Bergamo2019 adv revolver

play this post

BG2019revolver

ribaltando il logo Bergamo capitale della cultura

si ottiene un revolver puntato sulla cultura del capitale

premendo il grilletto si fanno saltare le cervella di media, politici e vip locali

basta un solo colpo per farli fuori tutti e tre in fila (essendo allineati)

chi voglia provare l’esperienza non deve fare altro che andare sul blog de L’eco di Bergamo (Eco lab), dove troviamo il post “Bergamo 2019: il lavoro fà cultura”:

revolverata primo impatto:  “fà cultura” con l’accento, più che cultura, fa ignoranza;

revolverata secondo impatto: nel post in questione, si leggono le seguenti dichiarazioni

“Bergamo ha una credibilità anche economico-finanziaria che nessun’altra candidata può vantare, bisogna approfittarne”.

Il sindaco Tentorio: “Abbiamo le carte in regola. Dobbiamo crederci”.

L’assessore regionale Terzi: “Vi darò una mano in regione, sperando che Mantova non ne abbia a male”.

La signora Federica Olivares, a capo del “team internazionale che lavora al dossier da presentare in Europa”:  “Bergamo oltre le Mura in un’Europa senza mura è il concept. Il programma di azione si svilupperà su dualismi forti: Città Alta e Bergamo bassa…”;

revolverata terzo impatto: il post dei “fà cultura” finisce in gloria con “gli ambasciatori” di Bergamo capitale della cultura: Atalanta e Foppapedretti, Alessio Boni e Giorgio Pasotti, Gimondi, Krizia e Trussardi, Roby Facchinetti e Gianluigi Trovesi, Vittorio Sgarbi e Vittorio Feltri,  Bruno Bozzetto e Cristina Parodi.

Il post in questione in una settimana ha ottenuto 1 mi piace.

Evidentemente i personaggi citati come ambasciatori sono i primi a vergognarsi di aver dato il loro nome e anche  i primi a non aver raccolto l’invito del sindaco.

Dunque L’Eco di Bergamo con 60.000 lettori e 14.000 follower e un bilancio in milioni ha messo in piedi un mega-blog in collaborazione con l’Università e l’Ipsos (e immaginiamo con un adeguato budget) per pubblicare un post “ecumenico” che in una settimana ottiene 1 mi piace.

Parere del vecchio monsignore: dovevano affidare il blog agli oratori, sono lì che ci sono i ragazzi social-web, non negli istituti di sondaggio e marketing.

In realtà puoi mettere in campo tutti i soldi che vuoi, le partnership, le pr, la pubblicità, ma se non hai la materia prima del pubblicare, e cioè l’informazione, il senso critico, il coraggio della verità,  sul web vieni preso a revolverate.

paper spam

play this post

volantino_lidlok

il volantino, o flyer, è il re della spam cartacea,

ne sono intasate cassette delle lettere, androni, parabrezza delle auto.

Il 90% dei volantini stampati viene cestinato direttamente senza nemmeno essere guardato (e quelli sulle auto vengono gettati a terra).

Stabilire un’agenda per la riduzione del pubblicitario-cartaceo (carta plastificata, volantini, brochure, affissioni) è uno dei punti programmatici del manifesto di Ecologia Semiotica di Adv Zero (vedi post Adv Zero del 25-2-2013).

Ma non sarà facile. Già nel 2006 il sindaco di Alezio (Lecce) vietava la distribuzione selvaggia di volantini nel territorio comunale. Il Tar di Lecce l’ha prontamente sconfessato.

Poi ci ha provato il sindaco di Sarnico. Il Tar di Brescia gli ha dato torto, indicando nelle motivazioni argomenti di un certo peso come  “la libera iniziativa economica espressa dal volantino”. Simile sentenza dal Tar di Catania.

Da qualche tempo il Consorzio dei Navigli Lombardi, che gestisce la raccolta differenziata di una ventina di comuni dell’hinterland ovest di Milano, ha iniziato una campagna d’opinione (e boicottaggio ) contro i volantini.

Ora, nel giro di pochi giorni, i sindaci di Caserta (6 maggio), Crotone (20 maggio) e Foggia (30 maggio)  hanno emesso ordinanze di divieto del volantinaggio selvaggio.

