bg 100 anni di non storia

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Invito Novecento a Bergamo-1

per darti un’idea della cappa d’impotenza in cui viviamo

tre istantanee di questa settimana in città:

1) con la notizia della bocciatura di bg2019 sul web si scatenano le polemiche, in poche ore un blog indipendente come calepio press, realizzato da una persona sola senza 1€ di budget, fa più visite, più like, più commenti, e dunque più consensi  e più comunicazione di quanto fatto in sei mesi dai siti ufficiali Bg2019, Eco Lab, etc

2) il Lunedì su L’Eco di Bergamo, sia cartaceo che on line, non c’è un solo trafiletto, una sola notizia, niente di niente  a proposito di Bg2019, come se questa  “torta” sulla quale hanno spinto per mesi, e nella quale hanno perso la faccia, non fosse mai esistita

3) il mercoledì tutto il gotha affari-cultura, età media 79 anni, è riunito all’auditorium, per la presentazione di un mattone di 2000 pagine, storia di Bergamo nel 900:

sul palco il bravo giornalista figlio d’arte (Jacobelli) dovendo scegliere un passo da leggere tira fuori l’episodio anni Cinquanta quando il Tentorio patron dell’Atalanta (padre dell’attuale sindaco, in prima fila) fece parlare di Bergamo tutto il mondo per la quotazione record, 100 milioni, del calciatore atalantino Jeppsson. Wow! Che bei tempi!

Davvero bravi questi vecchi bergamaschi-bene: avranno anche visto la guerra, la dittatura, la fame e le bombe, come dicono, ma poi, nella seconda metà del secolo, hanno fatto un sacco di soldi, e adesso sono carichi come mummie egizie,

e come faraoni-cavallette non si sono accorti di aver divorato tutto, di aver messo le loro mani su tutto, di aver concentrato tutto, le solite quattro famiglie, e di non aver lasciato niente per le nuove generazioni, ma proprio niente,

a parte una burocrazia assurda al servizio dello status quo, il loro status quo,

e se per caso succede qualcosa, come abbiamo visto, per i giornali “ufficiali” non è mai successo,

e men che meno lo troverai nei libri di storia “istituzionali”, basati su quei giornali.

Nel 900 a Bergamo non è successo niente. Nel nuovo millennio meno di niente.

Bg2019/pianoB: progetto Berghumus

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12casartist

La cultura non è un titolo, un business, una lobby o un bene di lusso,

ma un’arma di costruzione di massa, pericolosa, esplosiva.

Berghumus (berghost)

opportunità per artisti, studenti, designer, architetti, arredatori, sociologi, artigiani.

Start: un centro storico vive di botteghe, artigiani, osterie, ritrovi, circoli, anziani, scrittori, pittori, musicisti, cani e gatti.

Senza questo humus sociale la città d’arte perde identità.

Città alta senza artisti e residenti è una città morta.

Up: Berghumus è un programma di valorizzazione del centro storico attraverso la coltivazione in loco di nuovi artisti e la creazione di case d’artista;

il comune  dispone di aree, edifici, locali, residenze inutilizzate, “da riattare”, in città alta: le affidi per gara-concorso a nuclei-squadre di artisti che per un anno soggiorneranno gratuitamente in queste case, ristrutturandole, arredandole e “segnandole” del proprio operato artistico,

– ogni residenza affidata a n.4-5 artisti di diversa disciplina (arti visive, musicali, letteratura, video) selezionati con concorso pubblico/social

– in cambio dell’ospitalità l’artista si impegna con gli artisti conviventi a ristrutturare-arredare-valorizzare la casa di residenza

– dopo 2-3 anni vissuti da artista, la casa acquista valore  e cambia funzione, diventa B&B d’arte o è venduta alla classe colta/agiata

– con il reddito da casa d’artista il comune acquista nuovi locali “da riattare” e implementa l’humus artistico del centro storico.

In questo modo il Comune, cioè la città, diventa curatore del proprio patrimonio immobiliare-culturale, crea un humus artistico aperto ristabilisce il carattere “culturale” del centro storico.

