la donna che inventò la capitale europea della cultura

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melina_mercouri

Forse non tutti sanno chi ha avuto l’idea della “capitale europea della cultura”.

Melina Mercouri, attrice, cantante e politica greca: suo nonno era sindaco di Atene, suo padre parlamentare, suo zio capo del partito socialista.

Durante la dittatura dei colonnelli, visse in esilio in Francia, dove fu attrice e cantante di successo.

Nell’immagine, una scena dal film “Mai di domenica” dove interpreta la prostituta greca di cui si innamora il turista americano amante delle belle arti.

Col ritorno della democrazia in Grecia, divenne ministro della cultura, e ideò la “capitale europea della cultura”, la prima delle quali fu Atene nel 1986. Morì nel 1994.

Oggi probabilmente, vedendo la Grecia ridotta sul lastrico dall’Europa e la cultura trasformata in un business,  si sta rivoltando nella tomba.

bg13/12 digit invaders

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invaders-1

bergamo 13 dicembre S.Lucia regaliamo alla città un’invasione digitale

in parole power parliamo di invasioni a scopo di ri-creazione culturale site specific organizzate via web tam tam,

scegli un luogo trascurato, maltrattato o ignorato,

un centro storico, o sito monumentale o naturale,

puoi semplicemente raccontare e mostrare il luogo, o fare una performance/evento,

e lo fotografi, condividi e documenti come  #invasioni digitali utilizzando i social media (twitter, instagram, pinterest),

le #invasioni digitali sono una rete di eventi di co-creazione del valore culturale territoriale,

la prima ondata di invasioni/liberazioni si è tenuta tra il 20 e il 28 aprile,  ha coinvolto circa 10.000 invasori in oltre 200 invasioni con un pubblico on line di 1,5mln di persone,

la prossima invasione è stata indetta per il 13 dicembre,

che coincide con la data scelta dal fantomatico comitato “controcultura Bg2019 pianoB/festival dell’ignoranza” per lanciare dei segni, praticare degli esorcismi, o semplicemente incontrarsi

dunque Bg12/13 è la notte di S.Lucia a Bergamo, al momento sono 5 le idee che mi sono venute o arrivate e lancio o rilancio e propongo:

1) adotta un totem: i 100 totem “voglio Bg2019”, coprirli, usarli come bacheca di quartiere, o smontarli (o mettergli sopra un ombrello e aprirne un lato, farne delle cabine di privacy urbana, con una tendina?

2) parco della rocca: sul luogo della frana, piantare alberi di natale “liberati”, o i propri alberi di natale donati alla rinascita del parco

3) berghem street/ bergheimer: in via Colleoni, in via Beltrami, in via Nullo, in via Locatelli e in via Quarenghi azione di inquinamento sonoro con attori megafonati-altoparlanti che walking speaker leggeranno la vera storia di Colleoni, Beltrami, Locatelli, Nullo e Quarenghi.

4) biblioteca a.may, in piazza vecchia, o in altra area culturale dismessa (per es. cortile ex  mercato ortofrutticolo liberty già biblioteca tiraboschi via s.giorgio):

berghem burning books – liberazione culturale neosituazionista

hai scritto un libro, hai un romanzo nel cassetto, un dattiloscritto in copia unica?

portalo alla burning books night!

te ne facciamo leggere mezza pagina, mostriamo titolo e autore, e poi lo bruciamo

lo getti tu stesso nel grande falò open air, sul quale utilmente produrre caldarroste e maxi polente a nastro,

e si potrebbe estendere agli artisti, facciamo vedere il tuo quadro, diciamo il tuo nome, e poi lo bruciamo,

in questo modo i writer e gli artisti mandano un messaggio molto chiaro: esistiamo, siamo portatori di una nuova cultura-combustibile, con la quale abbiamo intenzione di sfamarci

5) nell’occasione, chiedere alla Sartirani o alla Olivares di vestirsi da S.Lucia (e a Tentorio da asinello) e partecipare alle invasioni digitali portando in dono da distribuire agli artisti poveri “quel che resta del budget cultura”, in banconote di piccolo taglio, 10€,

e così facciamo anche di Piazza Vecchia la prima piazza al mondo con ingresso a pagamento, cioè ti paga il comune per entrarci,

e con questo concludiamo l’esorcismo su Bg2019,  e cominciamo il vero lavoro per ribaltare berghem city in una città di cultura europea.

