the cinderella job

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CenerentolaMAdonna

Cenerentola va al festino del principe, ma il principe è imbranato,

lei a mezzanotte deve rientrare al night,

allora va sotto il tavolo, gli fa un pompino veloce

e quando riemerge sputa nel piatto e se ne va;

al che il principe la richiama: “Cenerentola! La scarpetta!”

e lei offesa: “Va bene il pompino, ma la scarpetta no!”

(Nota: nonostante questo sia un sito di letteratura sperimentale,

con rubriche specialistiche su letteratura senile, ecologia semiotica, neo-situazionismo, e un blog in latino forse unico al mondo,

nonostante si rivolga a specialisti, addetti ai lavori, intellettuali,

nonostante sia dotato di applicazioni per limitare gli accessi mainstream,

accade questo: che il maggior numero di accessi al sito da google viene dai tag “cenerentola porno” e “fotoromanzi porno”,

per colpa della succitata “favolaccia” riportata all’interno di un post memorialistico sulla para-letteratura pornografica

Morale della favola: puoi pubblicare 200 articoli “per intellettuali” con 2000 tag “cultura”,

ma dalla rete, cioè da google, ti arrivano sempre e soltanto utenti che cercano “cenerentola porno” e “fotoromanzi porno”,

che invece di trovare “immagini porno” trovano un sito pieno di “testi per segaioli mentali”, come mi ha scritto un lettore feticista che cercava “foto di piedi femminili”!

La Cenerentola-porno mi è stata raccontata da un 84enne in una casa di riposo.

Imago: Madonna in versione Cenerentola per Dolce&Gabbana)

formico deridendus est

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giacca-formigoni-giacca-arancione-1-162856_0x410

formico garrit: hodie concilium esse senatus factionium libertatis populi

ad limpidum facere rei publicae condicionem

et pinuccius mox supergarrit:

nequitis aliae nationi vos tradere?

Formigoni ha twittato: “oggi riunione dei gruppi parlamentari del popolo della libertà

per fare chiarezza sulla situazione politica dell’Italia”

e Pinuccio ha subito aggiunto:

non potete dedicarvi a un’altra nazione?

(segnalato da Nicoletta Fabi, traduz. by Leone XIV)

manifesto turbo comunista art.1

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tcFR

Manifesto TurboComunista

con contributi ExtraDemocratici e IperFascisti

1 – Uno spettro si aggira per l’Europa

è lo spettro dell’ipercapitalismo –

è la voragine del debito della finanza del petrolio –

è il panico delle catastrofi finanziarie ed ecologiche e sociali che ci travolgeranno –

la catastrofe psichica è già arrivata ––

viviamo nella società dello spettacolo, l’ultimo spettacolo –

stiamo entrando nella fase di estinzione dell’homo sapiens –

il Made in Italy era il canto del cigno –

già oggi i farmaci il sesso le droghe e lo smaltimento rifiuti unici settori sani dell’economia –

la pulizia del design non arresta la polvere –

non sappiamo che fare, compagni –

siamo in trappola, camerati –

non c’è speranza, fratelli –

anche i sensi di colpa si possono pagare a rate –

le rate sono inesorabili –

il mondo è intorno a te –

la vita ti sfugge in diagonale –

che fare?

(testo by Sean Blazer alias Leone Belotti alias CalepioPress

efffigie Int.Turbo Com by Athos Mazzoleni,

articoli del Manifesto TurboCom già pubblicati: 2-3-10-17-18

https://calepiopress.it/2013/01/25/preview-manifesto-turbo-comunista/

https://calepiopress.it/2013/03/12/contributo-iper-fascista-al-manifesto-turbo-comunista/

https://calepiopress.it/2013/03/01/la-proprieta-intellettuale-e-un-furto/

https://calepiopress.it/2013/02/15/e-ora-di-occupare-gli-spazi-pubblicitari/

 

guerrieri della luce

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enel2

La nuova campagna Enel “guerrieri” apparentemente  non dice niente di commerciale sul marchio, il prodotto, il servizio,

e invece omaggia, esalta, gratifica il cliente, l’uomo comune:

sappiamo quello che passi, sappiamo che tieni duro anche se non ne hai più.