– parallelamente alle case d’artista, il Comune promuove la permanenza (o il ritorno) nel centro storico della memoria storica umana, gli anziani, creando piccole “case editrici di riposo” dove persone che sono nate e hanno lavorato e vissuto una vita in città alta, anziché finire espulse dal “gioiello urbano”, ne costituiscono il filo connettivo:

nella “casa editrice di riposo” l’ottuagenario, affiancato da un giovane “badante-alighieri”, potrà dedicarsi alla vera missione della “senectus”: mettere per scritto la propria vita e con ciò contribuire alla produzione della memoria storica collettiva, base di ogni fermento culturale.

– parallelamente alle “case d’artista” e alle “case editrici di riposo” il Comune promuoverà la permanenza e il ritorno delle botteghe artigiane e degli esercizi storici, oggi espulsi dalle s-regole del mercato immobiliare,

e al contempo vieterà l’apertura di negozi e catene grandi marche che di fatto stanno trasformando il nervo vitale di città alta, l’asse via Colleoni/Corsarola, in un’anonima galleria commerciale, con perdita irreversibile di valore del centro storico.

Il crogiolo di artisti, artigiani e anziani è la base viva, l’humus, di ogni possibile carattere “culturale” della città.

2- segue

(photo by Mattia Dal Bello, abstract da Berghumus, linee di progetto per la trasformazione di Bergamo in città d’arte sostenibile,

Il pianoB prevede 5 aree d’intervento/progetti/iniziative  in 5 anni:

1 Bergomum  – valoriz. opere architettura storica, mura, arena, rocca

2 Berghumus  – coltivazione artisti nel cuore e nei borghi della città

3 Bergheimat  – creazione continua nuove opere d’arte per la città

4 Bergheimer – dignità di veri monumenti per le icone della città

5 Bergomens – infrastrutture ambientali, accessibilità, cintura verde)

 

 

la concorrenza stimola al peggio

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27ecorr

bellissima gara a chi fa peggio on line tra il sito del Corriere/Bg e L’Eco/Bg.

Il Corriere di oggi, 8 novembre:

nella sezione “dalla provincia” la prima notizia è: “agricoltura, si contano i danni della grandinata…” data della notizia: 31 luglio

nella sezione “tempo libero” la prima notizia è: “Alessia è la nuova Miss Trans Italia, ha 27 anni e vive a Bergamo…” data della notizia: 22 settembre.

Risulta evidente lo stato di abbandono del sito, che vive soltanto della cronaca in home page.

L’Eco di Bergamo di oggi, 8 novembre:

nella sezione “L’eco Lab”, che vorrebbe essere il blog de L’eco, troviamo il grande titolo “Scriviamo il futuro di Bergamo insieme” e 5 tematiche: la città verde, la città bella, la città abitabile…

ne “la città verde” l’articolo più recente è del 30 agosto, e riguarda il nuovo stadio che stanno costruendo… in Brasile

ne “la città bella”, l’articolo più recente è 28 agosto e riguarda un nuovo quartiere della città di…Trento.

ne “la città abitabile”, l’articolo più recente è del 13 luglio e riguarda i nuovi taxi-scooter elettrici utilizzati… ad Amsterdam.

Ma non dovevamo scrivere il futuro di… Bergamo? Risulta anche qui evidente lo stato di abbandono e incuria del blog, proposto come il futuro della comunicazione.

In cerca di consolazione, usciamo dal blog e andiamo nella sezione “I grandi personaggi di Bergamo” dove il Colleoni e il Donizetti vengono messi sullo stesso piano di Alessio Boni e Giorgio Pasotti (e invece non ci sono giganti come Antonio Locatelli, Francesco Nullo e Ambrogio da Calepio!)

Proviamo comunque a leggere qualche incipit:

Pietro Paleocapa: insigne ingegnere idraulico, nacque a Nese…

Lorenzo Mascheroni: insigne matematico e letterato, nacque a Bergamo…

Pietà! Qualcuno gli “insigni” a scrivere!