In realtà i sindaci emettono queste ordinanze esasperati dai danni (e dai costi di smaltimento) causati dai volantini. Come scrive il sindaco di Crotone: “L’obiettivo è di evitare che le strade siano pavimentate con tappeti di depliant e volantini”.

La domanda sorge spontanea: per quale motivo i Tribunali difendono la spam cartacea, invasiva e inquinante? Che interessi tutelano (a danno dell’ambiente)?

Risposta facile: la GDO, la grande distribuzione organizzata, le catene di supermercati,

sono loro i padroni del volantinaggio, e ci spendono 1 miliardo di euro l’anno:

e ogni anno in Italia vengono stampati (e gettati) 12 miliardi di volantini,

una media di 200 volantini pro/capite (equivalenti, in carta, a un paio di libri) che ognuno di noi “getta via” causando un danno ecologico;

ma occorre anche considerare l’aspetto economico, perché è chiaro che alla fine li paghiamo noi, i volantini, quando andiamo a far la spesa,

e dunque questi 12 miliardi di euro di alberi-carta-monnezza significano una spesa annua  di 20 euro a testa (con i quali, di nuovo, avremmo potuto scegliere un paio di libri, che a differenza dei volantini, normalmente si conservano… )

in attesa che il Tar della Campania e della Calabria si pronunci a difesa della libertà d’opinione del 3×2 e del tutto a 1€, potremmo cominciare a distribuire o anche buttare per strada  Shakespeare e Hegel,

e conservare i volantini in libreria.

 

adv controspot 2013

play this post

baci580

L’ho conosciuta per caso, in giro, ed è stato subito feeling, poi dopo qualche giorno sempre per caso la rivedo e allora le dico: «ti vedo deperita mangi poco, andiamo a mangiare una pizza in città alta in un posto che so io, micetta?»

come fai a dire di no? e infatti mi monta in macchina, e dopo dieci minuti siamo sulla corsarola mano nella mano come due piccioncini

vado da mimmo, chiuso, vado da franco, chiuso,

alla fine vado al sole, che è in eclissi da anni,

appena entri ti dà questa bella idea di duty free shop albanese in bulgaria, anche con il corner montenegro, i muri scrostati, il cameriere unto, la lampadina osram che tira gli ultimi, e la pizza che fa schifo, e il prosecco sgasato e tiepido, non un bell’inizio,

usciamo, le faccio fare la scansione portabene delle tre palle del Colleoni sulla inferriata dell’omonima cappella, dal lato sn a ds, poi scendiamo da porta s.giacomo e al primo approccio, primo bacio, non ci stacchiamo più,

«dormiamo insieme?» «…si!»  

non mi sembrava vero

nell’agitazione prendo la macchina, nell’uscire dallo stop faccio una svolta vietata, mi trovo un tipo nella fiancata che vuol fare la constatazione amichevole, va bene,

mi dirigo verso nh hotel 4 stelle, non pensando che non avevo soldi, quando c’è l’amore non pensi più ai soldi,  avevo in tasca 140, costava 180,

«pago io» dice lei,

in camera mentre lei va in bagno io sono già senza mutande in grande aspettativa sul lettone immacolato poi mi giro sul fianco e vedo un virgolone marrone che sembra proprio  quel che sembra, una sgommata,

in quel momento lei esce dal bagno e vede il virgolone, e la mia chiappa sporca, allora vado in paranoia e in imbarazzo, un imbarazzo merdoso che fa irrigidire tutto tranne il membro esterno, che in caso di merda si mette giustamente in sciopero,

faccio la figura di quello che si caga addosso, e penso che mi mandi a cagare, e invece no, la micetta sta con me anche nella merda, questo è importante, strappa il lenzuolo e lo butta in un angolo,  e passiamo la notte in bianco, vicini vicini, sul materasso,

all’alba infilando i jeans si svela il mistero del virgolone:  

pensavo fosse merda, era un bacio,

un merdoso bacio perugina che mi ero dimenticato in tasca nei jeans dove si era anche un po’ sciolto e poi nell’entusiasmo dello sbragarmi lanciando i jeans per aria era finito spatarrato sul lenzuolo proprio sotto le mie chiappe

le leggo il bigliettino: un bacio è una magia che tinge di rosa anche la notte più nera,

certo, ma a volte  colora di merda anche il lenzuolo più bianco:

alla perugina gli va bene che mi stanno sui Colleoni gli avvocati

ma un trauma così non c’è psicologa che me lo possa rimuovere

ormai mi basta vedere il blu e argento dei baci perugina per sentire l’alone del virgolone che sale  dalla mutanda.