Come ha scritto Paulo Coelho in un suo best seller i guerrieri della luce a volte trascorrono la notte in bianco.

Già, e a volte si chiedono come faranno questo mese a pagare le bollette.

In realtà, in Italia, esistono due tipi opposti e inconciliabili di “uomo comune”:

il tipo A, il guerriero-schiavo, che vive di angosce e sacrifici continui,

e il tipo B, molto più pacifico, che vive di sicurezze e privilegi intoccabili.

Una cosa è certa: il giorno in cui i guerrieri smetteranno di combattere per questi nobili intenti (pagare le bollette) e alzeranno la testa contro i pacifici privilegiati, nessuno gli dedicherà una campagna “guerrieri”.

calepio calibro 9

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madonna_della_campagna_2

calepio calibro 9 non è un vino, è una vendemmia di piombo,

è cronaca nera, è rosso sangue sull’asfalto tra i campi di mais e i vigneti in collina,

in val Calepio ti ammazzano per strada, sparandoti a bruciapelo, e passandoti sopra in macchina,

chi vuole scrivere un requiem, o un giallo violento, si accomodi, i casi non mancano,

dal più irrisolto, il commercialista, nipote del tesoriere della Democrazia Cristiana, freddato ad Albano Sant’Alessandro nella Porsche davanti alla villetta,

al più recente, il fratello dell’ex presidente dell’Atalanta, coinvolto nell’indagine sulla plastica, giustiziato a Castelli Calepio davanti alla palestra mentre scende dalla sua  Range Rover,

passando dal più cruento, a Chiuduno, dove una gang ammazza una dottoressa del posto, colpevole di essersi fermata a soccorrere i feriti di una rissa, tra un’Audi e il ciglio della strada,

troverai di tutto, politica, fondi neri, n’drangheta, gang extracomuniatarie, riciclaggio, usura…

e non mancano di contorno le mele marce,

la Panda Nera (quattro sbirri in borghese che fermavano pusher e lucciole, picchiavano e sequestravano in proprio soldi e droga),

i vigili anti-vu cumpra (che rivendevano alle boutique le borse griffate…)

e adesso il Carabiniere “sciacallo” in servizio da 10 anni a Bergamo, che sul luogo della tragedia a Chiuduno ha pensato bene di rubare la borsetta alla vittima, e a fine turno usare le carte di credito per andare a giocare alle slot,

ma è stata beccato e smascherato dai colleghi di Seriate…

hai voglia di raccontare la favola del paesaggio bucolico, le dolci colline, le cascine, la scodella di merlot con le pannocchia di mais abbrustolita,

ormai ci sono più autosaloni che cantine, e tra i capannoni di notte trovi ragazzi e ragazze venute da tutto il mondo, e non per la vendemmia,

in realtà la val calepio era la capitale dei bottoni, poi della plastica, adesso del gioco d’azzardo, dello spaccio, della prostituzione e del riciclaggio,

per 30 anni qui c’è stato un  mix devastante di ricchezza materiale e miseria mentale,

audi e ignoranza, porsche e arroganza, maldive e boutique, una regione all’avanguardia nel consumismo-esibizionismo di massa,

ora vediamo gli effetti, il consorzio Valcalepio DOC può anche tutelare il vino, il paesaggio,

ma il consorzio umano è putrido, il paesaggio umano un deserto, e sarà sempre peggio.