L’unica spiegazione potrebbe essere questa: fanno dei siti penosi, con contenuti impresentabili, per non differenziarsi troppo dalla versione cartacea…

(il “Corriere dell’Eco di Bergamo” è una testata FoodForEyes – CalepioPress)

il paese della cuccagna

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Brueghel

per capire in che paese viviamo, si rifletta 3 minuti sulla vicenda della “guerra alle slot machines” in Lombardia, che sembra un racconto scritto a quattro mani da Pirandello e Tomasi di Lampedusa, con un apparente e illusorio lieto fine prima dell’assurdo e asperrimo finale:

in breve, con un’encomiabile erezione d’impegno civile L’Eco di Bergamo decide di dichiarare guerra alle ormai onnipresenti slot machine nei bar,

dopo 6 mesi di consensi  il 6 settembre la campagna d’opinione e sensibilizzazione diventa una mozione di legge nazionale per limitare le slot, e in Regione il 15 ottobre viene approvata una legge regionale promossa da Maroni con l’appoggio del Pd e di altri,

la nuova legge concede un bonus fiscale di €1000  (mille) per i gestori dei bar “pentiti” per ogni slot machine che viene “spenta”;

ed ecco il finale “assurdo”: esattamente 6 ore dopo la mozione di legge  la Sisal, la società pubblico-privata che distribuisce le slot nei bar e ne incassa i profitti, spedisce a tutti i bar d’Italia un “monstrum” giuridico – che pure l’attuale legislazione gli permette – ossia, in pratica, un “adeguamento automatico unilaterale del contratto”, con sua estensione a 9 anni,

e dulcis in fundo una una penale di €6000 (seimila) per ogni slot che viene “spenta”!

Dunque, caro barista, dopo 6 mesi di democrazia lo stato decide di abbonarti 1000 euro  per ogni slot che spegni, e dopo 6 ore la Sisal ti chiede una penale di 6000!

Risultato finale della prima guerra delle slot nei bar in Lombardia:

Sisal vs L’Eco/Maroni/Pd 6-1

L’analisi del bookmaker: la cosa interessante è questa: la Sisal è tra i principali e più munifici sponsor della fondazione Vedrò, il movimento politico trasversale catto-comunista da cui proviene Letta e metà del suo governo…

questo forse potrebbe spiegare la velocità della risposta Sisal:

scommetto che qualcuno, tra il comitato promotori e le commissioni che hanno scritto la legge,  attraverso la fondazione Vedrò, ha tenuto alacremente informato il management Sisal  sul testo di legge  in elaborazione…

secondo me c’è sotto il classico “spiù catolèch”… 

la quotazione che mi sento di proporre è 6 a 1

Il commento del docente di scienze politiche: quello che stupisce è non solo la velocità della risposta Sisal, ma la sua dittatorialità:

Sisal trasforma in carta traccia una legge dello stato, schiaccia come un insetto l’iniziativa di “buona democrazia” partita dal basso, e lo fa in poche ore.

Il messaggio politico lanciato da Sisal è perentorio, assertivo, coattivo, e costituisce de facto una auto-certificazione di potere assoluto,

Siamo nella fase ultima del degrado civile italiano: democrazia di facciata,  dittatura di fatto.

Questa piccola notizia “bonus 1000-malus 6000” è in realtà una spia, un segnale funesto per la democrazia italiana, e dovrebbe aprirci gli occhi su come i grandi monopoli finanziari pubblico-privati esercitano oggi il potere in Italia, facendosi palesemente beffe di leggi, istituzioni, movimenti e volontà dei cittadini.

Per avere più democrazia, in Lombardia, in altre epoche siamo stati capaci di fare il Risorgimento e la Resistenza,

oggi viviamo acquiescenti  nel paese della cuccagna,

un’élite di ottusi privilegiati dediti al lusso seduta su una massa informe di plebei tele-lobotomizzati dediti al gioco, o a qualche dipendenza,

con al suo interno un’esigua minoranza consapevole della realtà, ma sinceramente e irrimediabilmente pacifista,

siamo i sudditi ideali della finanza-parassitaria che si sta divorando interi ecosistemi e popolazioni,

siamo il sogno di ogni regime, la perfetta Sudditanza!