imago by Ryan Snieder, inadawords.com

Bg 2019 stand up

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BgKaput

get up, stand up for you right

invito alla rivolta morale, culturale, politica,

invito rivolto a tutti i delusi, amareggiati, arrabbiati  e indignati per la vicenda Bg 2019:

riuniamoci in assemblea pubblica – forza pubblica per la costituzione di un comitato popolare Bg2019 stand up,

per sollevare questioni, incarichi, soldi: arrivano molte richieste di:

1) dimissioni dell’assessore/cultura Sartirani e/o del sindaco (e proposte di sua sostituzione con un soggetto collettivo, un comitato pubblico, di salute pubblica, da qui l’idea della “stand up” Bg 2019 ignoranza/pianoB)

2) immediato congelamento, o contrlollo e trasparenza  del budget Bg2019 + blocco dei pagamenti al “team internazionale”

(nota1: qualcuno teme che questi geni siano stati capaci di essersi già impegnati anche per i prossimi anni

nota2: il Comune quest’anno ha stanziato  €800.000, di cui €300.000 già spesi per la parcella faraonica al team Olivares&friend per il progetto “oltre le mura” e €87.000 in “comunicazione”, cioè sito, conferenze stampa e totem.

nota3: Siena non ha stanziato 1€ in spese di promozione-pubblicità, perchè “la città e la cultura non sono merendine”).

3) ergo, la richiesta è: utilizzo pubblico, intelligente, trasparente di “quel che resta del budget” per progetti condivisi dal comitato

ad esempio (prime proposte giunte):

– convention “pianoB”, raduno di sviluppatori del concept “città d’arte socio/eco-sostenibile” con coinvolgimento di tutte le 20 città bocciate, da svolgersi la settimana precedente Bg Scienza, a margine del festival ignoranza

– festival dell’ignoranza: tema della prima edizione “elogio della sana ignoranza” (proposta di adibire Casa Suardi a sede aperta organizzazione “festival dell’ignoranza” e “convention/pianoB”)

> fattore eccitante: l’invito, l’azzardo è proprio questo: ripartendo dalla consapevolezza della nostra ignoranza, facciamola davvero, con tipica follia bergamasca, la città partecipata, la città modello del cambiamento,

> obiettivo culturale: mostriamo alle istituzioni di cosa è capace questa “cittadinanza operosa”, accusata di freddezza e scarsa partecipazione dai suoi stessi amministratori,

> unica condizione richiesta per entrare nel comitato, proporre progetti e partecipare al cambiamento:  non aver preso parte né  sostenuto il Bg2019 ufficiale

> ne consegue che tutti i grandi sponsor, istituzioni, industriali, commercianti,

università, curia,  eco, corriere, banche etc sono esclusi in partenza!

e già questo questo è un bel risultato culturale:

la vera cultura e la sana ignoranza plebea a braccetto trionfanti sulla finta cultura e sull’ignoranza insana dei patrizi

> festival dell’ignoranza + pianoB è il vero concept consapevole e condiviso,

non interessa a nessuno invitare vip con libri snob in palazzi-prestigio,

si vogliono  spazi e possibilità per “fare le cose per bene”

giovani, anziani, artigiani, contadini urbani,

capacità, talenti, professioni, risorse e persone emarginate

è ora di prendere coraggio,

come scriveva Francesco Nullo organizzando l’impresa dei Mille “non state muti, giovani italiani, alzatevi con voce potente,

quando il governo vedrà che volete, non oserà più insultarvi e schernirvi”

sono le stesse parole riprese da Bob Marley: get up, stand up for yor rights

> ignoranza e cultura messe insieme producono i veri fermenti, rinasce l’idea dell’occupazione, ma dotata di progetto:

abbiamo grandi spazi pubblici “sequestrati” dalla burocrazia pubblica (Montelungo, ex-carceri, Astino, ex-riuniti) e destinati a degrado e abbandono secondo il ciclo della speculazione immobiliare,

c’è l’idea diffusa di liberare uno a uno questi spazi, occorre portare semi, piante, animali, vanghe, rastrelli, aprire le porte, è questo che sta nascendo dal prendere sul serio il concept “Bergamo oltre le mura”,

via l’asfalto, via gli ecomostri, via i sigilli, via il cemento,

viale delle mura pedonale, borghi e luoghi storici curati nell’anima,

ripiantumazione alberi nel parco della Rocca (c’è chi vuole farlo anche direttamente senza budget in modalità guerrilla gardening massivo)

progetto occupazione “social-start up” caserma Montelungo (o Astino? o ex Ospedali?) e trasformazione esemplare in cascina urbana galline-orti-cultura (!)