(imago: Piero Brolis, affresco chiesa Madonna della Campagna, 1977,  Valle del Fico, Chiuduno)

il programma politico del gatto a 5 stelle

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G5s2

mentre il partito dei gatti liberi (PGL)

vuole liberalizzare la produzione di crocchette e bocconcini

e mentre il partito dei gatti meno liberi (PGmenoL)

vuole alzare il minimo di legge di carne dal 4% al 6%

io, Gordon, come gatto cinque stelle (G5S) vi espongo i 5 punti del mio programma politico:

1) mi mangio un grillo ogni giorno all’alba, poi vado a dormire,

2) mi alzo a mezzogiorno e faccio il brunch con un topolino di campagna (se domenica mi cerco uno scoiattolo)

3) poi siesta fino all’happy hour con un paio di cavallette,

4) un ghiretto per cena

5) al chiaro di luna, un bel pettirosso al sangue, per andare carico a suonare il primo violino nella famosa sinfonia “gatti in amore sui tetti del borgo”

> risulta chiaro dal mio programma che un gatto 5 stelle non mangerà mai merda industriale in scatola, e non sarà mai sterilizzato.

come disse il gatto Benitex: “Meglio un giorno da soriano che cent’anni da ariano!”

il progetto badante alighieri

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DanteCacciaguida

BaDante è nuova figura professionale, il badante-biografo, dotato di competenze assistenziali e spirito dantesco, in grado di accudire nel presente,  accompagnare nel passato e proiettare nel futuro l’utente-autore che abbia deciso di rivolgere la propria vita come un romanzo.

L’idea BaDante nasce dalla summa di tre esperienze:

1) da bambino ascoltavo i racconti di mio bisnonno (che da bambino vide Buffalo Bill) che mi raccontava le imprese raccontategli da suo nonno (che fu garibaldino) e da suo bisnonno (che vide Napoleone)

2) prima come operatore socio-assistenziale (disabili, anziani) quindi come night-barman (papponi, buttafuori, cubiste) e infine come copy writer settore moda/design (designer, stilisti) ho capito che la prima cosa è saper ascoltare

3)  come editor  per diversi editori e anche in proprio nella collana “I Pergamini”  by Calepio Press ho (tra)scritto decine di storie d’impresa, di fatto storie di una vita.

Da queste esperienze l’idea di mettere in sinergia assistenza ed editoria, per “curare” e valorizzare la risorsa più preziosa della terza età: il vissuto, la memoria.

Con il progetto BaDante la scrittura diventa un metodo-valore socio-assistenziale.

Parliamo di trasferimento culturale, editoria e assistenza.

Il cuore dell’ impresa BaDante è la produzione di memoria come valore aggiunto alla pratica assistenziale. Clienti-utenti-committenti-partners-sponsor sono coloro che desiderano “tramandare memorie”: privati, famiglie, case di riposo, servizi sociali, istituzioni, associazioni sindacali e di categoria, aziende.

Input1: il senex, come ha bisogno di assistenza, così ha una storia da raccontare, un sapere da tramandare.

Input2: Ogni studente/operatore nel sociale, con capacità d’ascolto e di scrittura è in cerca di occasioni di lavoro culturale.

Sinergia: Risolvere queste due esigenze/opportunità è l’idea BaDante: un lavoro culturale/assistenziale, a un costo sostenibile, con moduli di ore/pagine, e pubblicazione testi con l’utente/autore e l’operatore/co-autore.

L’incontro tra generazioni per la co-produzione di memoria storica è il carattere costitutivo del progetto BaDante.

La scrittura come summa dell’accudire, come risultato di una pratica assistenziale dotata di senso, forma nuova e antica di valorizzazione della senectus.

Obiettivo del progetto è la sinergia generazionale, il trasferimento del sapere

In un’epoca critica e incerta, il bisogno del pubblico giovanile di recuperare il sapere antico, agricolo e artigianale, sarà la chiave per la diffusione e il successo della letteratura senile.

La tecnologia editoriale/assistenziale BaDante (protocolli e metodi per la ricerca documentale, il dialogo, la digitalizzazione dei reperti, la gestione del flusso di memoria, la trasposizione dal parlato allo scritto) è scalabile e riproducibile.

Il progetto BaDante opera per la trasformazione del ceto “dimesso” dal mondo del lavoro, persone che vivono sole o in strutture “di riposo”, in protagonista attivo del valore storico-culturale del comprensorio o della città.

BaDante trasforma l’assistenza da esigenza personale a opportunità culturale.

Ogni uomo, come ha una vita da vivere,  così ha un libro da scrivere.