(imago: Il paese di cuccagna, Bruegel il Vecchio,1567, Alte Pinakotek, Monaco)

union jack italy 1861

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bandiera-inglese-italiana

Al di là delle favole, se qualcuno fosse seriamente intenzionato a capire il senso dell’Unità d’Italia, dovrebbe per prima cosa chiedersi  come sia potuto accadere che 1000 “volontari” (quasi la metà bergamaschi, studenti e artigiani) siano riusciti a sconfiggere in pochi giorni uno dei più potenti eserciti dell’epoca, forte di 100.000 uomini,

scoprirà in breve quanto segue:

al di là della favola di un sentimento nazionale del tutto “inventato”, troverà la realtà di un gigantesco investimento finanziario britannico, 3 milioni di franchi francesi in piastre turche, destinati a realizzare uno stato unitario, allo scopo di abbattere i costi doganali per le merci provenienti dall’altra grande opera in costruzione, il canale di Suez,

sarebbe stato inutile “tagliare” l’Africa se poi per attraversare l’Italia fosse stato necessario passare 5 o 6 dogane, con relative imposte,

questi 3 milioni di franchi, cifra enorme, furono destinati in parte a finanziare l’impresa dei Mille, ma soprattutto a “corrompere” a tutti i livelli l’esercito borbonico,

sbarcati i mille (sotto la protezione della flotta inglese…) le armate del regno delle due Sicilie furono richiamate a Palermo e la maggior parte degli ufficiali passarono nelle file garibaldine,

le prove di questo “golpe inglese” giacciono in fondo al mare, a 1000 metri di profondità, tra Capri e Ustica,

l’eroico colonnello garibaldino Ippolito Nievo, scrittore-soldato, che era l’intendente della spedizione dei mille responsabile dell’amministrazione dell’impresa, si imbarcò sul piroscafo Ercole intenzionato a portare a Torino, in parlamento, tutte le “fatture” e i conti della spedizione,

Ippolito Nievo, trentenne, aveva già scritto  le “Confessioni di un italiano”, l’unico grande romanzo italiano di livello europeo a parere di tutti i critici letterari, nel quale si affronta il problema costitutivo del “carattere italiano”, il trasformismo delle elites,

alcuni pescatori testimoniarono di aver visto il piroscafo inseguito da una nave militare inglese,

il piroscafo Ercole fu dato per affondato “causa bufera” con tutto l’equipaggio e il suo carico compromettente,

non fu fatta alcuna ricerca, né si ebbero superstiti,

secondo la ricostruzione di Umberto Eco l’affondamento dell’Ercole fu opera di un “agente segreto” al servizio degli inglesi,

in un sussulto di patriottismo, possiamo considerarla la prima strage di stato,

la vera perdita “Italiana”, oltre alla “verità” sulla spedizione dei Mille, fu la morte precoce (aveva trent’anni) del miglior scrittore italiano dell’Ottocento,

con l’affondamento dell’Ercole e la morte di Nievo, in un colpo solo abbiamo perso le prove del “golpe inglese” e l’autore del grande  “romanzo italiano”

disgraziatamente pochissimi anni dopo la sua morte anche il suo romanzo venne “affondato” a tradimento: il nuovo ministro dell’istruzione della neonata Italia stabiliva (provvedimento ancora oggi in vigore!) come testo unico di lettura per tutte le scuole del Regno, un mediocre romanzo “catto-regimental” appositamente scritto,  “I promessi sposi”, che rese enormemente ricco il suo autore.

Il nome del ministro? Da non credere: Alessandro Manzoni!

E dunque: l’amara lezione di storia patria che prima o poi dovremmo avere il coraggio di affrontare, è questa: ingerenze straniere, stragi di stato e conflitto d’interesse non sono malattie moderne, ma proprio fattori originari, costitutivi dell’Unità d’Italia,

siamo alle origini dello “stile italiano”, in seguito sviluppato dal Fascismo,  come tecnica di costruzione del consenso basata sul “trasformare” i panni sporchi in favole a lieto fine,

con la mitologia del Made in Italy, l’esaltazione della “grande favola” e l’occultamento delle grandi verità scomode, diventeranno il meccanismo base della società dello spettacolo globalizzato.