troviamoci la notte di Santa Lucia in un odi questi siti

sarà il nostro regalo alla città

un bel terremoto

i bergamaschi hanno bisogno di un terremoto per tirare fuori creatività e solidarietà.

(imago: minatore bergamasco che spacca pietre in miniera bergamasca, cioè nostro nonno, proposta come locandina di Bg2019 Stand Up,  foto by Bepi Merisio “Terra di Bergamo” )

Bg 2019 ruota immagine

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BG2019pianoBBred

meno male, bocciata la Bg2019 della lobby totem-team,

il comunicato ufficiale, scorrettamente, dice testualmente: “Bergamo e il suo territorio ha dato prova di grande creatività e progettualità” e infine “grazie a tutti”.

vox populi: grazie un cazzo, adesso ci ridate i soldi, e portate via i totem alla svelta

è il momento della rivolta, ruota immagine,

scatta il pianoB, adesso gliela facciamo noi la città della cultura

MANIFESTO 2019 pianoB

concetto (concept)

La cultura non è un titolo, un business, una lobby o un bene di lusso,

ma un’arma di costruzione di massa, pericolosa, esplosiva,

che richiede grande coraggio, sacrificio, preparazione, umiltà e follia,

perchè il vero lavoro dell’artista e dell’intellettuale consiste

nel sovvertire e ricreare il mondo rappresentandolo,

e con ciò servire il popolo, prospettando il futuro.

La vera cultura è una scossa rigeneratrice.

La sua capitale, l’epicentro di un terremoto.

progetto  (project)

il progetto ufficiale Bg2019 affidato a una lobby-team internazionale  è spudoratamente un’operazione politico-finanziaria finalizzata ad acquisire un “titolo” da sfruttare per attrarre finanziamenti per grandi opere e nutrire così l’asfittica economia pubblico-privata locale.

Sovvenzionare un’economia stagnante è una scelta miope, limitata.

Al progetto ufficiale manca la forza, l’idea, la visione, ma anche la conoscenza  del prodotto, la città, e del suo valore, la cultura.

Per loro città della cultura vuol dire piantare tanti cartelli marron e mettere la faccia di un pittore di madonne sui menù dei ristoranti.

Vogliamo elaborare un progetto alternativo, vero, concreto, condiviso, basato sulle idee e il lavoro della cultura, e non sullo sperpero di budget pubblici a beneficio di lobby private.

Il piano B è il vero progetto per portare realmente la città di Bergamo ad essere un nuovo modello di città d’arte sostenibile.

avvertenza (advertising)

Il patrimonio culturale non è una risorsa statica: solo rinnovandolo lo si può conservare. Il “gioiello” città alta necessita di un vero humus culturale in uno scenario liberato dalle auto e dall’asfalto.

Immaginiamo una città esemplare per sostenibilità ambientale e vitalità culturale del tessuto urbano e umano.

Riprendiamoci la nostra città,  prima che ne facciano una puttana di lusso.

Il pianoB prevede 5 aree d’intervento/progetti/iniziative  in 5 anni:

1 Bergomum  – valoriz. opere architettura storica, mura, arena, rocca

2 Berghumus  – coltivazione artisti nel cuore e nei borghi della città

3 Bergheimat  – creazione continua nuove opere d’arte per la città

4 Bergheimer – dignità di veri monumenti per le icone della città

5 Bergomens – infrastrutture ambientali, accessibilità, cintura verde

> prendi parte al pianoB – scrivi a info@calepiopress.it

>il testo integrale pianoB proxima editio su www.calepiopress.it  e su CTRL magazine n.45