Le tecnologie oggi disponibili (programmi di registrazione vocale/word) aiutano la produzione di cultura come frutto di un lavoro condiviso di ricerca, stesura, lettura, editing.

BaDante offre servizi integrati assistenziali-editoriali per la produzione, la pubblicazione e la diffusione della letteratura senile attraverso:

1) la tutela e la valorizzazione, nella cura della persona (igiene, vestizione, cucina, passeggiate) del dialogo, del racconto e della memoria orale.

2) la ricerca, il recupero e la digitalizzazione dei reperti autografi e cartacei (epistolari, documenti, cartoline, fotografie).

3) l’elaborazione assistita (registrazione, trascrizione, editing) di memorie personali, professionali, familiari e opere di fantasia.

4) la pubblicazione on-line e in volume di raccolte e opere prime

Obiettivo: l’obiettivo in prospettiva ideale della diffusione territoriale delle redazioni/BaDante è la trasformazione-fusione delle case editrici locali e delle case di riposo in una nuova struttura: la casa editrice di riposo, dove il senso della terza età è la produzione culturale.

Il progetto d’impresa che ne deriva, in sintesi:

focus: 1) ogni anziano ha una vita intera da raccontare / i giovani scrittori non sanno mai cosa scrivere 2) ogni anziano ha bisogno qualche ora al giorno di aiuto nella faccende domestiche, preparazione pranzi, igiene personale, uscite / ogni scrittore/studente è sempre in cerca di un “lavoretto”

mission: implementare l’attività assistenziale (badante) in conversazione, registrazione e trascrizione della memoria orale in formato digitale-narrativo (alighieri)

business:  1 ) l’agenzia propone il servizio alle categorie potenziali utenti/clienti  2) cura la selezione e la formazione degli operatori di care/writing 3) stabilisce con l’utente un programma mensile/trimestrale/semestrale/annuale; 4) cura l’editing e la pubblicazione on line e/o in volume degli elaborati prodotti; 5) promuove la diffusione della letteratura senile  attraverso il proprio sito/blog

servizi offerti: 1) accompagnamento, assistenza igiene personale, terapie, ginnastica; 2) pulizie domestiche, guardaroba, lavanderia; 3) preparazione pasti, governo cucina; 4) conversazione, intervista, ricerca, riordino documenti di memoria  (foto, lettere); 5) trascrizione e digitalizzazione documenti di memoria  6) racconto, narrazione, romanzo per capitoli storia familiare  (nonni, genitori, infanzia, fratelli, scuole, primi lavori, fidanzamento, lavoro, matrimonio, figli) 7) edizione, pubblicazione/vendita e.book sul sito/agenzia letteraria, eventuale edizione stampa, con anziano che racconta e operatore che scrive come co-autori dell’opera.

timing > 2/4 h/die – 2/5 gg la settimana (min 4h/sett – max 20)

operatori > studenti/scrittori,  operatori socio-assistenziali, blogger. utenti > disabili, anziani, lungodegenti.

slogan > se Monet ha dipinto le Ninfee da cieco, se Beethoven ha composto la Nona da sordo, il Nonno può benissimo scrivere la storia di famiglia con l’Alzheimer

(Per info: mail to info@calepiopress.it > oggetto: baDante)

 

egens et agens

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PhilippMelanchthon

ecclesiae duces saepe narcisi fuerunt

blanditi et prave excitati ab eorum adulatoribus

curia pontificatus lepra est

videt et curat vaticanii lucra qua adhuc pluris mondana sunt

Istam speciem dissentio et tota agem eam mutandam

cum ad clericalem adsum clericadversus mox fio

clericalium nihil pertinet  ad christianam religionem

perfecta ecclesia christiana egens et agens est

I capi della chiesa spesso sono stati narcisi, lusingati e malamente eccitati dai loro cortigiani.

La corte è la lebbra del papato. Vede e cura gli interessi del Vaticano, che sono ancora, in gran parte, interessi temporali. Non condivido questa visione e farò di tutto per cambiarla.  