(tratto da “Lo stile italiano”, work in progress by Sean Blazer – Calepio Press 2013 )

 

5 sensi e 1 anima

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Burroughs with gun

la configurazione naturale dell’essere umano, la dotazione di cinque sensi e un’anima,

oggi è ormai compromessa in favore dell’ipertrofia di due sensi, vista e udito,

ciò che porta inevitabilmente alla disattivazione dell’anima, ridotta a ricettore audio-video,

oggi non parliamo più di uomini, ma di periferiche umane, prive di memorie, di elaboratore, di processore, questa è la realtà portata dalla rivoluzione tecnologica.

Oggi vediamo oggi sappiamo che si trattava di menzogne, parliamo del progresso tecnico, della democrazia, dei miracoli della medicina e delle telecomunicazioni,

oggi sperimentiamo che tutte queste cosiddette conquiste altro non sono che strumenti di ulteriori sopraffazioni dell’uomo sull’uomo, cioè: dell’uomo bianco turbo-capitalista sul resto dell’umanità,

– l’uomo bianco dominatore nasce dal commercialista,

dopo la laurea la casa il cane la seconda casa come bene di lusso supremo si programma un figlio,

questo figlio nasce in seguito a dei test con utlizzo di tecnologia medica, appena nato è sottoposto a riprogrammazione chimica,

all’ingresso in età scolare è già stato trattato ad antidepressivi ed eccitanti ed è titolare di almeno quattro polizze assicurative,

entro la pubertà riceve i sacramenti della telefonia mobile e del pago bancomat –

l’uomo schiavo non bianco nasce dal coito sessuale,

la sua prima speranza di vita è quella di sopravvivere ai cacciatori d’organi,  il sogno ultimo è quello di ricevere un giorno dalla DHL un paio di Nike spedite direttamente dal paradiso da un fratello spacciatore o una sorella prostituta

è questa realtà –

dal basso, dalla strada viene la vita; dall’alto, dai palazzi di vetro viene la morte –

dagli strati bassi, dai poveri viene il gesto, la vita, l’innovazione, la materia prima della società della comunicazione;

gli espedienti, i segni, i modi,  i rimedi, le trovate, gli aggeggi, i suoni, le vesti, le musiche, tutto quel che i poveri inventano e creano diventa prodotto e merce e feticcio e packaging e moda attraverso l’industria occidentale e attraverso la mediazione degli artisti della classe creatrice-ricreatrice

c’è una precisa responsabilità di un’intera generazione di viaggiatori in cerca di sé stessi in realtà importatori di look e altri consumi ingranaggi fondamentali dell’economia degli stili di vita vero motore del mega-consumismo

ogni merce occidentale altro non è che sangue cavato ai poveri

col sangue dei poveri e la merda dei ricchi si inventano nuovi stili di vita, linee di prodotto e strategie di comunicazione

questo in ogni settore  dell’economia

e questo è il migliore dei mondi possibili, secondo loro

(Manifesto Turbo-Comunista by Sean Blazer, art.6 e 7, imago: il poeta Burroughs)

manifesto turbo comunista art.1

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tcFR

Manifesto TurboComunista

con contributi ExtraDemocratici e IperFascisti

1 – Uno spettro si aggira per l’Europa

è lo spettro dell’ipercapitalismo –

è la voragine del debito della finanza del petrolio –

è il panico delle catastrofi finanziarie ed ecologiche e sociali che ci travolgeranno –

la catastrofe psichica è già arrivata ––

viviamo nella società dello spettacolo, l’ultimo spettacolo –

stiamo entrando nella fase di estinzione dell’homo sapiens –

il Made in Italy era il canto del cigno –

già oggi i farmaci il sesso le droghe e lo smaltimento rifiuti unici settori sani dell’economia –

la pulizia del design non arresta la polvere –

non sappiamo che fare, compagni –

siamo in trappola, camerati –

non c’è speranza, fratelli –

anche i sensi di colpa si possono pagare a rate –

le rate sono inesorabili –

il mondo è intorno a te –

la vita ti sfugge in diagonale –

che fare?