Storyboard presentato  da Massimo Forlini, detto Lini (già sceneggiatore del fumetto “Il paninaro”, agente del pittore Stefano Caglioni e dello scrittore Max Rebelòt. ) al concorso AdvZero “controspot 2013”, idee per pubblicità al contrario (requisiti: lo spot deve essere 1) una storia vera 2) denigratoria verso il prodotto).

lini

 Nella foto: Lini gaudente  con amiche.

 

adv autolesionista banca etica

play this post

bancaEtica

un bambino grasso che gioca a Shangai in un orfanatrofio delle suore a Napoli

è l’immagine che Banca Etica mette in vetrina, e così facendo si spoglia nuda,

e rivela tutta la propria cattiva coscienza, sia semiotica che cristiana:

dal punto di vista semiotico:

1) il bambino grasso è il cliente

2) i bastoncini shangai sono i piccoli risparmi da spostare senza rompere gli equilibri

3) Banca Etica resta ferma alla propria infelice natura di ossimoro senza uscita

(l’etica non si risparmia, e non si presta);

dal punto di vista cristiano:

devi avere proprio fatto dei peccati mortali per entrare in Banca Etica!

Nemmeno la chiesa cattolica nei suoi momenti peggiori arrivava a tanta tristezza:

questa è la più triste, autolesionista e scacciaclienti immagine pubblicitaria dell’anno!

se Banca Etica credesse veramente nella propria mission (un mondo migliore)

dovrebbe rivolgersi a gente illuminata, che vuol cambiare il mondo,

cioè il mood woodstock di Conto Arancio, o il target smart di Che Banca!,

non si capisce proprio questo deficit di creatività, di entusiasmo, di fiducia,

al di là del sarcasmo sul nomen/omen del direttore generale (Mario Crosta)

crediamo che con l’input giusto, anche senza ricorrere alla grande agenzia,

non sarebbero mancate idee e immagini più persuasive, funzionali e attraenti.

Perchè devi mortificare il tuo cliente, se quella che proponi è una scelta giusta?

Se l’etica è una “bella cosa” perchè dotarla di una brutta estetica?

Con l’immagine del bambino obeso (forse down?) di fatto Banca Etica

più che contrapporsi all’etica… protestante delle grandi banche “immorali” come MorganStanley

fa concorrenza, e porta via clienti, ai frati Comboniani&Monfortani!

Col cuore a pezzi (dispiace vedere in tanta malora comunicazionale un marchio “etico”,

avremmo preferito dare questo riconoscimento a un marchio “profit”)

non possiamo esimerci dall’assegnare a Banca Etica il premio AdvZero2013

per l’immagine meno pubblicitaria e più autolesionista dell’anno.

adv no slot

play this post

campagna_no_slot

Nulla é più contrario alla educazione civile di un popolo, che la credenza di poter migliorare la propria sorte con altri mezzi che il lavoro e l’economia, e di poter fare assegnamento sopra giuochi di fortuna.  Regio Decreto 1865.

Per spiegare a un extraterrestre cosa sia l’Italia, la patria del diritto, basti dire che oggi in Italia in quegli stessi locali pubblici dove è vietato giocare a carte, in quanto gioco d’azzardo, abbiamo quasi mezzo milione di slot machines, una ogni 150 abitanti.

Facile gettare la croce addosso al barista. In realtà il barista è l’ultima ruota del carro.

Il primo responsabile di questa rovina è lo Stato, i Monopoli di Stato, e le 10 società che hanno in gestione il business, delle quali soltanto due hanno sede in Italia,  Lottomatica e Snai, mentre la maggior parte ha sede in Lussemburgo.

Al barista fanno questo discorso: ti garantiamo 500 euro a settimana, cioè le spese, l’affitto, etc. In pratica lo Stato, o chi per lui, da un lato ti mette condizioni fiscali capestro, per cui un piccolo bar è costretto a chiudere, dall’altro ti offre pelosamente questa fune di salvataggio, che ti permette di stare a galla. In più ti regalano l’abbonamento Sky, il nuovo I.phone, il nuov i.pad, etc.