> weblografia Calepio Press 2013 su Bergamo2019:

https://calepiopress.it/2013/06/04/bergamo-commedia-dellassurdo/

https://calepiopress.it/2013/06/12/il-curriculum-della-olivares/

https://calepiopress.it/2013/07/01/il-senso-di-bruni-per-la-bergamo-bene/

https://calepiopress.it/2013/06/06/bergamo2019-adv-revolver/

https://calepiopress.it/2013/07/04/fissiamo-un-incontro/

https://calepiopress.it/2013/10/18/claudia-chicca-e-milly/

https://calepiopress.it/2013/04/24/manifesto-doppio-della-cultura-di-massa-e-di-potere/

https://calepiopress.it/2013/04/11/tra-alt-e-bas/

https://calepiopress.it/2013/06/06/larena-romana-sotto-il-seminario-di-bergamo/

https://calepiopress.it/2013/03/13/io-sui-totem-ci-piscio/

https://calepiopress.it/2013/06/14/un-tot-al-totem/

https://calepiopress.it/2013/10/28/meno-totem-e-piu-palle/

https://calepiopress.it/2013/10/28/adv-2019/

> weblografia Calepio Press 2013 sui grandi personaggi di Bergamo:

https://calepiopress.it/2013/03/14/bel-trami/

https://calepiopress.it/2013/05/21/unimpresa-da-nullo/

https://calepiopress.it/2013/06/20/la-palestinese-scomparsa-in-curia/

https://calepiopress.it/2013/06/10/nemo-propheta-in-patria/

https://calepiopress.it/2013/07/26/che-razza-di-colleoni/

https://calepiopress.it/2013/09/26/la-mossa-del-cavallo/

https://calepiopress.it/2013/10/14/snoopy-vs-berghem-gnorantu/

 

 

adv bg2013

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sangiovanni2

immagino l’aereo biplano Ansaldo di Antonio Locatelli, quello vero, non un totem,

esposto come e dove si deve, in una bolla, cupola o piramide di vetro sullo spalto più alto delle mura, e in modo permanente,

a significare lo spirito bergheimer: capace di costruire mura dalle quali spiccare il volo!

Visibile dall’autostrada, un intervento di questo genere, costerebbe meno e avrebbe più effetto e significato  delle centinaia di effimeri totem disseminati in città.

il caccia/ricognitore A1, il primo aereo militare italiano, soprannominato Balilla come il ragazzino-intifada genovese che innescò la rivolta contro gli austriaci,

fu costruito dall’Ansaldo, progettato da Umberto di Savoia, collaudato da Francesco Baracca e portato a imprese folli dal mitico “bergheimer” Antonio Locatelli, 3 volte medaglia d’oro al valor militare, che infine lo donò alla città.

venduto in centinaia di esemplari all’aviazione polacca, greca, messicana, lettone, russa e utilizzato dall’aviazione sovietica fino al 1928,  

per decenni pezzo forte del museo storico della Rocca, attualmente “esiliato” al museo del falegname di Almenno, quello di Locatelli è uno dei 2 esemplari originali rimasti al mondo, oltre alla riproduzione fedele realizzata dagli americani ed esposta a New York. 

Sarebbe ora di farlo diventare il monumento “aereo” che la “città della cultura” dedica a tutti coloro che osano “spiccare il volo” per “volare più alto”.

Imago by Athos Mazzoleni – FoodForEyes

adv 2019

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cultura in discarica2

il totem cultura-spazzatura: qualsiasi cosa voglia dire,

questa “dimenticanza” di netturbini-artisti vista ieri sotto le mura

è il miglior concept di comunicazione visto finora sul tema bg2019

(photo by J.Gandossi)

claudia, chicca e milly

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sartirani

tre notizie del giorno (da Bergamo News), tre donne che fanno cultura a Bergamo:

1)   la Claudia (Sartirani, assessore alla cultura): “mi piacerebbe organizzare un concerto dedicato e offerto ai bergamaschi. Un nome? Claudio Baglioni sarebbe molto bello… un sogno…manca poco”.

Un dubbio: quando dice “offerto ai bergamaschi” cosa intende, che paga di tasca sua, o che paga il Comune, cioè i bergamaschi?