(testo by Sean Blazer alias Leone Belotti alias CalepioPress

efffigie Int.Turbo Com by Athos Mazzoleni,

articoli del Manifesto TurboCom già pubblicati: 2-3-10-17-18

https://calepiopress.it/2013/01/25/preview-manifesto-turbo-comunista/

https://calepiopress.it/2013/03/12/contributo-iper-fascista-al-manifesto-turbo-comunista/

https://calepiopress.it/2013/03/01/la-proprieta-intellettuale-e-un-furto/

https://calepiopress.it/2013/02/15/e-ora-di-occupare-gli-spazi-pubblicitari/

 

la nuova destra spiegata alla vecchia sinistra

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NuovaDX

Attenzione! Se siete di sinistra e volete “fare un giro” per capire la nuova destra,

non dovete passare dal centro dell’arco parlamentare, piuttosto da “sotto”, seguendo l’arco extra-parlamentare, che dall’estrema sinistra conduce all’estrema destra, attraverso il pensiero anarchico.

si faccia attenzione: quando parliamo di nuova destra europea, o giovanile, non ci riferiamo in alcun modo alla destra borghese, padronale, statica e miope, elettorale, irreggimentata,

non parliamo di partiti, programmi, leggi; parliamo di fermenti, consensi e repulsioni della destra popolare, massiva, silente, giovanile e senile, proletaria, neoproletaria, sottoproletaria e con frange alto intellettuali e alto borghesi, eversiva e sovversiva per reazione,

parliamo di questioni, temi, ideali, rivendicazioni storicamente bagaglio della sinistra, che la vecchia sinistra, ormai ridottasi a forza (o debolezza) di pseudo-governo, utilizza come immagini strumentali, come valori nostalgici, per finalità elettorali,

quello che sta accadendo, è molto semplice: una serie di soggetti, individui, gruppi, movimenti, tribù urbane che per origine e ideologia si credevano di sinistra, ovvero che si sono sempre dichiarate di sinistra, e tali sono sempre state credute dall’esterno,

oggi scoprono una nuova e più autentica identità nei fermenti dell’estrema destra non parlamentare:

parliamo di gay, femministe, anarchici, sovversivi/centri sociali, disoccupati, animalisti, ecologisti, anti-proibizionisti e anche immigrati;

Pazzesco? No,  semplicemente di fronte alla crisi globale (crisi sociale, finanziaria, ambientale) il pensiero di destra, l’umore, la temperie della nuova destra sembra avere più risposte, più reazioni, e anche più idee della vecchia sinistra,

ed è questo il fatto paradossale, preoccupante, significativo, per chiunque osservi con disincanto – e facendo uno sforzo di onestà intellettuale – i rivolgimenti della coscienza collettiva europea, specie giovanile,

l’analisi da fare è lunga e impegnativa, e sarebbe compito del centro studi del PD (sempre che ne abbia ancora uno, perché da fuori l’impressione è che il grande partito della vecchia sinistra abbia concentrato ogni risorsa intellettuale nel marketing politico, con risultati deprimenti)

il riscontro immediato, la realtà che incontra chiunque si addentri senza pregiudizi in queste tribù che definiamo “migranti” verso la destra, è di un’evidenza che la vecchia sinistra non può più fingere di non vedere, o liquidare con snobismo come fenomeni di populismo o grillismo;

a quel punto avrete una carrellata sulle tribù migranti dalla vecchia sinistra alla nuova destra, e sarete choccati nello scoprire che:

1) se sei ribelle, e disposto a lottare per cambiare il mondo, con una pulsione anti-americana, anti-euro, e radicalmente no-global, facilmente sei un giovane di estrema destra;

2) se sei un giovane, laureato, senza lavoro, se sei un artigiano, un anarchico, un intellettuale, un artista, oggi, in europa, l’unica strada di vero cambiamento  che vedi è la nuova destra;

3) se se gay, dichiarato o no, oggi, in europa, sei della nuova destra, dichiarato o no,

4) se sei femminista, oggi, in europa, sei della nuova destra, in modo sempre più dichiarato

5) perfino se sei un immigrato, oggi, in europa, sei “logicamente” della nuova destra,

6) se sei un vero animalista, oggi, in europa, sei della nuova destra, per reazione all’animalismo borghese fatto di orribili sentimenti di possesso e altrettanto orribili misure pubbliche di “irregimentazione” dell’animale-uomo in uomo-polpetta (tracciabile).