Una volta firmato il contratto, il barista è fottuto, diventa il primo ad avere la dipendenza dalle slot, anche se non ci gioca. Se spegne le slot, o chiude il bar per lutto familiare, penali salatissime. Poi entra in gioca la mafia, la camorra, etc che ti propone di diventare usuraio, cioè prestare soldi ai tuoi clienti per giocare. E sei nel tunnel. E arriviamo al dato più inquietante.

Nel 2004 gli italiani hanno speso 24 mld euro in lotterie, scommesse e slot, e l’erario su questa gigantesca torta ha incassato 7,3 mld.

Nel 2012 la spesa è stata di 70 mld euro, cioè 1200€ pro capite, neonati compresi, ma a fronte di un fatturato triplicato, la cifra effettivamente incassato dall’erario è quasi la stessa (7,9 mld euro): e qui si capisce che il vero guadagno, più che lo Stato, ce l’ha la filiera (opaca) che dal bar sotto casa conduce in Lussemburgo.

Allora, la questione è semplice: in Ungheria pochi mesi fa una mattina è arrivata in Parlamento una proposta di legge per vietare le slot. Alla sera era approvata. Da un giorno all’altro, dunque, in Ungheria hanno eliminato le slot per motivi di salute pubblica.

Non è questo che dovrebbe fare un Stato, un Parlamento, un Governo?

 

adv gazprom

play this post

gazprom

A prescindere da chi la vincerà, se il Bayern o il Borussia,

il dato significativo della Uefa Champions League 2013 è questo:

nel cuore di milioni di spettatori è cambiata “la musichetta”,

Tchaikosvsky, detto Cià-i-coski, prende il posto dell’ouverture di J.S. Bach,

“Quando sento la musichetta della Champions League, mi gaso tantissimo”

disse tempo fa Pippo Inzaghi, esprimendo un sentimento condiviso

da un’intera generazione di calciatori e telespettatori calciofili:

una frase che evidentemente ha colpito anche gli strateghi della Gazprom,

che hanno pensato di diventare nuovo main sponsor della Champions League,

e proporre una nuova euro-musichetta in modo da affiancare al canonico e teutonico Bach, attualmente suonato da Ford e Heineken,

il russo e iper-romantico Tchaikosvsky, noto per “Lo schiaccianoci”, “Il lago dei cigni” e la sinfonia n6 detta “La patetica”.

La “musichetta” della Champions League, a livello di comunicazione,

è uno dei più pervasivi fattori di consenso globale del target maschile.

Se Bach portava il maschio a sublimarsi in una dimensione eroico-mitica per via razionale,

Tchaikosvsky ti spacca il cuore e ti trascina a sprigionare la passione repressa,

è questo il senso psico-emotivo all’attacco del concerto per piano n1,

pezzo molto noto, che la maggioranza ha “già sentito” da qualche parte, in qualche film

o in qualche sigla: per il precedente di massa più illustre, occorre tornare indietro 30 anni,

alla cerimonia ufficiale d’inaugurazione delle Olimpiadi di Mosca 80:

dove il tedoforo faceva il suo ingresso nello stadio Lenin su queste stesse note Tchaikosvky n1, allora per la mitologia CCCP,  oggi per Gazprom;

Questo concerto in realtà ebbe una storia curiosa: il committente russo lo rifiutò (“banale, rozzo e mal scritto” oltre che “ineseguibile”) chiedendogli di riscriverlo da capo,

per fortuna  Tchaicovsky offeso non toccò una nota e lo propose negli Usa a Von Bulow che lo eseguì a Boston decretandone il successo.

Tra le esecuzioni più celebri: Horowitz, diretto da Toscanini, e Richter, diretto da Karajan.

Il filmato d’animazione che “accompagna” perfettamente Tchaikovsky

è firmato da Alexander Petrov, già premio oscar per “il vecchio e il mare”

con il clou narrativo al centro esatto dello spot, quando il ritorno della tonica musicale

cade precisamente sull’esplosione di gioia dello spettatore.

Alla fine dello spot, con tutta la cattiva volontà possibile,

fermamente convinti che Gazprom e Uefa siano enti immorali di prima fascia,

non si può che ammettere il livello eccelso dello spot Gazprom Uefa.