Quando ho di fronte un clericale divento anticlericale di botto.  Il clericalismo non dovrebbe aver niente a che vedere con il cristianesimo. l’ideale del cristianesimo  è una Chiesa missionaria e povera.

(Papa Francesco, intervistato da Scalfari,

traduzione in latino by Leone XIV,

imago: Lucas Cranach il Vecchio, ritratto di Filippo Melantone,  

Filippe Melantone, il cosiddetto evangelista di Lutero, è l’autore e traduttore della Confessione Augustea, il testo base dei Luterani, presentata all’imperatore Carlo V alle Dieta di Augusta nel 1530) 

la nuova destra spiegata alla vecchia sinistra

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NuovaDX

Attenzione! Se siete di sinistra e volete “fare un giro” per capire la nuova destra,

non dovete passare dal centro dell’arco parlamentare, piuttosto da “sotto”, seguendo l’arco extra-parlamentare, che dall’estrema sinistra conduce all’estrema destra, attraverso il pensiero anarchico.

si faccia attenzione: quando parliamo di nuova destra europea, o giovanile, non ci riferiamo in alcun modo alla destra borghese, padronale, statica e miope, elettorale, irreggimentata,

non parliamo di partiti, programmi, leggi; parliamo di fermenti, consensi e repulsioni della destra popolare, massiva, silente, giovanile e senile, proletaria, neoproletaria, sottoproletaria e con frange alto intellettuali e alto borghesi, eversiva e sovversiva per reazione,

parliamo di questioni, temi, ideali, rivendicazioni storicamente bagaglio della sinistra, che la vecchia sinistra, ormai ridottasi a forza (o debolezza) di pseudo-governo, utilizza come immagini strumentali, come valori nostalgici, per finalità elettorali,

quello che sta accadendo, è molto semplice: una serie di soggetti, individui, gruppi, movimenti, tribù urbane che per origine e ideologia si credevano di sinistra, ovvero che si sono sempre dichiarate di sinistra, e tali sono sempre state credute dall’esterno,

oggi scoprono una nuova e più autentica identità nei fermenti dell’estrema destra non parlamentare:

parliamo di gay, femministe, anarchici, sovversivi/centri sociali, disoccupati, animalisti, ecologisti, anti-proibizionisti e anche immigrati;

Pazzesco? No,  semplicemente di fronte alla crisi globale (crisi sociale, finanziaria, ambientale) il pensiero di destra, l’umore, la temperie della nuova destra sembra avere più risposte, più reazioni, e anche più idee della vecchia sinistra,

ed è questo il fatto paradossale, preoccupante, significativo, per chiunque osservi con disincanto – e facendo uno sforzo di onestà intellettuale – i rivolgimenti della coscienza collettiva europea, specie giovanile,

l’analisi da fare è lunga e impegnativa, e sarebbe compito del centro studi del PD (sempre che ne abbia ancora uno, perché da fuori l’impressione è che il grande partito della vecchia sinistra abbia concentrato ogni risorsa intellettuale nel marketing politico, con risultati deprimenti)

il riscontro immediato, la realtà che incontra chiunque si addentri senza pregiudizi in queste tribù che definiamo “migranti” verso la destra, è di un’evidenza che la vecchia sinistra non può più fingere di non vedere, o liquidare con snobismo come fenomeni di populismo o grillismo;

a quel punto avrete una carrellata sulle tribù migranti dalla vecchia sinistra alla nuova destra, e sarete choccati nello scoprire che:

1) se sei ribelle, e disposto a lottare per cambiare il mondo, con una pulsione anti-americana, anti-euro, e radicalmente no-global, facilmente sei un giovane di estrema destra;

2) se sei un giovane, laureato, senza lavoro, se sei un artigiano, un anarchico, un intellettuale, un artista, oggi, in europa, l’unica strada di vero cambiamento  che vedi è la nuova destra;

3) se se gay, dichiarato o no, oggi, in europa, sei della nuova destra, dichiarato o no,

4) se sei femminista, oggi, in europa, sei della nuova destra, in modo sempre più dichiarato

5) perfino se sei un immigrato, oggi, in europa, sei “logicamente” della nuova destra,

6) se sei un vero animalista, oggi, in europa, sei della nuova destra, per reazione all’animalismo borghese fatto di orribili sentimenti di possesso e altrettanto orribili misure pubbliche di “irregimentazione” dell’animale-uomo in uomo-polpetta (tracciabile).