7) se sei equo-solidale, hai più riscontri, più identità storica  nella nuova destra, che nella vecchia sinistra, con i suoi assurdi cioccolatini equo-solidali, che proprio come la Coca Cola fanno il giro del mondo prima di essere venduti con i punti Fragola all’Esselunga.

8) se sei un “terra madre”, un “chilometro zero”, prima o poi onestamente ti scopri di nuova destra,

i discorsi sono enormi, come si vede, urgenti, necessari, eppure io vado agli incontri, seguo i dibattiti, le proposte di tutto l’arco “civile”, e trovo pochissimo;

seguo i discorsi on line,  vado nei centri sociali, ai rave party, allo stadio, nei circoli, nei pub  e ovunque trovo persone dai 20 ai 60 anni che cercano un modo di vita o non ne possono più degli unici possibili, persone che di fatto vorrebbero vivere secondo nuovi patti sociali, e immaginano mondi più ristretti ma reali e possibili, dove vivere liberi dal demone-finanziario,

dalla tribù terra madre, ad esempio, stanno nascendo tribù di neo-feudali, eco-feudali, tecno-feudali,

il pensiero, la visione della destra neorurale, a differenza della sinistra equo-solidale,  ha un modello, un input storico forte implementabile sull’ideologia del km zero, del biologico e dell’impatto zero/energie naturali;

un modello eco-feudale, che si basa su una retro-proiezione al medio evo:  la struttura curtense, concentrica,

con al centro il castello (o l’abbazia-monastero), attorniato dai borghi artigiani, dagli orti, dai pascoli, dalle cascine e dalle terre comuni,

un modello micro-territoriale chiuso, autosufficiente, comunitario,

una contea, una marca, un territorio vero, di 100-200 kmq, con 1000-2000 persone, che può fare a meno dello Stato, dell’Eni, dell’Enel e di Telecom,

equivalente a quello che oggi è un comune con il suo territorio, con sue leggi, fonti d’energia, produzione alimentare e scambi con l’esterno unicamente in forma di baratto collettivo,

un sistema di vita agro-comunitario, basato su alcuni punti fermi:

il km.zero integrale e dunque l’abolizione del denaro (per questo la dimensione comunitaria minima è  di 1000-2000 persone)

l’abolizione di ogni burocrazia (per questo la dimensione comunitaria massima è sempre di 1000-2000 persone)

in parallelo al km.zero delle merci e delle leggi,  il km1000 delle idee e della tecnica,

perché nel nuovo feudo, nella tecno-abbazia, ferve l’attività intellettuale, la ricerca, il contatto e la comunicazione web con feudi di tutti i mondi, l’incontro con studiosi e  ricercatori provenienti da altri feudi, che portano idee, sementi, tecniche sostitutive della vecchia tecnologia nemica della terra…

una nuova forma di comunità umana composta da individui-leoni (contestualmente si abbatte la società individualista degli uomini-pecore)

una visione decisamente più radicale, più social e più “ideale” del banale sogno personale cui si è fermata la vecchia sinistra: aprire un agri-turismo!

Questo è solo un accenno, ognuna delle tribù citate ha i suoi “grilli” di nuova destra per la testa, e forse bisognerebbe occuparsi positivamente di questo grillismo diffuso,

il povero “beppe” è soltanto uno dei tanti, chi non ha grilli per la testa in questo momento?

Le “prove di colpo di  stato” (sia teatrali che legali) avvenute in Grecia, il successo dei partiti di estrema destra nell’estrema europa (Norvegia, Grecia, Portogallo) dovrebbero farci fare un passo più intelligente del “Oh mio Dio, è la fine di un mondo!” che ci porta a ridurre la questione al nobile dilemma democratico se mettere fuori legge Casa Pound o Alba Dorata.

Certo che è la fine di un mondo! Adesso, come direbbe Marx, bisogna pensarne uno nuovo!