Considerando che il jingle è grande musica classica russa,

che il regista è un russo che ha vinto l’oscar nel cinema d’animazione,

che l’agenzia è russa e il cliente una multinazionale russa,

possiamo dire che con l’adv gas-football Gazprom Uefa

nasce un nuovo trend adv, iper-romantico, sognante, esplosivo:

la pubblicità russa (e lo spettatore si sveglia).

adv bonafone

play this post

bonafone

vodafone e tim fanno parlare anche gli orsi e le nonne,

le ultime nicchie rimaste di mercato da conquistare,

poi, quando ogni “resistenza” al chiacchiericcio integrale sarà vinta,

e tutti parleranno con tutti per sempre ovunque e in ogni momento  (cioè l’inferno)

ecco che nasceranno compagnie e campagne virtuose,

all’insegna del comunicare meno, comunicare meglio,

come la geniale idea Bonafone, meno parli più ti ricarichi,

ogni 24h di telefono spento hai 1h di ricarica gratis

pubblicata a suo tempo come progetto di fantamarketing dal Blog  Bamboostudio,

con il testimonial naturale del parlare poco, l’ispettore Callaghan:

un’idea partorita dal mitico Lubrina,

e come molte ipotesi Lubrina, passati alcuni anni, invece di essere superata dalla realtà, sembra essere ancora più avanti,

come se noi, in realtà, invece che avanti, stessimo andando indietro.

imago by http://blog.bamboostudio.it/

l’eco in fallimento

play this post

30_aprile_1983_-_1

Come disse Hegel, il quotidiano è la Bibbia dell’uomo moderno,

la sua sacralità viene dalla data in testata: se è di oggi, è verità nero su bianco,

se di ieri, di settimana scorsa, è vecchio, sorpassato, carta straccia.

Immaginatevi dunque la sorpresa ieri, domenica 21Aprile, nel salotto della città, il quadriportico del Sentierone,

dove da sempre il gioiello quotidiano della città, L’eco di Bergamo, fa mostra di sé ordinatamente affisso nella sua propria bacheca di pubblica lettura,

e tutti, passando, danno un’occhiata ai titoli, allo sport, ai cinema,

ma ecco qualcosa d’inquietante, le persone, fermandosi alla bacheca, dopo poco se ne vanno scuotendo la testa, con espressione affranta, delusa, dicendo cose come “non c’è più religione!”,

l’occhio corre alla data stampata a fianco della testata, e solo dopo ripetuti strabuzzamenti si constata che la copia de L’Eco di Bergamo ivi appesa, è  vecchia non di un giorno, o due, ma di due settimane, risalendo al 7 Aprile,

la peggior pubblicità che un organo d’informazione possa fare,

esibirsi vecchio di due settimane nel cuore della comunità dei propri lettori,

in un sol colpo tutta l’autorevolezza, la serietà la sacralità della testata è perduta,

tutto l’impegno profuso da anni nel guadagnare lettori è vanificato,

triste veder persone che si accorgono della cosa solo dopo parecchi minuti di lettura, e hanno in viso la vergogna di chi è derubato della fiducia,

una signora d’una certa età chiede al marito: ma è andato in fallimento anche il l’Eco?!

Sarebbe meglio lasciarla vuota, quella bacheca,

un giornale vecchio è un giornale morto,

un’incuria, un’offesa davvero inspiegabile, come una bestemmia in chiesa,

e proferita dal parroco:

i dirigenti marketing de L’Eco, e di tutto il gruppo editoriale, dovrebbero alzare il culo dalle loro poltrone, e scendere a osservare sul campo le reazioni degli ex lettori,

e magari portarsi dietro la propria copia de L’Eco, che certo hanno fresca di stampa sulla scrivania ogni mattina, e pubblicarla,

e magari tornando in sede potrebbero anche ripassarsi un minimo di storia aziendale:

ci sono stati tempi in cui l’Eco, con Don Valoti (giusto oggi sono 50 anni che è morto), era una voce antifascista, e gli squadristi bruciavano l’Eco sul Sentierone,

oggi queste intimidazioni non avrebbero senso, dal momento che la voce della Curia si zittisce da sé.

la mercedes di madre teresa

play this post

MercedesCLA

se oggi digitiamo in google “carisma, talento, coraggio”,

finiamo nella nuova scintillante campagna pubblicitaria Mercedes;

qualche giorno fa, invece, con le stesse parole, saremmo finiti  nella rubrica psicologia di spaziodonna.com:

per avere un’idea di come la motorizzazione google sia in grado, da un giorno all’altro, di risignificare completamente 3 parole qualsiasi, ci basta leggere i due testi in parallelo,

il comunicato Mercedes e la rubrica spaziodonna (in corsivo):

Carisma, talento, coraggio.
Tu, per cosa venderesti l’anima?