7) se sei equo-solidale, hai più riscontri, più identità storica  nella nuova destra, che nella vecchia sinistra, con i suoi assurdi cioccolatini equo-solidali, che proprio come la Coca Cola fanno il giro del mondo prima di essere venduti con i punti Fragola all’Esselunga.

8) se sei un “terra madre”, un “chilometro zero”, prima o poi onestamente ti scopri di nuova destra,

i discorsi sono enormi, come si vede, urgenti, necessari, eppure io vado agli incontri, seguo i dibattiti, le proposte di tutto l’arco “civile”, e trovo pochissimo;

seguo i discorsi on line,  vado nei centri sociali, ai rave party, allo stadio, nei circoli, nei pub  e ovunque trovo persone dai 20 ai 60 anni che cercano un modo di vita o non ne possono più degli unici possibili, persone che di fatto vorrebbero vivere secondo nuovi patti sociali, e immaginano mondi più ristretti ma reali e possibili, dove vivere liberi dal demone-finanziario,

dalla tribù terra madre, ad esempio, stanno nascendo tribù di neo-feudali, eco-feudali, tecno-feudali,

il pensiero, la visione della destra neorurale, a differenza della sinistra equo-solidale,  ha un modello, un input storico forte implementabile sull’ideologia del km zero, del biologico e dell’impatto zero/energie naturali;

un modello eco-feudale, che si basa su una retro-proiezione al medio evo:  la struttura curtense, concentrica,

con al centro il castello (o l’abbazia-monastero), attorniato dai borghi artigiani, dagli orti, dai pascoli, dalle cascine e dalle terre comuni,

un modello micro-territoriale chiuso, autosufficiente, comunitario,

una contea, una marca, un territorio vero, di 100-200 kmq, con 1000-2000 persone, che può fare a meno dello Stato, dell’Eni, dell’Enel e di Telecom,

equivalente a quello che oggi è un comune con il suo territorio, con sue leggi, fonti d’energia, produzione alimentare e scambi con l’esterno unicamente in forma di baratto collettivo,

un sistema di vita agro-comunitario, basato su alcuni punti fermi:

il km.zero integrale e dunque l’abolizione del denaro (per questo la dimensione comunitaria minima è  di 1000-2000 persone)

l’abolizione di ogni burocrazia (per questo la dimensione comunitaria massima è sempre di 1000-2000 persone)

in parallelo al km.zero delle merci e delle leggi,  il km1000 delle idee e della tecnica,

perché nel nuovo feudo, nella tecno-abbazia, ferve l’attività intellettuale, la ricerca, il contatto e la comunicazione web con feudi di tutti i mondi, l’incontro con studiosi e  ricercatori provenienti da altri feudi, che portano idee, sementi, tecniche sostitutive della vecchia tecnologia nemica della terra…

una nuova forma di comunità umana composta da individui-leoni (contestualmente si abbatte la società individualista degli uomini-pecore)

una visione decisamente più radicale, più social e più “ideale” del banale sogno personale cui si è fermata la vecchia sinistra: aprire un agri-turismo!

Questo è solo un accenno, ognuna delle tribù citate ha i suoi “grilli” di nuova destra per la testa, e forse bisognerebbe occuparsi positivamente di questo grillismo diffuso,

il povero “beppe” è soltanto uno dei tanti, chi non ha grilli per la testa in questo momento?

Le “prove di colpo di  stato” (sia teatrali che legali) avvenute in Grecia, il successo dei partiti di estrema destra nell’estrema europa (Norvegia, Grecia, Portogallo) dovrebbero farci fare un passo più intelligente del “Oh mio Dio, è la fine di un mondo!” che ci porta a ridurre la questione al nobile dilemma democratico se mettere fuori legge Casa Pound o Alba Dorata.