2)   la Chicca (Federica Oivares) ha reso noti i costi della candidatura di Bergamo a capitale della cultura: per il 2013 sono 825.000 euro, di cui 487.000 già spesi, di cui 300.000 per il “team di progetto”, il quale progetto non è stato reso pubblico.

Mitica, quasi un milione di euro di soldi pubblici a scatola chiusa.

3)   la Milly, dell’omonimo negozio, “sfida la Bergamo bigotta”, presentando in un ristorante cittadino a 50 donne bergamasche i vibratori di “ultimissima generazione”, andati a ruba.

Forza amiche, il sogno si sta avverando, tutte insieme al concerto di Baglioni, vibratore alla mano, nella capitale della cultura!

(imago: l’ass alla cult di bergamo Claudia Sartirani)

guerrieri della luce

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enel2

La nuova campagna Enel “guerrieri” apparentemente  non dice niente di commerciale sul marchio, il prodotto, il servizio,

e invece omaggia, esalta, gratifica il cliente, l’uomo comune:

sappiamo quello che passi, sappiamo che tieni duro anche se non ne hai più.

Come ha scritto Paulo Coelho in un suo best seller i guerrieri della luce a volte trascorrono la notte in bianco.

Già, e a volte si chiedono come faranno questo mese a pagare le bollette.

In realtà, in Italia, esistono due tipi opposti e inconciliabili di “uomo comune”:

il tipo A, il guerriero-schiavo, che vive di angosce e sacrifici continui,

e il tipo B, molto più pacifico, che vive di sicurezze e privilegi intoccabili.

Una cosa è certa: il giorno in cui i guerrieri smetteranno di combattere per questi nobili intenti (pagare le bollette) e alzeranno la testa contro i pacifici privilegiati, nessuno gli dedicherà una campagna “guerrieri”.

la mossa del cavallo

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NattaCTRL

Chioma selvaggia, occhi verdi, era la minorenne più erotica del campus.

Appena conosciuta ti chiedeva scopiamo? Poi dipendeva dalla risposta che davi.

I suoi avevano fatto i soldi con le cucina di formica, fin da bambina lei in fabbrica aveva respirato fumi di poliuretano-silicone, e già alle medie aveva i seni espansi.

Diceva cose come: mi fanno schifo le foglie, gli insetti, la pioggia, le lumache.

Oppure: adoro il moplen, il plexiglass e la vimpelle.

Aveva una passione insana per la plastica e la chimica, e per questo si era iscritta al Natta.

Voleva viaggiare nel futuro. Abbiamo troppa energia per limitarci a questa vita, a questo corpo.

Indimenticabile, la risposta da Mc Enroe a un Carabiniere che ci aveva fermati: mai avuto problemi con le droghe, signorina? No, mi sono sempre trovata benissimo.

L’avevo soprannominata “Natta come un cavallo”.

Aveva tutti 8 in pagella, ma era stata bocciata per il 4 in comportamento. La motivazione era questa: la stazione treni e bus era proprio davanti al polo scolastico Esperia-Natta-Galli-Geometri, ma assurdamente l’ingresso era dall’altra parte. Invece di fare 3 chilometri a piedi 2 volte al giorno, come facevano gli altri 3000 studenti, lei scavalcava muro di cinta e binari.

La mossa del cavallo, la chiamava, lo scarto creativo che scompagina l’ordine del gioco.

Questo muro serve a inculcare sottomissione nei figli dei lavoratori. L’anno prossimo lo faccio saltare.

Il sottopassaggio era in progetto dal 1963, ma ci sono voluti 50 anni, e il mitico sindaco Bruni, lo sventra-berghem, per vederlo realizzato.

Incredibilmente, dopo 30 anni che non la vedevo, qualche mese fa l’ho incontrata proprio lì, nel sottopasso della stazione.

Assomigliava a Charlotte Rampling. Tornava da un convegno vegano.

Aveva cambiato prospettive a 360°, dunque in fondo non era cambiata.

Servono idee per salvare il pianeta. Bisogna lanciare il premio Natta. Il premio Nobel ha rotto le palle.

Mi mostrò un barattolo di vetro con dentro della  muffa viola. I miei funghi mi disse.

Li nutriva con unghie, capelli, croste del naso, cerume delle orecchie, tutta roba sua. In questo modo mi riconosceranno.