(intervento di Sean Blazer all’incontro su “la nuova destra europea” promosso da Internaz. TurboComunista; imago: lampada Drop, design by Karim Rashid, produz. Purho)

le nouvelle jacquerie

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jacquerie

(“Le nouvelle jacquerie”, by Sean Blazer, intervento al seminario “attualità dell’esproprio proletario” tenutosi a margine dell’incontro dei saggi di governo a Francavilla a Mare; imago ex scene iniziali del film cult Zombie by G.Romero.)

Nell’ancient regime, quando i signori del castello sguazzavano nell’oro senza nemmeno accorgersi che i servi della gleba già da tempo avevano iniziato a crepare di fame, improvvisamente, scoppiava una jacquerie,

cioè una rabbia e disperazione collettivamente repressa, che a una certa temperatura esplodeva in modo non organizzato, quasi per combustione spontanea,

la jacquerie contadina si risolveva solitamente in una notte, con l’assembramento della massa critica, l’assalto al castello con forconi e badili, lo sterminio dei signori, l’incendio “dei registri”, la rapina dei tesori, delle armi, del bestiame, la spartizione dell’oro, e delle scorte dei granai,

poi, nel giro di ore, di giorni, al massimo di settimane, arrivava un’armata imperiale, e ristabiliva l’ordine, con punizioni esemplari

l’equivalente della jacquerie dei servi della gleba, nell’epoca dei servi del consumo, sarà evidentemente l’assalto al centro commerciale,

assalto sino ad oggi “metaforico”, ma che prossimamente, salendo la temperatura di frustrazione nella massa oppressa, si realizzerà in assalto vero e proprio, semplicemente sposando un qualche meccanismo di contagio “social event”, quasi autogenerato dai network,

si veda l’esempio del centro commerciale “assaltato” a Palermo (si promettevano televisori a 1 euro): basterà che qualcuno dica “spesa gratis”, basterà un numero, una data, un’ora,

50.000 persone, contro qualche decina di vigilantes, che deporranno le armi, come ha quasi sempre fatto l’esigua e sottopagata guarnigione del castello (per non essere linciati, non per altro)

sarà un assalto ai beni di necessità, e dunque, oltre ai beni di necessità fisica, cibo, vestiti, anche ai beni di necessità psicologica e sociale, inerenti la comunicazione:

le tecnologie, gli abbonamenti selvaggi alle tv,

smart e tablet, non solo sfiorati col touch, ma afferrati a piene mani,

per poi magari essere gettati dopo poco, e con stizza, come noccioline che non si aprono:

e quello sarà il vero passo avanti,

cui le armate imperiali non potranno porre rimedio.

(“Cosa te ne fai, non è collegabile” dice lo Zombi1 allo Zombie2 che ha rubato una tivù,

al che lo Zombie2 risponde: “Hai ragione”, e la distrugge a mazzate)

le trasmissioni riprenderanno il più presto possibile

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Le trasmissioni riprenderanno il prima possibile

il Comitato Centrale dell’Internazionale Turbo-Comunista annuncia ai lettori del blog Calepio Press che il periodo di oscuramento delle pubblicazioni terminerà presto:

la pubblicazione sostituiva “47 tentativi fallimentari d’impresa culturale”,

sarà a sua volta interrotta dopo la pubblicazione dei tentativi n19 e n20

la Polizia Politica, avendo ormai ottenuto lo scopo, il fallimento del blog, precipitato da migliaia a decine di visite,  ha annunciato l’imminente liberazione del turbo-compagno blogger Belotti, che potrà riprendere a scrivere, nel rispetto della legislazione vigente.

Un encomio alla cellula bulgara, che nello sterminato archivio Calepio Press ha selezionato  le 47 puntate agiografiche sulla vita agra del writer sovversivo

la raccolta completa dei 47 tentativi, in cui il compagno Belotti tramanda ai posteri le atrocità da lui vissute sotto il regime spettacolare del Made in Italy, non sarà disponibile in e-book gratuito, come previsto, tanto meno in volume,  essendo stati ravvisati nella raccolta stessa, contenuti censurabili,

motivo per il quale la Polizia Politica ha avvedutamente scelto di tenere in vita il Belotti, e restituirgli libertà di pubblicare nuovi post.