Certo che è la fine di un mondo! Adesso, come direbbe Marx, bisogna pensarne uno nuovo!

(intervento di Sean Blazer all’incontro su “la nuova destra europea” promosso da Internaz. TurboComunista; imago: lampada Drop, design by Karim Rashid, produz. Purho)

la mossa del cavallo

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NattaCTRL

Chioma selvaggia, occhi verdi, era la minorenne più erotica del campus.

Appena conosciuta ti chiedeva scopiamo? Poi dipendeva dalla risposta che davi.

I suoi avevano fatto i soldi con le cucina di formica, fin da bambina lei in fabbrica aveva respirato fumi di poliuretano-silicone, e già alle medie aveva i seni espansi.

Diceva cose come: mi fanno schifo le foglie, gli insetti, la pioggia, le lumache.

Oppure: adoro il moplen, il plexiglass e la vimpelle.

Aveva una passione insana per la plastica e la chimica, e per questo si era iscritta al Natta.

Voleva viaggiare nel futuro. Abbiamo troppa energia per limitarci a questa vita, a questo corpo.

Indimenticabile, la risposta da Mc Enroe a un Carabiniere che ci aveva fermati: mai avuto problemi con le droghe, signorina? No, mi sono sempre trovata benissimo.

L’avevo soprannominata “Natta come un cavallo”.

Aveva tutti 8 in pagella, ma era stata bocciata per il 4 in comportamento. La motivazione era questa: la stazione treni e bus era proprio davanti al polo scolastico Esperia-Natta-Galli-Geometri, ma assurdamente l’ingresso era dall’altra parte. Invece di fare 3 chilometri a piedi 2 volte al giorno, come facevano gli altri 3000 studenti, lei scavalcava muro di cinta e binari.

La mossa del cavallo, la chiamava, lo scarto creativo che scompagina l’ordine del gioco.

Questo muro serve a inculcare sottomissione nei figli dei lavoratori. L’anno prossimo lo faccio saltare.

Il sottopassaggio era in progetto dal 1963, ma ci sono voluti 50 anni, e il mitico sindaco Bruni, lo sventra-berghem, per vederlo realizzato.

Incredibilmente, dopo 30 anni che non la vedevo, qualche mese fa l’ho incontrata proprio lì, nel sottopasso della stazione.

Assomigliava a Charlotte Rampling. Tornava da un convegno vegano.

Aveva cambiato prospettive a 360°, dunque in fondo non era cambiata.

Servono idee per salvare il pianeta. Bisogna lanciare il premio Natta. Il premio Nobel ha rotto le palle.

Mi mostrò un barattolo di vetro con dentro della  muffa viola. I miei funghi mi disse.

Li nutriva con unghie, capelli, croste del naso, cerume delle orecchie, tutta roba sua. In questo modo mi riconosceranno.

Una volta cadavere, spiegò, li avrebbe indossati  e i funghi l’avrebbero bio-degradata in modo totalmente ecologico.

Sai quanto inquinano i cadaveri? E le ceneri? Abbiamo pochi anni per salvare il pianeta.

Cambiando discorso, le ho chiesto: ti ricordi il nostro primo incontro? Certo, scienziato!

Una festa in tavernetta, a Martinengo, doveva essere il 1983, lo stereo sparava i Boney M.

Io indossavo un’orribile cravatta di pelle, e  cercavo il bagno, col Martini bianco caldo in mano. Lei usciva dal bagno, strafatta.

Era la prima volta che la vedevo.

Tenendomi aperta la porta del bagno, mi aveva detto: ciao sfigato, scopiamo?

Da fighetto del Lussana, permaloso, avevo risposto: ho le mie cose.

E lei, senza scomporsi: che problema c’è scienziato? Facciamolo dietro.

(Ndr: editoriale di Leone Belotti per n.44 CTRL magazine, in occasione di Bergamo Scienza e delle iniziative  sulla figura di Giulio Natta, premio Nobel per la chimica, morto a Bergamo nel 1979. L’uomo che ha inventato la plastica)