Una volta cadavere, spiegò, li avrebbe indossati  e i funghi l’avrebbero bio-degradata in modo totalmente ecologico.

Sai quanto inquinano i cadaveri? E le ceneri? Abbiamo pochi anni per salvare il pianeta.

Cambiando discorso, le ho chiesto: ti ricordi il nostro primo incontro? Certo, scienziato!

Una festa in tavernetta, a Martinengo, doveva essere il 1983, lo stereo sparava i Boney M.

Io indossavo un’orribile cravatta di pelle, e  cercavo il bagno, col Martini bianco caldo in mano. Lei usciva dal bagno, strafatta.

Era la prima volta che la vedevo.

Tenendomi aperta la porta del bagno, mi aveva detto: ciao sfigato, scopiamo?

Da fighetto del Lussana, permaloso, avevo risposto: ho le mie cose.

E lei, senza scomporsi: che problema c’è scienziato? Facciamolo dietro.

(Ndr: editoriale di Leone Belotti per n.44 CTRL magazine, in occasione di Bergamo Scienza e delle iniziative  sulla figura di Giulio Natta, premio Nobel per la chimica, morto a Bergamo nel 1979. L’uomo che ha inventato la plastica)

 

 

uccisa, sfregiata? cambia la pellaccia!

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annabella2

se vogliamo realmente parlare di pubblicità e pudore, dobbiamo spiegare la differenza tra adv assoluta e adv relativa:

un’inserzione apparentemente innocua e blandamente adulatoria (in assoluto) se posizionata (relativizzata) nel posto sbagliato, diventa stomachevole, offensiva, ripugnante;

un esempio di questi giorni: pagina di cronaca dell’autorevole quotidiano nazionale, da sinistra a destra 3 grandi titoli-immagine catturano la vista e la mente (e la pancia):

1)   la donna-angelo Eleonora Cantamessa uccisa dai banditi-mostri;

2)   la donna-sfregiata Lucia Anniibali deturpata dall’ex partner-mostro;

3)   la donna-fata turchina Annabella, che risorge cambiando la vecchia pelliccia-mostro!

Sia sfogliata rapidamente, che letta integralmente, la pagina nell’insieme ha un effetto immediatamente grottesco: “Ti hanno uccisa o sfregiata? E tu cambia pelliccia!”

Come le bombe, la pubblicità colpisce dove cade, come un virus, o un propellente, agisce nel contesto, nel tessuto che la sorregge, che siano le sequenze di un film-contenitore,  le piazze di una città o le pagine di un giornale.

I criteri con i quali vengono affiancate e di fatto associate notizie e promesse-slogan, informazioni e pubblicità, sono più importanti dei contenuti stessi, ai fini dell’effetto di comunicazione;

Dunque è piuttosto inutile che il gran giurì della pubblicità emetta sentenze primordiali, di facciata, giudicando se un’immagine o una frase è lesiva in assoluto, in vitro, in astratto;

qui non ci interessa giudicare le male intenzioni degli inserzionisti nel caso specifico (ma potrei mostrarne dieci al giorno)

o l’insensibilità o la malizia delle concessionarie che vendono gli spazi

o l’ignoranza delle redazioni (letterale: chi scrive gli articoli non sa con quale sponsor si accompagneranno)

o l’irresponsabilità di fatto dell’editore:

quello che non accettiamo è il risultato, l’effetto, la nemesi,

la pubblicità, accolta come cura per far vivere l’editoria d’informazione,  è invece la malattia che la inquina e la fa morire.

Qualcuno ha scritto: “saper dosare pudore e crudeltà è l’arte dei poeti e dei pittori, la loro funzione sociale”.

Oggi questa “mission” è affidata agli uffici marketing, e ai loro bassi scopi,  con i risultati che vediamo.

Se io fossi la donna uccisa, o la donna sfregiata, mi leverei furiosa dal letto, dalla tomba, a chieder danni e risarcimenti, e all’editore e all’inserzionista, da devolvere ad associazioni impegnate sul tema:

poiché l’unica finalità del raccontare e condividere la mia tragedia, è quella di sostenere le donne vittime di violenza, non il fatturato di una pellicceria.