Mercedes-Benz torna in comunicazione per il lancio ufficiale del nuovo CLA,

Nel teaser di 15” secondi, essenziale e grafico, si chiede direttamente al pubblico cosa sarebbe disposto a fare per avere carisma, talento e coraggio.

Il carisma (dal latino ecclesiastico, “charisma”, in greco “carisma” derivato da “caris”, grazia, dono) è un dono eccezionale conferito a taluni individui per esercitare una missione o una funzione specifica nella comunità.

Carisma, nel senso cristiano, è una “dote speciale che si può offrire alla società, a chi ci sta vicino.

Chi possiede un talento che lo distingue dagli altri , lo dovrebbe utilizzare per il bene di tutta la società.

Nello spot 30” è il diavolo in persona, interpretato da Willem Dafoe, a proporre ad un giovane fan del nuovo CLA le tre chiavi del successo.

Maria Marucelli, docente di Psicologia clinica fa una prima distinzione tra un carisma “positivo” ed un carisma “negativo”:

 “quando la persona, consapevolmente, lo usa in maniera funzionale per il raggiungimento dei propri scopi. Lo usa cioè in senso manipolatorio”.

 Franco Ferrarotti, docente di Sociologia all’Università La Sapienza di Roma, giudica per questi motivi il carisma “un potere pericoloso”.

Chiude il claim ‘Nuovo CLA. Mettici l’anima.’ seguito dall’invito alla prova della vettura durante il weekend del 13 e 14 aprile presso gli showroom Mercedes-Benz.

Lo showroom si trasformerà nel palcoscenico di un imperdibile contest event, durante il quale potrai dimostrare il tuo carisma, talento e coraggio.

Quelli che giudichiamo come “carismatici” sembrano sicuri, forti e completamente in pace con se stessi. Non hanno bisogno dell’approvazione da parte degli altri perché perseguono un cammino interno – spiega Martina Gleissenebner, studiosa del carisma – con caratteristiche che vorremmo avere tutti.

 E che potremmo acquisire tutti, basta trovare quel qualcosa che ci fa davvero felice, quel talento innato che è la nostra dote speciale. E di avere il coraggio di seguirla”.

Un format assolutamente innovativo, che prevede tre aree buffet con open bar alle quali potrai accedere con un mobile game realizzato per Mercedes-Benz dagli ideatori di Ruzzle.

Poche persone si conoscono fino in fondo e sono davvero consapevoli delle loro doti – continua la studiosa austriaca –

e quando anche si conoscessero, poche poi hanno il coraggio di seguire una strada forse più isolata e difficile per rimanere fedeli a se stesse”.

Per le 23.15 è fissata la presentazione della nuova Mercedes-Benz CLA e, se avrai realizzato il miglior punteggio della serata, sarai proprio tu a eseguire il reveal della vettura. La serata continua con il dj set.

“Bisogna trovare il proprio senso nella vita per essere carismatici – continua la Gleissenebner – ma quel senso non può mai avere un fine in se stessi, deve essere diritto verso gli altri.

Allora bisogna chiedersi: quale talento innato, che sento davvero una cosa mia, posso dare agli altri? Da questa domanda comincia la strada verso il carisma”.

Vai ora sull’evento Facebook dedicato, conferma la tua presenza e coinvolgi i tuoi amici.

Porta con te il tuo table o smartphone.

Al tuo arrivo, diaboliche hostess saranno pronte ad accompagnarti in questo viaggio tra le più irresistibili tentazioni.

Marino Niola, docente di Antropologia culturale, fa riferimento a Madre Teresa:

“Dal suo corpo esile scaturiva quella sorta di poesia misteriosa che chiamiamo carisma:

 una grande icona carismatica del nostro tempo è proprio l’immagine di quel corpo scavato, chino sui malati”.

