono di più i cani vestiti di quelli al naturale.

Io non pretendo che voi o i vostri bambini andiate in giro nudi. Ma per favore, voi cercate di trattenere la vostra porca tendenza a farci diventare degli umanoidi a quattro zampe.

Voi potete vestirvi e spogliarvi come quando volete. Noi perdiamo il pelo.

Perdete questo vizio di trattarci da umani. Gli abiti da cani, tranne rari casi specifici, sono una bestemmia. Come se noi dicessimo: dio uomo!

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