(esercitazioni di webfilologia comparata – 2013 advzero/CalepioPress)

 

adv bambini

play this post

ModaChiama

sul viale del cimitero, al posto della donna dalle perle in bocca che ci invitava bassamente allo shopping selvaggio a Oriocenter, è apparso un nuovo mega-manifesto, di tono più elevato,

(e più grande, in metri quadrati, dei bilocali in cui viviamo noi comuni mortali);

da un telefono azzurro, è la moda che vi chiama, bambini, al Franciacorta Outlet Village,

un borgo agricolo ricostruito finto, tipo parco giochi per bambini, con parcheggi, parquet e telecamere,

e tutte le boutique e i negozi monomarca al posto delle stalle, dei pollai, dei fienili,

e le commesse di marca al posto dei contadini,

e la security con gli auricolari al posto del fattore col frustino;

e quello che vuole dirvi la Moda, bambine e bambini di 6-60 anni, è che voi siete le mucche, le galline, i conigli, i maiali, carne da macello, da latte, da ingrasso, capite,

la Aberdeen Asset Management, proprietaria dell’Outlet, amministra 250 miliardi di euro, e può mangiarsi interi stati africani a colazione,

perciò all’outlet troverete anche i comici di sinistra, di Zelig, di Colorado caffè, pagati per farvi divertire

e non farvi pensare cosa è davvero oggi il Made in Italy,  la punta dell’iceberg del più insostenibile e deleterio assetto sociale possibile, con la miseria di moltissimi asservita al lusso di pochissimi;

ridete, e non ascoltate le prediche  dei vetero-sociologi

(abbiamo inventato la democrazia, l’industria, il socialismo, l’informatica per ridurci a un nuovo medioevo

dove la massa schiavizzata, succube della superstizione e adoratrice di feticci – moda, calcio, lotterie – permette alla nobiltà il potere assoluto e la dissipazione vistosa del bene pubblico);

venite al’outlet, bambini, poveri e numerosi,

qui potete pagare una polo o un jeans costati 5€ in produzione fino a 20, 50, 100 volte tanto, ma pur sempre meno di quel che li paghereste nel quadrilatero della moda,

in via della Spiga, in via Montenapoleone, lì sarebbe meglio che voi non ci andaste, non sono posti per voi, sono posti per adulti,

voialtri, bambini, ascoltate il telefono azzurro, venite a giocare con i vestitini e le bambole, e portate pure qui, all’outlet, il vostro piccolo contributo al Made in Italy,

al nobile scopo di arricchire sempre più un’esigua minoranza di grandi parassiti che hanno finanziamenti record dalle banche e impiegano i loro utili record per costruire alberghi a Dubai

mentre in Italia i pensionati si suicidano a causa dell’inps, gli artigiani a causa di equitalia, i disoccupati, i precari, gli esodati a causa dell’euro,

il vero problema, bambini, è che l’eleganza e lo stile che aveva vostra nonna, che in quelle cascine dove oggi venite a fare shopping  era la matrona del focolare, voi ve la sognate;

e la grinta e il fascino che avevano vostra madre e vostro padre, quando negli anni settanta interpretavano davvero lo spirito ribelle oggi ricotto a pura immagine di moda, voi ve lo sognate;

perciò, visto che vi piace tanto sognare, bambine e bambini, e nella realtà non valete niente, venite a sognare al Franciacorta Outlet:

se invece vi svegliate, quando la moda vi chiama da Dubai o da Rodengo Saiano, ditele di andare a quel paese,

e se poi osservate la location dell’affissione (affacciata sul cimitero, forse l’unico spazio urbano rimasto senza pubblicità) capirete che è meglio non alzare proprio quella cornetta,

perché quando la Moda vi telefona promettendovi sconti del 70%,

state pur certi che poi vi passa sua sorella, la Morte

che non fa sconti.

(tratto da: seminari di decontminazione adv;  esercizi DDD  denigrazione d’assalto difensivo; Sean Blazer: “La nuova pubblicità per bambini”,

post sponsored by Just Leopardi Baby, competitor di Just Cavalli nel jeans maculato,

 pubblicato su licenza Leopardi Moon Fashion Group by Calepio Press )